lunedì 2 luglio 2018

Cirò- La Nutria nome scientifico (Myocastor coypus) (Molina 1782), è giunta purtroppo nell’area SIC delle Dune e della Ginestra bianca della Marinella,


Cirò- La Nutria nome scientifico  (Myocastor coypus) (Molina 1782), è giunta  purtroppo nell’area SIC delle Dune e della Ginestra bianca della Marinella, lungo gli argini del fiume Santa venere. E’ la prima volta che viene segnalata in questa zona, è una specie invasiva e catastrofica per fauna e flora, addirittura una Raccomandazione del Consiglio d’Europa n. 77/1999  include la nutria tra le specie alloctone invasive che causano impatti rilevanti alla biodiversità e chiama i Paesi membri del Consiglio d’Europa a eradicare, ove possibile, tale specie. Conosciuta anche con il nome di  castorino, è un mammifero roditore originario del Sud America. La sua presenza si è diffusa, negli ultimi decenni, in molte parti dell’Europa, compresa l’Italia. Infatti, se inizialmente l’animale era stato introdotto per essere allevato come specie da “pelliccia” (detta appunto pelliccia di castorino), successivamente, a causa della fuga di questi animali e, in diversi casi, della loro liberazione nell'ambiente a seguito della scarsa redditività dell'allevamento, si è arrivati ad un notevole incremento della popolazione. Il sovrappopolamento di tale specie ha raggiunto dimensioni non più sostenibili in ampie zone del territorio italiano, in particolare la pianura Padana, la costa adriatica sino all'Abruzzo,  coste tirreniche sino al Lazio, per giungere ai   nuclei di Nutrie lungo la Foce del Crati a Sibari. Il  Decreto Legge 24 Giugno2014, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n.116,  all’art.11, comma 12, ha modificato l’articolo 2, comma 2, della legge 11 Febbraio 1992 n.157 recante “ Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio” ed ha  inserito le nutrie nell’elenco delle specie nocive per le quali non si applicano le previsioni della richiamata Legge n157 del 1992. La competenza sulla gestione delle nutrie viene trasferita ai Comuni che, relativamente al sovrappopolamento, possono utilizzare tutti gli strumenti sinora impiegati per le specie nocive (non solo per il contenimento, ma anche per l’eliminazione totale di questi animali analogamente a quanto si fa nelle derattizzazioni).Nella gestione dei piani di controllo delle nutrie, gli Enti Locali sono richiamati a porre la loro attenzione  sia sul controllo che sul modo di contenimenti della specie, che ad oggi, in Italia, l’impatto della nutria è stimabile in 20 milioni di euro all’anno di danni. Inoltre la Nutria può essere potenziale portatrice di 16 zoonosi di tipo virale, batterico o parassitario. Una popolazione molto elevata potrebbe, quindi, provocare problemi di tipo sanitario. Al momento, comunque, in Italia non vi è un particolare rischio di contagio per l’uomo, in quanto la maggior parte di queste malattie è stata descritta solo in paesi esteri o riguarda infezioni sperimentali. Tuttavia, la nutria è portatrice di un rischio di diffusione della Leptospirosi e di Fasciola hepatica. Per fortuna ad oggi non si conoscono casi  documentati di malattie che siano state trasmesse dalla nutria all’uomo o agli animali domestici. La nutria non rappresenta pertanto alcun pericolo dal punto di vista igienico-sanitario, né ha un particolare ruolo nella trasmissione e diffusione di malattie, l’unico suo problema grave è la distruzione della biodiversità ai danni dell’ecosistema di flora e fauna locale.

Cirò- Si è concluso sabato sera il Saggio di danza della scuola “ YPSCRON” diretta dall’istruttrice di ballo Francesca Lettieri.


