giovedì 29 maggio 2025

Il Botanico De Fine in convegno su Etnobotanica all'Università della Calabria

 


Etnobotanica e tradizioni: il Barlacchi-Lucifero approda all’UNICAL

Il Centro Congressi "Andreatta" dell'Università della Calabria ha recentemente ospitato un convegno di grande rilevanza organizzato dall'Associazione Amici dell'Università della Calabria, dedicato allo studio dell'etnobotanica e al ruolo delle conoscenze tradizionali nell'uso delle piante. L'evento, organizzato in collaborazione con il Museo di Storia Naturale della Calabria e Orto Botanico, il Museo delle Civiltà, il Sistema Museale UNICAL e lo stesso Ateneo, ha visto l'intervento del prof. De Fine del Barlacchi Lucifero, figura di spicco nel campo dell'etnobotanica, che ha condiviso approfondimenti sul patrimonio culturale dei mandriani di Cirò e Umbriatico, focalizzandosi sull'utilizzo delle piante a fini veterinari.

Durante il suo intervento, il prof. De Fine (invitato a relazionare direttamente dal prof. Nicodemo Passalacqua, referente scientifico dell’Orto Botanico), ha illustrato, servendosi di un ricco materiale fotografico, come i mandriani abbiano sviluppato nei secoli una conoscenza approfondita delle piante locali, sfruttandone le proprietà curative per il benessere del bestiame. Queste pratiche, tramandate oralmente di generazione in generazione, rappresentano un esempio significativo di etnoscienza applicata, in cui la tradizione si fonde con l'osservazione empirica della natura. Tra le specie vegetali menzionate figura l’helleboro bocconei, utilizzato per curare la bronchite dei bovini, attraverso un vero e proprio rituale consistente nell’”arricchiare” una mucca colpita da bronchite, cioè forarne il padiglione auricolare dell’animale per inserirvi una piccola parte della piantina a scopo curativo.

Dal punto di vista scientifico, l'intervento del prof. De Fine ha sottolineato l'importanza della salvaguardia di questo sapere ancestrale. La perdita delle conoscenze tradizionali, infatti, rappresenterebbe non solo un impoverimento culturale, ma anche una perdita di potenziali soluzioni sostenibili per la gestione della salute animale. Il confronto con la comunità accademica ha inoltre permesso di riflettere sulla possibilità di integrare queste conoscenze con le pratiche veterinarie moderne, promuovendo un approccio olistico e sostenibile.

Un ringraziamento particolare è da rivolgere al dirigente scolastico, dott Girolamo Arcuri che, da sempre convinto dell’importanza formativa di eventi scientifico culturali di livello accademico per gli studenti, ha sostenuto la scelta che il prof. De Fine fosse accompagnato da una delegazione del Polo Barlacchi -Lucifero, offrendo ai ragazzi l’opportunità di respirare aria di innovazione e tradizione sinergicamente coniugate in un’ottica di positiva sostenibilità.

L'aspetto sociale di queste conoscenze è altrettanto rilevante: esse non solo definiscono l'identità culturale delle comunità rurali, ma rafforzano il legame tra uomo, animale e ambiente naturale. La riscoperta e la valorizzazione di questo sapere possono rappresentare un'opportunità per promuovere il turismo culturale e sostenere l'economia locale attraverso la valorizzazione dei prodotti derivati dalle piante autoctone, permettendo di aprire un dialogo significativo tra tradizione e scienza, offrendo spunti di riflessione sulla conservazione del patrimonio etnobotanico e sulla sua possibile applicazione contemporanea, ponendosi con lo spirito di chi è consapevole che “ non basta guardare, occorre guardare con occhi che vogliono vedere, che credono in quello che vedono” ( Galileo Galilei).

giovedì 31 ottobre 2024

Un altro giovane apre attività a Cirò.

