Cirò- Il sindaco Mario Sculco punta
sulla cultura, oltre che sul vino,
volano dell’economia turistica e identitaria dell’antico borgo attraverso una
trina: scienza, identità e
spiritualità, grazie ai suoi figli illustri: Luigi Lilio, Giano Lacinio, e San
Nicodemo Abate, attraverso un
rinascimento culturale consapevole. E’quanto afferma il primo
cittadino in un comunicato- Cirò ha detto-
“è anche luogo dell’anima,
custode di una spiritualità antica che trova nella figura di San Nicodemo Abate il suo simbolo più profondo e
condiviso”. Nella Città del Vino e del Calendario,-scrive Sculco:” il tempo si
racconta nei secoli, nelle tradizioni e nei volti della comunità. Ed è proprio
partendo dalla sua cifra più autentica, quella culturale, che l’Amministrazione
comunale ha scelto di far leva per rilanciare la destinazione esperienziale”. E ancora: ”Cirò fonda la sua visione di
sviluppo sul valore dei Marcatori Identitari Distintivi (MID) della
Calabria Straordinaria, che riconoscono al borgo un ruolo centrale nella
storia della scienza e del pensiero, non solo calabrese ma dell’umanità. Luigi
Lilio, medico e astronomo, diede al mondo la riforma del calendario gregoriano
e con essa la misura moderna del tempo. Giano Lacinio, il teologo francescano
che rivoluzionò l’alchimia; alchimista e umanista, rappresentò l’incontro fra
la conoscenza scientifica e la ricerca filosofica nel cuore del Rinascimento. A
completare questo patrimonio intellettuale, si staglia la figura di San
Nicodemo Abate di Cirò, monaco basiliano nato a Psicrò, l’antico nome di Cirò – il 12 maggio del 900,
guida spirituale e punto d’unione fra Oriente e Occidente cristiano, Patrono di
Cirò e di Mammola dove morì. La presenza di
San Nicodemo di Cirò, il patrimonio religioso
di una comunità attraversa la storia e la coscienza collettiva di Cirò,
dove le fonti antiche, a partire dagli scritti del monaco Apollinare Agresta e
dai successivi studi di Monsignor Antonino Terminelli, ne descrivono la nascita
e la vita tra le colline che guardano lo Jonio. La proclamazione a Patrono e
concittadino da parte di Papa Urbano VIII nel 1630 e la successiva donazione di
parte delle reliquie, custodite ancora oggi nella Casa-Chiesa del Santo,
suggellarono un legame mai interrotto tra la città e il suo protettore. La
famiglia Dima, di cui il Santo porta il nome, rimane tuttora radicata nel
territorio, testimonianza viva di una discendenza e di un culto che non
appartengono solo alla devozione ma anche alla memoria civile. La nostra
comunità – sottolinea il Sindaco Mario Sculco che si sta facendo interprete,
insieme all’Amministrazione Comunale di un vero e proprio rinascimento culturale consapevole della Città – non
ha mai smesso di essere un luogo di cultura e di fede. La nostra identità è la
nostra forza e, allo stesso tempo, la nostra direzione. San Nicodemo, Lilio e
Lacinio, nel pantheon di tutti gli altri concittadini illustri di Cirò di tutti
i secoli, sono le tre anime di una stessa gente: quella che sa fondere
l’intelletto con la spiritualità, la ricerca con la memoria. Da questa
consapevolezza nasce la nostra idea di sviluppo, fatta di valorizzazione, racconto
e apertura. E non è un caso – aggiunge il Primo cittadino - che la nostra
programmazione culturale e turistica sia oggi costruita attorno a questo asse
di senso: la scienza del tempo di Lilio, l’umanesimo della conoscenza di
Lacinio e la fede viva di San Nicodemo abate di Cirò. Tre percorsi che non si
sovrappongono ma si intrecciano, restituendo a Cirò la sua piena dimensione di
città dotta, ospitale e spirituale. La riscoperta dei luoghi di San Nicodemo,
la promozione dei percorsi dedicati a Lilio e Lacinio e la valorizzazione dei
saperi legati al vino e all’ospitalità diventano parte di un progetto unico di
crescita. Cirò si presenta come una destinazione identitaria in cui fede e
cultura non si contrappongono ma convivono, costruendo un racconto coerente e
duraturo. La nostra rotta è chiara – conclude Sculco – e punta ad investire
sulla cultura e sulla spiritualità per costruire una comunità viva e
riconoscibile.
venerdì 17 ottobre 2025
Cirò- Il sindaco Mario Sculco punta sulla cultura, oltre che sul vino, volano dell’economia turistica e identitaria dell’antico borgo attraverso una trina: scienza, identità e spiritualità, grazie ai suoi figli illustri: Luigi Lilio, Giano Lacinio, e San Nicodemo Abate.
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