domenica 25 novembre 2018

Cirò- L’Associazione Giovanni Paolo II Caritas presieduta da Marisa Blefari dipinge di rosso una panchina su viale Pugliese nel giorno dedicato al femminicidio.


Cirò- L’Associazione Giovanni Paolo II Caritas presieduta da Marisa Blefari dipinge di rosso una panchina su viale Pugliese  nel giorno dedicato al femminicidio, in ricordo delle vittime di violenza e abusi sulle donne.  Possiamo fare tanto possiamo cambiare le cose, scrive in una nota Blefari- Cirò nel suo  piccolo vuole dare un segno. Una panchina rossa , prosegue la presidente- serve a ricordare che le donne vanno amate curate rispettate ; serve a dire no alla violenza agli abusi; serve a ricordare che è rosso il cuore di una donna quando piange; serve a ricordare che 'rosso' è il sangue che mai più deve sporcare il corpo e l’ anima di una donna; serve anche per  dire che tanti sono gli uomini che amano e rispettano  le loro compagne... gli  uomini veri. E’ con questo spirito  che l’associazione onlus ha voluto testimoniare la loro presenza e partecipazione  in un territorio difficile come il cirotano , dove proprio ieri una delegazione  del PD di Cirò Marina si è recato presso il cimitero di Cirò Marina dove è stata ricordata Antonella Lettieri  vittima di femminicidio proprio nel giorno  in cui si dovrebbe festeggiare la donna: l’8 marzo  2017. Il  25 novembre non è un giorno qualunque ma è stato scelto  dall’assemblea dell’Onu nel 1999 in ricordo del sacrificio delle sorelle Mirabal, attiviste del “Movimento 14 giugno”, un gruppo politico clandestino dominicano che si opponeva alla dittatura di Rafael Leónidas Trujillo, da  cui il mondo cominciò a denunciare il femminicidio e gli abusi di genere.

Cirò- Condividere con il territorio di Mammola, in provincia di Reggio Calabria, un percorso di valorizzazione delle comuni radici religiose che la legano alla Città del Vino e del Calendario. Nel nome di San Nicodemo che nacque nell’antica Pscron odierna Cirò


Cirò-  Condividere con il territorio di Mammola, in provincia di Reggio Calabria, un percorso di valorizzazione delle comuni radici religiose che la legano alla Città del Vino e del Calendario. Nel nome di San Nicodemo che nacque nell’antica Pscron odierna Cirò  e che a Mammola operò fino alla sua morte. Parallelamente, promuovere i principali marcatori identitari enogastronomici delle due aree rappresentate dallo stocco e dal vino, entrambe produzioni d’eccellenza e dalla forte connotazione culturale. L’occasione per rilanciare la proposta è stata offerta al Primo Cittadino Francesco Paletta dalla presentazione del libro” l’Epopea di Nunzio” dello scrittore Giuseppe I.W. Germanò ospitata nei giorni scorsi ne‘  “A Casedda”, il centro culturale dell’azienda Librandi che ha promosso l’iniziativa culturale. Ne dà notizia lo stesso Paletta che si complimenta con Librandi per la qualità di un’iniziativa che conferma la sensibilità e responsabilità sociale e culturale della storica e prestigiosa cantina di Cirò. All’incontro con l’Autore, al quale hanno partecipato, tra gli altri, oltre al patron Nicodemo Librandi, il giornalista enogastronomico Gianfranco Manfredi, il Direttore del Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria Prof. Giuseppe ZimbalattI ed il Direttore generale di Unindustria Rosario Branda, è seguita, a Borgo SaveronA, la degustazione dei piatti a base di stocco preparati dallo Chef Nunzio Pisano protagonista del viaggio in Norvegia alla scoperta delle produzioni identitarie dello stoccafisso raccontato dalle pagine di Germanò. 