 


Cirò- L’antico borgo si arricchisce di una nuova attività per i ragazzi si chiama “Barber Street”  dove un giovane ventunenne  si occuperà di barba e capelli. Si tratta del giovanissimo  Francesco  Bossio,  un giovane talento acconciatore di alta moda reduce di importanti campionati nazionali,  tra cui l’Accademia nazionale acconciatori Moda, Campionato nazionale acconciatori, dove si è fatto apprezzare per la sua bravura e professionalità. Dunque un altro giovane ha scelto di rimanere a lavorare e aprire una attività nel centro storico, la cui apertura è stata benedetta dal parroco don Pino Giorno, A tagliare il nastro il sindaco Mario Sculco , è intervenuto anche il vice sindaco Fortunato Strumbo e l’assessore ai lavori pubblici  Salvatore Giardino. “Noi come amministrazione- ha detto il sindaco-  siamo sempre presenti quando un giovane decide di rimanere  nel nostro paese. Negli ultimi mesi, sono già quattro i giovani che hanno aperto una attività commerciale nel nostro borgo- un segno questo di ripresa,  i giovani credono ancora nel futuro di questo paese, se decidono di viverci”. La serata si è conclusa con un ricco buffet a cui hanno preso parte tanti giovani provenienti da tutto il circondario i quali si sono congratulati con il nuovo acconciatore per i giovani.

mercoledì 5 aprile 2023

 


Cirò- Sarà presentato al  Vinitaly a Verona dal 2 al 5 aprile    il nuovo  “Zero Bianco” Gaglioppo vinificato in bianco, la nuova etichetta di Brigante Vigneti & Cantina, vignaioli in Cirò; un vino naturale e innovativo, senza solfiti aggiunti, che prosegue il percorso di sostenibilità e rinnovamento dell'azienda calabrese. I
l nuovo “Zero Bianco” Gaglioppo vinificato in bianco, fa parte del progetto Vini Naturali “Zero”, la linea più prestigiosa e innovativa di Brigante Vigneti & Cantina le cui vigne sorgono sulle colline più vocate alla coltivazione della vite di quella che fu l’antica colonia greca Krimisa, oggi Cirò, da dove si narra provenissero i vini offerti in premio ai vincitori delle Olimpiadi in epoca classica. La nuova etichetta della cantina cirotana è un vino bianco naturale, senza solfiti aggiunti, senza filtrazioni e senza uso di lieviti selezionati, prodotto da uve a bacca rossa Gaglioppo senza macerazione sulle bucce e fermentazione spontanea da lieviti indigeni. Il nuovo “Zero Bianco” di Brigante è intenso ed elegante; il colore, bianco tenue ambrato, ricorda quello del miele di tiglio mentre al naso spiccano note floreali d’arancio e sentori di frutta con in evidenza note di pesca bianca e pero selvatico con un leggero sentore di liquirizia; in bocca è intenso, deciso, ma al contempo armonico, piacevole ed equilibrato. Possiede un sorso lungo e al palato risulta di piacevole acidità e persistente freschezza, ma ciò che colpisce è la sua complessità figlia del carattere del Gaglioppo. Prodotto in edizione limitata di 1.800 bottiglie da 1 litro, sarà commercializzato a partire da aprile 2023. Il Gaglioppo è un vitigno antichissimo che rappresenta al meglio il territorio di Cirò e che affonda le sue radici della storia della Magna Grecia. La scelta di produrre un vino bianco dell’uva a bacca nera Gaglioppo è stata dettata dalle caratteristiche proprie del vitigno nel suo rapporto con il terroir. “Da tempo, durante i vari assaggi del mosto fiore per lo Zero Rosato - spiega Enzo Sestito, comproprietario assieme alla moglie Stefania di Brigante Vigneti & Cantina - ci siamo convinti che le caratteristiche del Gaglioppo potessero esprimersi anche con una vinificazione in bianco e quest’anno abbiamo deciso di accettare questa nuova sfida con noi stessi”. “La scelta di creare un vino naturale che proseguisse la strada dei naturali Zero - un rosso e un rosato, anch’essi da uve Gaglioppo - e che avesse come peculiarità la facilità di beva e la naturalità, in linea con quella che è sempre stata la nostra filosofia aziendale, ci è sembrata la scelta giusta, direi “naturale”». E poi aggiunge: «Nella sua semplicità, penso che sia un bianco che si può degustare anche da solo come vino da meditazione.