Cirò- Si è concluso sabato sera il Saggio di danza della scuola “ YPSCRON” diretta dall’istruttrice di ballo Francesca Lettieri. La serata è stata suddivisa in due parti, la prima dedicata al fenomeno del bullismo  con l’interpretazione  inconiabile dell’attore teatrale Luca Murano  che ha interpretati  i testi di Paola Cortellesi, seguito da un monologo sull’amicizia; ed un ballo sul tema contro la violenza delle donne trascinati dalla canzone  di Anna Tatangelo: Rose spezzate,   in un prezioso duetto di Rita Ierimonti  e Vittoria  Funaro, . La seconda parte  di spettacolo è stato dedicato all’antico Borgo alle sue bellezze  e ai suoi figli illustri tra cui Luigi Lilio, Giano Lacinio, San Nicodemo da Cirò. E’ stato un susseguirsi di spettacoli  e coreografie che portano la firma di due grandi artisti: il maestro Antonio Carolei che in un suo assolo ha entusiasmato la gremita sala Filottete, ed il maestro Giuseppe Grillo.
 Alla serata era presente il sindaco Francesco Paletta che si è detto soddisfatto per la riuscita della serata. Dunque uno spettacolo  nello spettacolo con balletti  a cominciare  con i più piccoli fino alle eccellenze il ballerino Francesco  Santoro e le prime ballerine Federica Paletta e  di Ilaria  Le Pera che con i loro assoli, hanno entusiasmato il numeroso pubblico presente presso la sala Filottete  in zona Cappella di Cirò. Tra gli ospiti della serata direttamente da Amici e da X-Factor  il cantante Matt Venturi che ha presentato il suo ultimo inedito: ”Io ti stupirò”. Altri ospiti attesi sono stati i bambini dell’asilo accompagnati dalla loro maestra Vittoria Mazziotti che hanno interpretato una  bella coreografica dal titolo: “Giro tondo intorno al mondo”, un chiaro messaggio di unione e amicizia. E ancora gli ospiti una kermess  di alto spettacolo provenienti  dalla scuola Krimisa Sport Center di Teresa Spataro. Tanti i balli  interpretati dai ballerini della scuola Ypscron  dalla danza moderna, a l’HIP Pop, al Latino,  al Freestyle, alla Salsa alla Tarantella interpretati magistralmente da tutti gli allievi dai più piccoli ai grandi. 
A fine serata il ballerino e maestro Antonio Carolei ha omaggiato il gruppo di ballo della scuola di danza Ypscron di una borsa di studio  che da a tutti la possibilità di accedere prossimamente  ad uno stage  di danza presso la città di Crotone. E sulle note finali  di una tarantella tutti i gruppi di ballo  grandi e piccoli hanno  ballato trascinando  nello spettacolo il pubblico presente mentre  in sottofondo venivano proiettati  immagini dell’antico borgo.

  E’ stato uno spettacolo non solo di danza ma anche di cultura e di contemporaneità, complimenti alla presidente Lettieri  che ha saputo sposare spettacolo cultura e tradizioni in unico comune denominatore.
















lunedì 25 giugno 2018

Cirò- “Il vincitore dei demoni- San Nicodemo da Cirò” - Tra storia, musica , sapori ed atmosfere medievali, la vita, romanzata, del Santo cirotano. Al via la rappresentazione che si terrà in Piazza Pugliese, 1 luglio 2018, ore 20,30.