Cirò- “Valorizzare e recuperare il centro collinare, con interventi di riqualificazione e recupero anziché pensare ad urbanizzare la costa”


Cirò- “Valorizzare e recuperare il centro collinare, con interventi di riqualificazione e recupero anziché  pensare ad urbanizzare  la costa”, ne è convinto  il gruppo consiliare del Pd “L’Altra Cirò”.  Una querelle tra minoranza e maggioranza durante l’ultimo consiglio, scaturita  dall’ipotesi dell’amministrazione guidata da Francesco Paletta di voler  urbanizzazione il litorale inserendolo nel Piano di sviluppo associato. Dove, precisa il sindaco, l’urbanizzazione e relativi investimenti riguarderanno solo  l’area a monte della SS106 , mentre lungo la fascia costiera sottostante rimarrebbe il vincolo di vietata edificabilità assoluta.  Si pensi invece- replica il capo gruppo   e segretario cittadino del Pd Francesco Marino contrario all’urbanizzazione marina- ad  interventi volti a farne un’attrazione per il turismo ambientalista e naturalista dei 70 ettari dell’area”Sic Marinella delle Dune e della Ginestra bianca “,  che si trova lungo la fascia costiera di Cirò. Inoltre – prosegue Marino- “ l’insediamento urbanistico del litorale  andrebbe a penalizzare ulteriormente e pregiudicare completamente la rivitalizzazione del borgo antico, che soffre per la grave spoliazione di abitanti; anziché guardare alla costa – osserva -  occorre valorizzare e recuperare il centro collinare, con interventi di riqualificazione e recupero”. Dovrebbe invece, conclude il segretario del Pd- il Psa rispondere alla vocazione viticola ed un sviluppo turistico legato alla natura e il paesaggio senza stravolgere il territorio .

lunedì 19 novembre 2018


Cirò – Il turismo enogastronomico ha invaso l’antico borgo per festeggiare il vino novello nella serata di San Martino, dove circa 1000 persone provenienti da tutto il circondario da Lamezia a Rossano,  hanno visitato la manifestazione dedicata al dio Bacco. Si è trattato della quarta edizione della “festa regionale del vino calabrese e dell’enoturismo”, promossa dall’amministrazione Comunale con il progetto itinerante “Nostos – marcatori identitari per i turismi e l’associazione europea Otto torri sullo Jonio”. Sono stati offerti calici, sacche e ticket prima di addentrarsi nel borgo; le aree Slow Food gestite dalla Condotta Pollino Sibaritide Arberia con la partecipazione dell’agrichef Enzo Barbieri lungo Via S.Nicodemo (Vico II e Vico III); l’area cantine del Consorzio di tutela vini DOC di Cirò e Melissa attorno alla Chiesa S.Giovanni; lo stand gastronomico della Proloco cittadina attorno alla Chiesa della Madonna del Carmine; lo stand gastronomico di Confagricoltura in Via Casoppero; lo stand gastronomico e di dolci proposti dall’Associazione Giovanni Paolo II a Palazzo Susanna. Per tutta la serata era disponibile anche una navetta gratuita messa a disposizione dal Comune che ha accompagnato  i visitatori dai parcheggi fuori dal perimetro del borgo storico e dalla fermate nelle zone Cimitero, largo Madonna, Arenacchio, S.Elia e Piazza Mavilia. I numerosi  visitatori sono stati  accolti in Piazza della Repubblica difronte il Palazzo dei Musei dallo stand comunale dove sarà possibile recuperare le mappe Nostos del centro storico con l’indicazione dei punti panoramici, dei luoghi di interesse, dei monumenti principali e delle chiese che resteranno aperte in occasione dell’evento e infine delle diverse aree allestite appositamente nelle zona più caratteristiche del borgo come il “Portello”, dove i turisti  hanno potuto visitare anche la casa nativa di San Nicodemo nato nell’allora villaggio Pscron odierna Cirò. Proprio in questa area gli enoturisti hanno potuto ammirare la magica terrazza della Roccia del Diavolo romanticamente ribattezzata per l’occasione “Kissing Zone”. Un importante itinerario enogastronomico, e  culturale, è stato preso d’assalto dai numerosi turisti e gente locale, sono stati visitati anche le chiese , i musei,  la Casa natale di Luigi Lilio. Una manifestazione che ha visto la partecipazione  di molte associazioni come la Giovanni paolo II, le Quattro porte e la Proloco Cirò. Hanno aderito all’evento anche il consorzio di tutela vini doc di Cirò e Melissa, l’Enoteca Regionale casa dei vini di Calabria, la Confederazione italiana agricoltura (Cia), le due condotte slow food Pollino Sibarite Arberia e Crotone, Confagricoltura e Coldiretti Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia. Ancora una volta Cirò diventa capitale del vino della cultura e del turismo enogastronomico.