 Se dovessi descrivere il nuovo Zero Bianco, direi che è un vino coinvolgente e che ha una doppia personalità: semplice e complesso allo stesso tempo; insomma, è un vino che sa far emozionare al primo assaggio”. La scelta di produrre un vino bianco naturale senza solfiti aggiunti prosegue il percorso di sostenibilità iniziato anni fa con la conversione alle pratiche dell’agricoltura biologica in vigna e la successiva certificazione “Valoritalia”, l’introduzione di bottiglie di vetro più leggere, l’adesione alla Fivi, Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti e il lancio diversi anni fa della linea di vini naturali senza solfiti aggiunti “Zero”. Il nuovo “Zero Bianco” Gaglioppo firmato da Brigante Vigneti & Cantina può essere abbinato con tutte le preparazioni di pesce e frutti di mare, primi e secondi di terra speziati e anche con la cucina orientale. Ottimo da solo come vino da meditazione. Le tenute Brigante Vigneti & Cantina si trovano sulle colline del comune di Cirò in provincia di Crotone, nel cuore della DOC Cirò a pochi chilometri dalle rive del Mar Ionio e dalle pendici dei monti della Sila. La cantina, a conduzione familiare, è stata fondata a fine Ottocento e oggi è gestita da Enzo Sestito e la moglie Stefania Carè. L’azienda distribuisce ogni anno circa 55mila bottiglie in Italia e nei più importanti mercati esteri.

I Vigneti colorati del Brigante

 


Cirò- La primavera dalle nostre parti è una vera esplosione di colori, anche presso i vigneti del cirotano già immersi nella coloratissima e profumatissima flora mediterranea tra ginestre, biancospini e peri selvatici. Oggi ad aggiungere colori ai vigneti ci ha pensato l’azienda” Brigante Vigneti & Cantina” dei coniugi Stefania Carè e Enzo Sestito con un  nuovo vigneto "a colori" impiantato a Pecorello.
Presso un nuovo vigneto- scrive in una nota Enzo Sestito-  in località “Ponta “, la strada che va da Torre Melissa a Melissa  ho voluto mettere i capitesti  in legno in modo da pitturare e dargli la forma di una matita, un’idea di colori di vivacità di amore, nel creare un nuovo vigneto nello spirito di armonia con la natura  e di passione la stessa che uso- dice-  per creare il mio nettare degli dei. In piena armonia con i colori della natura  primeggiano nella vallata  il nuovo vigneto impregnato dai colori dell’arcobaleno. Un nuovo impianto a Pecorello  andrà ad arricchire i preziosi vigneti della giovane azienda Brigante  che da qualche anno danno lustro a Cirò  grazie ai numerosi premi nazionali  che si sono aggiudicati.
Il vino, si sa, è l’anima di un territorio, è la risposta della natura al sole cocente come alla gelida tramontana, e in Calabria certo non mancano entrambi. 


Quando si dice, prodotti della terra, la Calabria, terra di vini millenari dal carattere deciso e dalle molteplici sfumature che solo gli enologi più combattivi sanno esaltare. Vanto tra i prodotti calabresi nella pur variegata, e sempre più apprezzata, enogastronomia regionale. “Portare in cantina quello che la natura ci offre- conclude Sestito- ci rende orgogliosi e felici ogni giorno, affinché i nostri estimatori possano trovare nella nostra enoteca solo il meglio della nostra produzione” .