Cirò- “Il vincitore dei demoni-  San Nicodemo da Cirò” - Tra storia, musica , sapori ed atmosfere medievali, la vita, romanzata,  del  Santo cirotano. Al via la rappresentazione  che si terrà in  Piazza Pugliese, 1 luglio 2018, ore 20,30.  Nel corso della serata sarà aperta la Locanda medievale a cura dell'associazione Giovanni Paolo II. L'iniziativa è organizzata dal comitato per il club per l'Unesco di Cirò Marina, con il patrocinio dell'amministrazione comunale, e  la partecipazione della compagnia La Torre di Melissa e dell'Oratorio San Domenico Savio di Cirò, in collaborazione con l'associazione Caritas e la scuola di ballo Ypsicron di Cirò. La rappresentazione  apre il programma estivo a Ciro.  E’ la prima volta che dopo l’iniziativa dei fiocchi rossi ,cerca di valorizzare e far scoprire questa bellissima figura storica che appartiene a cirò che gli ha dato la nascita e a Mammola dove morì. I Preparativi sono già iniziati proprio in  occasione della ricorrenza  già nel mese di Maggio, dedicato alla nascita di San Nicodemo,  avvenuto il 12 maggio  del 900 nell’antica Ypskron odierna Cirò, non lontano dalle saline del Neto, come attesta Apollinare Agresta,  abbate Generale  dell’Ordine di San Basilio  Magno nel 1677, dove Cirò si appresta  a festeggiare il prossimo primo luglio, attraverso una manifestazione teatrale, la vita e le tradizioni legate al Santo cirotano, morto nel 990 il 25 marzo  a Mammola. Si tratta di una rappresentazione in costume, basata su una libera interpretazione della vita di San Nicodemo. E’ il Santo Protettore di Cirò, dove già all’età di cinque  anni il padre lo aveva  affidato  all’ erudito  sacerdote  cirotano Galatone sua prima guida spirituale con cui mantenne  fino all’età della pubertà, una importante  corrispondenza epistolare, prima di essere affidato più tardi,  al maestro da lui scelto Fantino il Giovane, che fu anche maestro di Nilo da Rossano. Visse a Cirò   tra la zona Portello, dove oggi al posto della sua  casa natale si trova la chiesa omonima, e la zona Coppa Mordace, dove   spesso accompagnava nei campi, i genitori, il padre Theofano e Panta Dima, cognome tutt’ora diffuso nel cirotano. Proprio in questa zona esiste ancora oggi, tramandato da secoli da generazioni in generazioni, i suoi luoghi di culto come la grotta e la fontana a lui dedicati.  “Per quanto fedele ai testi originali, scrive la regista e autore  della rappresentazione teatrale in costume Margherita Esposito- propone una versione romanzata che offre un parallelismo con i giorni di oggi sul tema dell’ accoglienza, difesa dei deboli e diritto dei popoli. Valori che appunto il nostro Santo, dal carattere carismatico e forte fu antesignano nel X secolo.  L’ obiettivo della manifestazione prosegue l’Esposito-  è divulgare e valorizzare la figura, dal punto di vista culturale,  di san Nicodemo che, per quanto sia nato a Cirò,  anche nella sua comunità è, ancora poco conosciuto. Il progetto ha coinvolto i ragazzi del paese in un percorso di integrazione e culturale volti ad avvicinarli all’arte teatrale”. Il lavoro in prosa si completa con il ballo affidato alla scuola Ypsicron della maestra Francesca Lettieri.  C’è voluta una intensa ricerca culturale e religiosa  per arrivare  ad un ottimo  testo, regia, scenografia, e ricerca musicale, tutte realizzate  da Margherita Esposito. Per i costumi hanno prestato la loro opera le sarte Lina Tassone e Maria Rosa Fiore ed ha  concorso anche  l’Oratorio san Domenico Savio. Dunque una intera comunità si appresta a festeggiare  il Santo DOC cirotano che nei secoli ha lasciato tracce indelebile disseminate in tutta l’area, dalla sua casa natia  in zona Portello, fino alla zona Coppa Mordace dove ha fatto il miracolo del vino e dell’acqua. Intanto cresce l’attenzione sul percorso naturalistico e paesaggistico che porta ai luoghi di San Nicodemo in zona Coppa-Mordace di Cirò.

domenica 24 giugno 2018

Cirò- Alla presenza del sindaco Francesco Paletta, del parroco don Matteo Giacobbe e della Dirigente Scolastica Rita Anania, venerdì otto giugno è stato inaugurato il nuovo campetto sportivo in località Chiesa della Madonna di Pompei, appena restaurato, già dedicato al giovane Giuseppe Fazi