lunedì 12 novembre 2018

Cirò- Sono stati riconosciuti i debiti fuori bilancio per 190 mila euro stimati dagli uffici tecnici per lavori di somma urgenza che si sono resi necessari in seguito all’alluvione del 3 e 5 ottobre, punto deliberato dalla sola maggioranza del consiglio comunale di giovedì scorso. Inoltre sono stati chiesti 600 mila euro per e strade interpoderali distrutte dall’alluvione, è quanto riferisce durante il consiglio il sindaco Francesco Paletta. Intanto, prosegue il sindaco- Finalmente il castello di Cirò è diventato di proprietà del comune


Cirò- Sono stati riconosciuti i debiti fuori bilancio per 190 mila euro stimati dagli uffici tecnici per lavori di somma urgenza che si sono resi necessari in seguito all’alluvione del 3 e 5 ottobre, punto deliberato dalla sola maggioranza del consiglio comunale di giovedì scorso. Inoltre sono  stati chiesti 600 mila euro per e strade interpoderali distrutte dall’alluvione, è quanto riferisce  durante il consiglio il sindaco Francesco Paletta. Intanto, prosegue il sindaco- Finalmente il castello di Cirò è diventato di proprietà del comune, l’atto di vendita risale al 6 novembre scorso, l’atto di vendita,  è seguita al versamento a saldo delle pattuite ai tre proprietari, arriva dopo un anno e mezzo dalla firma del compromesso ed ora –ha detto Paletta-  ogni sviluppo è possibile, grazie anche al finanziamento  ministeriale di 2 milioni di euro già accordato dal Ministero. Soddisfatta la maggioranza, la minoranza consiliare Pd ha precisato- “che si tratta di un successo condiviso, evidenziando l’impegno del parlamentare Nicodemo Oliverio  nell’ assegnazione dei fondi, dove il capogruppo della minoranza, Francesco Marino (Pd), ha ribadito la sua perplessità sulla scelta di optare per la transazione con i privati anziché esercitare l’esproprio. I vari intoppi che hanno determinato il ritardo, ha spiegato il primo cittadino- in  risposta all’interrogazione presentata dal Pd nei mesi scorsi, inoltrata anche alla Prefettura, che l’aveva sollecitata, era dovuta per l’esistenza di una ipoteca iscritta su una particella che il proprietario Michele Colucci,  il quale si è, comunque, impegnato ad estinguere. Inoltre precisa Paletta- Nel compromesso non era stata inserita la torre pentagonale, diventando motivo di contesa tra i proprietari,  che alla fine è stata risolta con la donazione al Comune. 
Ad aumentare le potenzialità di attrazione turistica per Cirò, oltre al Castello, si è aggiunto di recente la restituzione al Comune da parte dell’associazione che l’aveva avuto in gestione dell’ostello della gioventù di località Le Cappella, per il quale il sindaco ha annunciato la possibilità di accedere ad un finanziamento nazionale. E’ stato un importante Consiglio Comunale, questo, - ha riferito Giuseppe Dell’Aquila della minoranza,  dove abbiamo appreso, con immenso piacere, che il problema relativo all'acquisto del Castello è stato risolto. Finalmente aggiungo, congratulandomi personalmente anche con il Sindaco Francesco Paletta per l'atteggiamento tenuto. Una notizia importantissima, perchè vuol dire che l'intero comprensorio cirotano da oggi ha l'opportunità di aggiungere ai propri servizi di promozione turistica una valida ed attesa prospettiva: la restaurazione del Castello di Cirò. Tutto questo grazie  ai finanziamenti di circa 4 milioni che le amministrazioni a guida PD hanno portato nell'ultimo anno: mi riferisco al Finanziamento di 2 mln del MIBACT grazie all'interessamento dell'On. Nicodemo Nazzareno Oliverio e agli altri 2 mln investiti dalla Regione Calabria ed annunciati proprio dal Presidente Gerardo Mario Oliverio durante la convention sul Vino in Estate”.