sabato 17 dicembre 2022

Cirò- Due nuove piante rare rinvenute nel crotonese, una a Cirò

 Cirò- Due nuove piante  rare rinvenute nel crotonese, una a Cirò:


la Orobanche pubescens d’Urv. inserita nelle Notule della  Flora vascolare autoctona Italiana N.14; ed una a Crotone: la  Solanum sisymbriifolium Lam.  inserita nella Notula della flora vascolare aliena italiana: N.14 dalla Società Botanica Italiana. Quest’ultima la Solanacea è stata rinvenuta  lungo la strada SS106, in loc. Passovecchio, nei pressi della cartiera (WGS84: 39.106411°N, 17.097683°E), su formazioni prative rude­rali, 7 m, lo scorso 28 Settembre 2021, dal botanico cirotano Giuseppe De Fine (Istituto Professionale Statale per l’Industria e l’Artigianato “Anna Maria Barlacchi”, Crotone, pianta determinata dal dott. Nicodemo Giuseppe Passalacqua (FI) dell’ Università della Calabria, Arcavacata di Rende. –Si tratta di Specie aliena naturalizzata nuova per la flora calabrese.          

                                                                     

 L’altra pianta: la Orobanche pubescens d’Urv. della Famiglia delle Orobanchaceae invece,

 è stata rinvenuta a Cirò, sempre dal botanico Giuseppe De Fine (Istituto Professionale Statale 
per l’Industria e l’Artigianato “Anna Maria Barlacchi”, Crotone, ed è stata inserita nelle
 Notule della  Flora vascolare autoctona  Italiana N.14 sempre dalla Società Botanica Italiana. 

La pianta è stata rinvenuta in località Favaro
(WGS84: 4360737°N, 675456.00°E),
 300 m a ovest della centrale del Parco Eolico, parassita su Trifolium repens, 361 m, 
lo scorso 26 Aprile 2022, determinata dai docenti Nicodemo Giuseppe Passalacqua
 e Giannantonio Domina (FI) Università della Calabria, Arcavacata di Rende, e Università di Palermo, 
Specie confermata per la flora della Calabria. Questa specie è stata segnalata da Domina e Peruzzi (2010) 
sulla base di un esemplare ospitato in FI raccolto da Fiori (8 luglio 1899) sui Monti di Paola (Cosenza).
 La flora cirotana è una flora  ricca di piante rare, già in passato sempre De Fine ha rinvenuto a Cirò
 altre piante  che la società botanica italiana ha pubblicato grazie anche al docente  Nicodemo Passalacqua 
dell’ Università della Calabria, Arcavacata di Rende, tra queste l’Astragalus boeticus, l’Acanthus spinosa, 
la Salvia hispanica.  

mercoledì 10 novembre 2021

Cirò- Grande commozione e partecipazione alla manifestazione del 4 novembre anniversario del 103* fine della I guerra mondiale,

 


Cirò- Grande commozione e partecipazione alla manifestazione  del 4 novembre anniversario del 103* fine della I guerra mondiale
, in P.zza S. Pugliese, con una messa officiata dal  parroco Don Matteo Giacobbe, a cui hanno partecipato oltre al sindaco Francesco Paletta,  gli studenti dell'istituto Omnicomprensivo Lilio, le associazioni locali , il comandante della stazione carabinieri di Cirò, il comandante della polizia municipale, il dirigente scolastico dell’Istituto omnicomprensivo,   per ricordare il sacrificio dei caduti di tutte le guerre ed onorare le nostre forze armate. Nel corso della cerimonia il sindaco ha rimarcato la grande valenza di questa giornata che deve rimanere- ha detto- scolpita nella memoria, nel ricordo dei caduti di tutte le guerre, giornata delle forze armate ma anche l'anniversario 103* della fine grande guerra il cui bollettino della vittoria era stato redatto dal cirotano generale Siciliani, orgoglio per la comunità. Il 4 novembre in Italia si festeggia il Giorno dell’Unità Nazionale e la Giornata delle Forze Armate. La data è stata scelta per commemorare l’entrata in vigore, il 4 novembre del 1918, dell’Armistizio di Villa Giusti siglato nella tenuta del conte Vettor Giusti del Giardino, a Padova, dall’Italia e dall’Impero austro-ungarico. L’atto, con il quale termina ufficialmente la Prima Guerra Mondiale, consente agli italiani di rientrare nei territori di Trento e Trieste, e portare a compimento il processo di unificazione nazionale, iniziato in epoca risorgimentale. Non a caso la Grande Guerra, da diversi storici, viene considerata la quarta guerra d’indipendenza italiana. Oltre a festeggiare l’unità nazionale, la ricorrenza intende celebrare anche il sacrificio di tanti italiani chiamati alle armi, le cui vite sono state spezzate nella tragedia della guerra, e a Cirò ci sono stati tanti eroi caduti per la patria che oggi il parroco ed il sindaco hanno ringraziato. Il primo cittadino inoltre ha riferito durante l’omelia tenutasi presso la  chiesa di S. Giovanni a margine della messa officiata dal parroco Don Matteo Giacobbe,  di fronte ad una folta delegazione di ragazzi dell'istituto Omnicomprensivo con in testa il dirigente Scolastico  Giuseppe Dililllo, il vero significato della giornata con i più alti valori della libertà e della solidarietà. Valori che oggi la pandemia ha evidenziato ancora di più. Durante la posa della corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti in guerra che ricordano i 138 ragazzi caduti per la patria, è stata suonato il Silenzio dalla tromba di Luigi Paletta. 