Cirò- Alla presenza del sindaco Francesco Paletta, del parroco don Matteo Giacobbe e della Dirigente Scolastica Rita Anania,  venerdì otto giugno è stato inaugurato il nuovo campetto sportivo in località Chiesa della  Madonna di Pompei, appena restaurato, già dedicato al giovane Giuseppe Fazio scomparso prematuramente a soli quattordici anni, a seguito di un incidente agricolo in zona Cappellieri nel 2004. “Lo sport sia lo strumento di educazione al rispetto delle regole ed alla legalità per tutti quei ragazzi che potranno fruire di questa struttura. L’aggregazione e il rispetto sono fondamentali soprattutto nei nostri territori abbandonati e degradati”, è quanto ha dichiarato il primo cittadino. Paletta , dopo il taglio del nastro- ha colto l’occasione per ringraziare la Dirigente dell’Istituto Omnicomprensivo Lilio Rita Anania, la Pro Loco, le associazioni Misericordia, Giovanni Paolo II, la federazione calcio Cirò e il suo presidente Antonio Lettieri ed il parroco don Matteo Giacobbe che ha benedetto la struttura sportiva. Consegnando la struttura ai tantissimi giovani presenti, il Primo Cittadino, li ha esortati ad avere cura dei beni pubblici perché ciò che l’Amministrazione riesce a realizzare con non pochi sacrifici - ha detto - appartiene ad ognuno di voi e va preservato e tutelato.
 Dopo la benedizione è seguito un intrattenimento musicale realizzato dai ragazzi dell’Istituto Omnicomprensivo Luigi Lilio,  la partita di calcetto con la Federazione Calcio Cirò, ed infine  un aperitivo di buon augurio. Intanto proprio per questa struttura il comune aveva avviato nei giorni scorsi una manifestazione di interesse per garantire il decoro urbano, la fruizione e la manutenzione di un’opera pubblica luogo di aggregazione e socializzazione per i giovani. L’affidatario si legge in una nota-dovrà occuparsi della manutenzione del fondo, della custodia, pulizia e piccola manutenzione dell’impianto sportivo, dello spogliatoio e dell’area antistante il campo di calcetto – parco giochi anch’esso appena ripristinato. Inoltre dovrà gestire gli impianti di metano, acqua ed energia elettrica. Il Comune, si legge sul bando- potrà usare la struttura per iniziative sportive, culturali ed istituzionali oltre che per l’utilizzo da parte delle scuole per le pratiche di attività sportive, ricreative e sociali. L’importo a base di gara – si legge nell’avviso – è di 15 mila euro (iva esclusa) per 3 anni gara che è scaduta lo scorso 14 maggio.
 Sarà aggiudicata dall’offerta con il minor prezzo. Naturalmente l’affidamento partirà dal 1° luglio e sarà valido fino al 30 giugno 2021.  Dunque c’è grande attesa per questa importante inaugurazione che  consegnerà tutta l’area sportiva e del parco giochi adiacente, ai tanti giovani e alle famiglie cirotane. Il campetto e l’area attrezzata precisa Paletta-verranno presto affidati ad una ditta che si occuperà della manutenzione e l’area diventerà un polmone verde della Città.