Cirò- il Comune di Cirò è destinatario di un finanziamento regionale di €. 65.169,60 per il progetto di miglioramento della raccolta differenziata


Cirò- il Comune di Cirò è destinatario di un finanziamento regionale di €. 65.169,60 per il progetto di miglioramento della raccolta differenziata nel paese che consentirà di aprire finalmente anche l'isola ecologica in località Cappella. Si comunica inoltre, ha detto il sindaco Francesco Paletta- che alla data del 30.09.2018 abbiamo raggiunto quota percentuale del 67,5% di differenziata che ci consentirà di prevedere una riduzione dei costi nella prossima annualità 2019. A distanza di due anni esatti dall'inizio ( novembre 2016) l'invito rivolto alla popolazione di Cirò è quello di proseguire nel percorso virtuoso intrapreso senza interruzioni. Il maltempo di questi giorni, inoltre, prosegue il primo cittadino- aggravando la situazione delle strade che portano alla discarica di Crotone ha fatto ritardare l'odierna raccolta dell'indifferenziata che si è sbloccata solo dopo sollecito al funzionario regionale incaricato.
 Per tanto, conclude Paletta.-un grazie va agli operatori della ditta Eco Works per gli straordinari resi alla comunità. La differenziata  è opportunità e rispetto dell'ambiente, ai cittadini diciamo: collaborate.

Cirò- Manifestazione commemorativa dedicata alla memoria di Domenico Siciliani, i


Cirò- Manifestazione commemorativa dedicata alla memoria di Domenico Siciliani, il generale di origini cirotane autore materiale del bollettino della vittoria che il 4 novembre del 1918, esattamente un secolo fa, decretò la fine della I Guerra Mondiale. Educare alla pace significa tramandare memoria storica, contribuire a costruire un maggiore e consapevole senso di appartenenza ad una comunità, trasmettere senso civico e far comprendere che nessuna guerra, che si salga sul carro dei vincitori o meno, può valere l’irrimediabile tributo di sangue e di vite. In questo percorso di responsabilità verso il futuro le istituzioni devono camminare insieme al mondo della Scuola e della Cultura. È quanto ha detto il Sindaco Francesco Paletta intervenendo nel corso della manifestazione. La Famiglia Siciliani, che ha partecipato con molti suoi componenti venuti a Cirò da diverse parti d’Italia, ha fatto dono alla Città del Vino e del Calendario di un mezzo busto del Generale, collocato e visibile ora a tutti in Piazza della Repubblica.
 I partecipanti all’evento sono stati accompagnati qui in corteo dalle musiche della Fanfara dell’aeronautica militare di Roma che alla sera nella Sala Filottete del Centro Servizi ha letteralmente conquistato ed emozionato, con l’esecuzione di brani e musiche della tradizione bandistica militare, il nutrito pubblico accorso. Dal profilo culturale del Generale Siciliani, autore di più volumi, tracciato dallo storico Vanni Clodomiro; al ricordo personale e familiare di un uomo perennemente in divisa condiviso dal nipote Nicola Siciliani De Cumis. Sono, questi, alcuni dei momenti del convegno “La grande guerra: conoscere, ricordare, tramandare” al quale hanno partecipato tra gli altri, anche l’assessore alla cultura Francesco Mussuto, il dottor Vincenzo Troisi in rappresentanza del  Prefetto di Crotone Cosima Di Stani, intervenuta poi al successivo Concerto della Fanfara e la dirigente scolastica dell’Istituto omnicomprensivo Luigi Lilio Serafina Rita Anania, accompagnata dagli studenti delle quinte classi.
 Al Concerto della Fanfara sono intervenuti insieme al Prefetto Di Stani che ha sottolineato come i giovani principalmente, debbano fare proprio l’impegno della memoria delle vittime e dei caduti in guerra, della convivenza tra le persone ed i popoli affinchè non si verifichino più conflitti come quelli, il Comandante della Capitaneria di Porto di Crotone Girolamo Parretta ed il Capitano dei carabinieri della Compagnia di cirò marina Alessandro Epifanio.  Infine il Primo Cittadino ha colto l’occasione per ringraziare per l’indispensabile contributo nell’organizzazione e nella logistica la Pro Loco Cirò e l’associazione Giovanni Paolo II.

Cirò- Uno dei personaggi che restò accanto al Tenente Colonnello Domenico Siciliani, fu il Bersagliere Giuseppe Fuscaldo nativo della sua amata Cirò.