Il  monumento si trova addossato alla fac­ciata principale della chiesa madre De Plateis, formato da una lapide in bronzo (inaugurata nel 1921) sulla quale sono incisi i nomi dei 96 cirotani caduti nella Prima guerra mondiale e da una lapide in marmo (inaugurata nel 1949) che riporta, inve­ce, i nomi dei 41 soldati morti nella Seconda guerra mondiale e di un caduto della guerra d'Africa. Tra le due lapidi c'è lo stemma di Cirò e in alto una statua, ideata dal pittore e scultore  Salvatore Ianni, che raffigura un soldato ferito, monumento di recente restaurato dall’artista Gianni Arcovio.

venerdì 18 dicembre 2020

Medaglia d’oro per la Riserva Rosso Classico Superiore “Brinifè”

 


Cirò- Giovane viticoltore Rocco  Pirito
, della neo  azienda Agricola di Giovanna Romano, due giovani coniugi e imprenditori, vincono con la loro pregiata Riserva  Cirò D-O-C- 2016, un  Rosso Classico Superiore “Brinifè”, 100% Gaglioppo biologico, il premio Medaglia d’oro per la Riserva, ed il premio come “Miglior Cirò Doc”  al  concorso “Wow The Italian Wine Competition- Civiltà del bere 2020”.  Due premi prestigiosi  importanti per una azienda presente  sul mercato da pochi anni, ma che ha già scalato le vette vitivinicole calabresi e nazionali. Ma Rocco Pirito è anche unico giovane potatore della vite, delicato lavoro trasmessogli dagli anziani. Infatti gli “Innestaturi”(potatori) è ormai un mestiere  in estinzione, ma che oggi  sopravvive grazie al viticoltore Rocco Pirito- innestino sopraffino.  È un mestiere oggi sempre più anacronistico che si impara fin dalla tenera età, affiancando in vigna il nonno, il papà o un altro anziano disposto a farsi rubare l’anima con gli occhi. Osservare Rocco Pirito nel suo lavoro di precisione estrema a intarsio, con quelle mani aspre eppure rassicuranti mentre ghermisce la vite tra lo strangolamento e la carezza, è un vero e proprio spettacolo di paleografia agricola. 


Eppure finché c’è Rocco e ci sono gli innestini a Cirò c’è speranza per la viticoltura e per il vino in generale non solo di Calabria ma del mondo intero, come il suo “La Manna” un rosso classico superiore, un pregiato “calato” direttamente dal cielo per la gioia dei palati più sopraffini. Generosa è la terra cirotana dove  da secoli si coltivano vitigni autoctoni di Gaglioppo, ma anche di Greco Bianco, da cui il  bianco e il rosato “Maristello”, la cui argilla sopraffina gli conferisce  morbidezza e sapori fluttuanti al palato come il mare sulla battigia.