Cirò- La minoranza chiede lumi sull’acquisto del castello di Cirò


Cirò- La minoranza chiede lumi sull’acquisto del castello di Cirò da parte dell’amministrazione guidata dal sindaco Francesco Paletta. Si legge in una nota del gruppo consiliare “Un’altra Cirò”  formata dai consiglieri Carlo Colucci, Francesco Marino, Maria Aloe
Giuseppe Dell’Aquila- Presentata interrogazione per conoscere i termini e le valutazioni inerenti l’acquisto dell’antico maniero. I consiglieri comunali eletti e facente parte del gruppo consiliare “Un’altra Cirò”, prosegue la nota-  facendosi carico delle richieste di cittadini contribuenti residenti nel nostro Comune, hanno protocollato nei giorni scorsi la richiesta di informazioni per conoscere i termini e le valutazioni inerenti l’acquisto del Castello.
E’ la seconda volta in un anno, in un Paese che, per come raccontato da Amministrazione e relativa società di Comunicazione, sembra essere isola felice ed efficiente, i Consiglieri di minoranza si chiedono come mai tutto questo “silenzio sull’operazione Castello” sin dall’inizio poco trasparente.
Operazione iniziata, lo ricordiamo, a ridosso delle Amministrative scorse ed ancora in corso con poca chiarezza e ci auguriamo senza retroscena alcuno. Questo il contenuto della  richiesta e protocollato  dal gruppo consiliare di minoranza “Un’Altra Cirò”:” I sottoscritti Colucci Carlo, Dell’Aquila Giuseppe, Aloe Maria e Marino Francesco, nella qualità di Consiglieri Comunale del Comune di Cirò, premesso che a tutt’oggi, non vi è stata alcuna risposta all’interrogazione a risposta scritta, presentata circa un anno fa, con la quale, considerato che con determinazione del Responsabile dell’Ufficio Finanziario, n° 164 del 31.07.2017, si era provveduto a liquidare ai proprietari del Castello una somma pari ad € 30.000,00 a titolo di acconto sulla maggiore somma dovuta, impegnate sul cap. 4280 imp. 6812016 – entrata risorse Royalties rispettivamente per le annualità 2013 e 2014, si chiedeva di poter conoscere se il suddetto capitolo ed il suddetto impegno erano effettivamente capienti, nonché, di poter conoscere l’importo delle spese legali effettivamente sostenute per l’emissione del D.I. n° 318/2006 del 10.10.2006 e per il relativo giudizio di opposizione, proposto dai proprietari del maniero.Nonché, di poter conoscere se i proprietari del Castello avevano o meno delle pendenze nei confronti dell’Ente comunale per tributi e/o altro e se questi avevano mai pagato i tributi ed in che misura, relativi al Castello ed eventualmente, se di tali debiti e delle spese legali sostenute dal Comune, così come degli interessi maturati in dieci anni, sulla somma ingiunta, si era tenuto conto, oppure no, nella transazione ed in quest’ultimo caso, i sottoscritti consiglieri, chiedevano, al Sig. Sindaco, di voler fornire adeguata motivazione”.
E ancora- I sottoscritti consiglieri, nel riproporre i suddetti interrogativi, chiedono, inoltre, di essere messi al corrente, in modo formale e per iscritto, in risposta alla presente interrogazione, se nel frattempo, sono state liquidate altre somme ai proprietari del castello ed in caso positivo di poter conoscere l’ammontare delle stesse, nonché, di poter conoscere i motivi per i quali, non si è ancora provveduto a perfezionare la vendita in questione e le eventuali problematiche, che hanno impedito il suddetto perfezionamento. Ricordiamo che recentemente  da parte del ex  ministero dei Beni Culturali erano  stati stanziati due milioni di euro per il finanziamento del progetto di restauro e valorizzazione del Castello di Cirò, finanziamento  contenuto del decreto firmato lo scorso 12 gennaio 2018, dall’ex Ministro dei beni, delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini.


venerdì 18 maggio 2018

Cirò- Scuola: Finanziati dalla Regione Calabria due progetti per 442 mila euro destinati alla Primaria S.Elia e scuola Infanzia San Francesco per dare più sicurezza e diritto allo studio.