Cirò- Uno dei personaggi che restò  accanto al  Tenente Colonnello Domenico Siciliani, fu il Bersagliere Giuseppe Fuscaldo nativo della sua amata Cirò. Diceva di lui:”  simpatico ed allegro “tiracapizzi”, esperto nel cavalcare in groppa a muli o cavalli, forte e abile nel manovrare “traini e sciaraball” calessi,  tant’è che durante il servizio di leva si fece onore nel dimostrare le sue qualità”. Siciliani da cirotano conosceva bene i rioni “Valle”, “San Menna” e “Purgatorio” ove Giuseppe era nato e cresciuto, fece richiesta nominativa del Bersagliere Giuseppe Fuscaldo classe 1895 del distretto di Catanzaro-“Cotrone”, lo volle con lui, tra i suoi uomini, nel plotone da lui comandato. Lo volle con lui nella discesa al grande conflitto mondiale che oggi ricordiamo. Giuseppe fu insignito della medaglia di bronzo al valor civile, restò a fianco del Colonnello Siciliani fino al 1917 anno in cui il Col. Siciliani fu destinato al Comando Supremo del Regio Esercito. In quello stesso anno, Siciliani, uomo di altissimo ingegno, generoso e modestissimo nel tempo stesso, di profonda cultura, di squisita umanità, di una scrupolosa onestà, di grande fede volle congedare il Sergente Giuseppe Fuscaldo, figlio unico di Fedele, per assistere suo padre malato e piangere sua madre Chiara Morise. Con questo ricordo di grande umanità, ieri in  occasione del  Centenario del Bollettino della Vittoria: 4 novembre 1918 – 4 novembre 2018 si è tenuta una  manifestazione commemorativa dedicata alla memoria del Generale Domenico Siciliani, a cui è stata  dedicata una statua in piazza della Repubblica. Nell’occasione si è esibita la Fanfara dell’aeronautica militare di Roma  in concerto nella Sala Filottete del Centro Servizi di Cirò a cui ha partecipato S.E. il Prefetto di Crotone Cosima Di Stani.

mercoledì 7 novembre 2018

Chiusa parzialmente la SP 7 Cirò-Cirò Marina


Cirò-I  tecnici della Provincia insieme a quelli del comune, dopo una attenta analisi, ieri pomeriggio decidono di lasciare aperto una sola carreggiata, anziché chiudere la SP7  che da Cirò va verso Cirò Marina in seguito  ad una voragine formatasi improvvisamente sull’asfalto lunedì mattina dopo le forti piogge,  dirottando verso la vecchia SS106  mezzi pesanti e autobus. I cirotani si risvegliano con la chiusura di una parte della carreggiata della SP.7 per consentire il solo transito di auto. Sul posto lunedì è intervenuto il presidente della Provincia, Ugo Pugliese per il sopralluogo, a cui il sindaco Francesco Paletta ha chiesto gli  interventi di somma urgenza. È quanto fa sapere il Sindaco Francesco Paletta che ha partecipato al sopralluogo congiunto tra i tecnici della Provincia e quelli del Comune. Il Primo Cittadino coglie l’occasione per ringraziare per la disponibilità e la sensibilità dimostrata dal Presidente della  Provinciale Ugo Pugliese recatosi personalmente sul luogo per accertarsi della situazione.
 Nell’auspicare maggiore attenzione sul dissesto idrogeologico Paletta, ha sollecitato alla Provincia di Crotone interventi di somma urgenza. Cirò non può rimanere un paese isolato dalle frane. Anche se la semi chiusura  è stata decisa dai tecnici,  la voragine va costantemente monitorata con carotaggi  da esperti del settore come Geologi, visto la natura del terreno arenoso, monitorato le evidente crepe sull’asfalto, ed il peso abnorme dei cubi di cemento messe a poca distanza dalla voragine  che va ad appesantire il già  provato manto stradale. Inoltre la chiusura ai mezzi pesanti va segnalata soprattutto al bivio di Cirò Marina  per impedire che i mezzi pesanti salgono su inutilmente.