Cirò- Scuola: Finanziati dalla Regione Calabria due progetti per 442 mila euro destinati alla Primaria S.Elia e scuola Infanzia  San Francesco per dare più sicurezza e diritto allo studio. Ogni euro recuperato ed investito nell’elevazione degli standard di sicurezza scolastica rappresenta un contributo prezioso all’affermazione del diritto alla studio, alla formazione ed alla qualità della vita scolastica e civica delle nuove generazioni e di tutta la rete di educatori, dagli insegnanti alle famiglie, orbitano attorno ad ogni cellula scolastica. È quanto dichiara il Sindaco Francesco Paletta esprimendo a nome della Giunta Municipale soddisfazione per il ribadito lavoro di squadra che si sta portando avanti e, quindi, per questi ulteriori due finanziamenti richiesti e concessi dalla Regione Calabria. In particolare 392 mila euro per l’adeguamento sismico della scuola Primaria di via S.Elia (aderendo l’Ente ad una manifestazione d’interesse relativamente al POR Calabria per l’adeguamento sismico delle scuole). 50 mila euro per l’adeguamento dell’impianto idrico ed elettrico, il ripristino dei cornicioni e della facciata dell’edificio che ospita la scuola dell’Infanzia in località San Francesco (concessione di un contributo richiesto sulla base della legge regionale 23/90 in materia di pianificazione regionale). A tanto ammontano, rispettivamente, le risorse extra bilancio intercettate dall’Amministrazione Comunale a beneficio della riqualificazione del patrimonio scolastico cittadino. Questi ultimi due finanziamenti – aggiunge Paletta – rientrano in una cornice di attenzione complessiva della Giunta al tema dell’edilizia scolastica. Essi fanno seguito, infatti, al completamento lavori che hanno interessato la Scuola Media cittadina nei mesi scorsi. Si tratta di opere importanti di riqualificazione  e di sicurezza  destinarti ad elevare la sicurezza e il diritto allo studio.

In occasione del mese dedicato a San Nicodemo


In occasione della festa patronale che vede Cirò festeggiare il suo Santo protettore San Nicodemo dal 10 al 12 Agosto giungono di solito da Mammola tanti fedeli  che insieme al popolo di Cirò   festeggeranno l’incontro  religioso tra i due popoli veneranti lo stesso Santo: San Nicodemo, Patrono di Mammola e Protettore di Cirò. Ad accoglierli come sempre il comitato festa patronale, la proloco, l’amministrazione comunale, in parroci e i fedeli tutti in gemellaggio religioso e storico tra i due comuni. Da sempre il popolo Mammolese festeggia  in Gemellaggio con Cirò in occasione della festa, il  Santo comune. Un antico appuntamento quello tra i due paesi: Cirò dove il santo nacque nel lontano 900, e Mammola dove morì nel 990. San Nicodemo dunque patrono e protettore  delle due città: Cirò e Mammola , nacque da una famiglia umile, il padre Teofano, la madre Panta  Dima, vivevano in un’umile casetta nell’allora villaggio Ypskron, attuale portello, oggi  chiesa del Santo. Sono molti i miracoli a lui attribuiti, specie quando era ragazzino, come la lotta col diavolo , di cui ancora oggi, sulla pietra a cui egli si aggrappò, dietro la sua casa, sono evidenti i segni lasciati dalle sue dita infilati nella pietra, oggi meta di pellegrinaggi. Secondo quanto ancora oggi raccontano gli anziani, pare che San Nicodemo da bambino era solito giocare ad infilare le sue dita e le mani, come pure i piedi, nella dura roccia, mentre questa si lasciava deformare. Molte di queste impronte sono ancora oggi visibili sulla pietra dietro l’altare, luogo di continui pellegrinaggi da parte di fedeli, che ogni anno, da tutto il mondo, specie dall’Australia e America, dove si trovano numerosi Mammolesi, giungono a Cirò a visitare i sacri posti dove il Santo nacque e visse da bambino, prima di partire per Mammola. Ancora oggi gli anziani raccontano il miracolo del vino e dell’acqua avvenuto in zona Mordace-Castedduzzo-Coppa, dove il padre si recava a lavorare i campi, ed è proprio in questa zona che alcuni anni  fa un amatore di storia locale, grazie a molte indicazioni avute dagli anziani, è riuscito, dopo mesi di ricerca a trovare l’esatta posizione della fontana, dalla cui pietra, grande come il dorso di un elefante, attraverso  tre fori praticati con le dita del Santo, ancora oggi fuoriesce  acqua; mentre ai piedi della collinetta dove il padre era solito lavorare , si trova quasi nascosta dalla vegetazione e da cumuli di frana, una grotta dove il Santo si ritirava in preghiera.
 E ancora si racconta, che riuscì  a catturare un cinghiale con un filo d’erba, che portò alla sua famiglia come pranzo per la cerimonia di matrimonio della sorella. Si racconta che, mentre era in viaggio, lontano da Cirò, per ritirarsi in preghiera, incontrò un venditore di brocche con il suo asinello, che gli chiese se poteva avere una ciotola  per potersi cuocere la ghianda, cibo prediletto di San Nicodemo, il venditore  glielo negò dicendo che se i maiali la mangiavano cruda, perché egli la doveva cuocere? E così andò via , ma fatto pochi passi , ruzzolò da un dirupo, di tutto il carico che trasportava sull’asinello, si salvò solo la ciotola  che il Santo gli aveva chiesto. Così preso da rimorsi, il venditore tornò indietro e donò la ciotola superstite al Santo, chiedendogli scusa. Raggiunto la sua maturità, si vide costretto a lasciare il paese, in quanto le sue “stranezze”, lo rendevano ridicolo agli occhi del popolo, e se ne andò amareggiato a tal punto che fermatosi a metà cammino, nei pressi di Gerace, egli disse:”Sentu vuci e cirotano, mi mpesu e vajiu avanti”(sento voci di cirotani, mi alzo e riprendo il cammino), tanto era la paura di incontrarli. 
Arrivò a Mammola sul monte Zappino, dove vi rimane fino alla sua morte avvenuta nel 990. Il corpo fu trovato invaso dalle formiche, le quali non invasero la sola lingua che tanto aveva saputo annunciare e consolare specie gli afflitti e deboli. Qui lo veneravano così tanto da divenire il protettore  della città. Per questo gli anziani ancora oggi dicono che San Nicodemo è il protettore degli stranieri e non del suo popolo di Cirò che lo ha deriso fino a farlo scappare, ben venga dunque il gemellaggio  che riporta a casa non solo il  santo ma anche l’attesa benedizione. E’ di qualche mese  fa la notizia del lascito alla chiesa del Santo, di una casa, adiacente ad essa, che la signora Rita Bullotta ha voluto offrirla in devozione al Santo. Ed è proprio questa casa ad ospitare di volta in volta i mammolesi nelle giornate di pellegrinaggio. Un tempo  le case adiacenti alla chiesa era una unica casa dove all’interno, l’attuale altare maggiore, era proprio la piccola dimora della famiglia del Santo. Si racconta che egli andò in sogno al proprietario della casa raccomandandogli di lasciarla perché li doveva nascere una chiesa a lui dedicato, ma l’anziano signore non volle credere al sogno, e dopo l’ennesima volta che sognò il Santo, gli morì l’asinello, solo allora l’anziano contadino decise di lasciare la casa divenendo in futuro chiesa omonima, oggi meta di molti pellegrini.
Dopo i miracoli dell’acqua e del vino era piu’ evidente la sua Santita’ tanto da essere preso di mira anche dal diavolo che lo volle tentare; Nicodemo era solito giocare dietro casa, sulla roccia dove trascorreva il tempo giocando ad infilare le dita nella roccia come se fosse burro, la roccia si lasciava deformare e plagiare dalle sue impronte ancora oggi Visibili, ad un certo punto il diavolo lo spinse dalla rupe e lui Nicodemo riuscì ad aggrapparsi dalla roccia grazie alla deformazione di questa che divenne come un appiglio per Nicodemo, scampando così di essere scaraventato giu’ dalla roccia. Da allora la roccia dietro casa e oggi dietro la chiesa omonima si chiama roccia del diavolo.  Ma non solo i cirotani hanno parlato di San Nicodemo anche lo storico Antonio Borrelli, ha trattato la storia di San Nicodemo da “Santibeati in Calabria”, dove si può leggere che: ” Teofane e Panta furono i genitori di Nicodemo, che nacque a Cirò nei primi anni del X secolo, lo affidarono alla cura spirituale di un pio e dotto sacerdote, Galatone, contemporaneamente il ragazzo progredì nelle scienze sacre e nella pietà. Da giovane poté vedere il comportamento licenzioso di alcuni suoi contemporanei, che lo disgustarono, cosicché sentì maggiormente l’attrazione per la vita monastica, che veniva professata nel secolo X, da quegli asceti con fama di santità, nella zona del Mercurion, sulle balze del Pollino in Calabria. Lasciata Cirò, andò a chiedere l’abito monastico all’austero abate s. Fantino, ma gli fu rifiutata più volte questa richiesta, perché non veniva ritenuto adatto a quella vita di studi, penitenze e mortificazioni, vista la sua gracile costituzione fisica. Deluso ma non convinto, insisté tramite i buoni auspici di altri monaci, finché s. Fantino commosso dalle sue insistenze, gli concesse l’’abito angelico’, così chiamato tra i monaci greci di quel tempo. Nicodemo divenne insieme a s. Nilo di Rossano, esempio splendente di vita ascetica del Mercurion, cresciuti e formati tutti e due alla rigida scuola dell’abate s. Fantino; essi accomunati ad altri santi monaci calabro-siculi resero famosa in tutta la Cristianità la loro Comunità, al punto che Oreste, patriarca di Gerusalemme la descrisse elogiandola, nei suoi autorevoli scritti e biografie. Il tipo di vita praticato è impensabile ai nostri giorni, ma costituiva il perno dell’ascesi, insieme alla purezza, dei monaci calabro-siculi di quell’epoca; vestiva con una pelle di capra, andava a piedi nudi in ogni stagione, dormiva su paglia in una grotta, mangiava castagne e lupini.In età abbastanza matura, decise di lasciare il Mercurion e si ritirò in un eremo del Monte Cellerano nella Locride, ma la fama di santità che lo seguiva, attirò molti monaci che gli si affidarono e quindi Nicodemo si vide costretto a fondare una laura, cioè una colonia di anacoreti, vivendo divisi, ognuno in una capanna e riunitasi una volta la settimana, più tardi il termine designerà un grande convento. 
La sua laura fu visitata anche da s. Fantino e altri monaci del Mercurion; purtroppo però era troppo esposta alla curiosità dei fedeli e soprattutto alle scorrerie dei Saraceni, per cui prevedendone la distruzione, disperse i monaci in altri monasteri e lui si ritirò presso Gerace in un cenobio, accentuando l’austerità della sua vita. Ma anche qui non restò a lungo e dopo alcuni anni si ritirò in un luogo solitario vicino a Mammola, che presto anch’esso si trasformò in un famoso monastero di monaci greci. Nonostante i settanta anni passati nell’asprezza della vita ascetica, Nicodemo visse circa 90 anni, tantissimi per quei tempi e a dispetto della sua gracile costituzione fisica; morì nel monastero di Mammola, che prese poi il suo nome, il 25 marzo 990. I miracoli fiorirono sulla sua tomba e quindi venne proclamato santo, allora non c’erano tutte le procedure che occorrono oggi. Nel 1080 i Normanni trasformarono il piccolo oratorio con la sua tomba, in una grande chiesa, restaurando anche il monastero e concedendo privilegi e beni.
Le reliquie furono poi traslate nella chiesa di Mammola nel 1580 che lo proclamò suo patrono nel 1630, fissando la festa liturgica al 12 marzo. I pontefici nei secoli successivi concessero particolari indulgenze nell’occasione della sua festa e altre celebrazioni. Il Comune di Mammola nel 1884 fece decorare artisticamente la cappella, una ricognizione delle reliquie è stata effettuata il 12 maggio 1922 nella coincidenza dell’inaugurazione della ricostruita e abbellita chiesa”.
Presto i fedeli di Cirò organizzeranno un pellegrinaggio a piedi verso i suoi luoghi santi di Coppa-Mordace dove c’è la fontana e la grotta e dove ha compiuto i primi miracoli.