giovedì 1 novembre 2018

HALLOWEEN: QUANDO LA STORIA È CULTURA E NON FANTASCIENZA

Origine della festa di Halloween in un antico dipinto

HALLOWEEN: QUANDO LA STORIA È CULTURA E NON FANTASCIENZA

“Halloween: etimologia del nome Il nome Halloween (in irlandese Hallow E’en), deriva dalla forma contratta di All Hallows’ Eve, dove Hallow è la parola arcaica inglese che significa Santo: la vigilia di tutti i Santi, quindi. Ognissanti, invece, in inglese è All Hallows’ Day. L’importanza che, tuttavia, viene data alla vigilia si deduce dal valore della cosmologia celtica: questa concezione del tempo, seppur soltanto formalmente e linguisticamente parlando, è molto presente nei paesi anglofoni, in cui diverse feste sono accompagnate dalla parole “Eve”, tra cui la stessa notte di Capodanno, “New Year’s Eve”, o la notte di Natale “Christmas Eve”. I Celti e i festeggiamenti di Samhain I Celti erano prevalentemente un popolo di pastori, a differenza di altre culture europee, come quelle del bacino del Mediterraneo. I ritmi della loro vita erano, dunque, scanditi dai tempi che l’allevamento del bestiame imponeva, tempi diversi da quelli dei campi. Alla fine della stagione estiva, i pastori riportavano a valle le loro greggi, per prepararsi all’arrivo dell’inverno e all’inizio del nuovo anno. Per i Celti, infatti, l’anno nuovo non cominciava il 1° gennaio come per noi oggi, bensì il 1° novembre, quando terminava ufficialmente la stagione calda ed iniziava la stagione delle tenebre e del freddo, il tempo in cui ci si chiudeva in casa per molti mesi, riparandosi dal freddo, costruendo utensili e trascorrendo le serate a raccontare storie e leggende. Il passaggio dall’estate all’inverno e dal vecchio al nuovo anno veniva celebrato con lunghi festeggiamenti, lo Samhain (pronunciato sow-in, dove sow fa rima con cow), che deriverebbe dal gaelico samhuinn e significa “summer’s end”, fine dell’estate. In Irlanda la festa era nota come Samhein, o La Samon, la festa del Sole, ma il concetto è lo stesso. In quel periodo dell’anno i frutti dei campi (che pur non essendo la principale attività dei celti, venivano comunque coltivati) erano assicurati, il bestiame era stato ben nutrito dell’aria fresca e dei pascoli dei monti e le scorte per l’inverno erano state preparate. La comunità, quindi, poteva riposarsi e ringraziare gli Dei per la loro generosità. Ciò avveniva tramite lo Samhain, che, inoltre, serviva ad esorcizzare l’arrivo dell’inverno e dei suoi pericoli, unendo e rafforzando la comunità grazie ad un rito di passaggio che propiziasse la benevolenza delle divinità. L’importanza che la popolazione celta attribuiva a Samhain risiede nella loro concezione del tempo, visto come un cerchio suddiviso in cicli: il termine di ogni ciclo era considerato molto importante e carico di magia. Insieme a Samhain (31 ottobre, appunto) si festeggiavano Lughnasadh (1 agosto), Beltane (30 aprile o 1 maggio), Imbolc (1-2 febbraio), Yule (21 dicembre), Ostara (21 marzo), Litha (21 giugno) e Mabon (21 settembre). L’avvento del Cristianesimo non ha del tutto cancellato queste festività, ma in molti casi si è sovrapposto ad esse conferendo loro contenuti e significati diversi da quelli originari. La morte era il tema principale della festa, in sintonia con ciò che stava avvenendo in natura: durante la stagione invernale la vita sembra tacere, mentre in realtà si rinnova sottoterra, dove tradizionalmente, tra l’altro, riposano i morti. Da qui è comprensibile l’accostamento dello Samhain al culto dei morti. I Celti credevano che alla vigilia di ogni nuovo anno, cioè il 31 ottobre, Samhain chiamasse a sé tutti gli spiriti dei morti, che vivevano in una landa di eterna giovinezza e felicità chiamata Tir nan Oge, e che le forze degli spiriti potessero unirsi al mondo dei viventi, provocando in questo modo il dissolvimento temporaneo delle leggi del tempo e dello spazio e facendo sì che l’aldilà si fondesse con il mondo dei vivi e permettendo agli spiriti erranti di vagare indisturbati sulla Terra. Samhain era, dunque, una celebrazione che univa la paura della morte e degli spiriti all’allegria dei festeggiamenti per la fine del vecchio anno. Durante la notte del 31 ottobre si tenevano dei raduni nei boschi e sulle colline per la cerimonia dell’accensione del Fuoco Sacro e venivano effettuati sacrifici animali. Vestiti con maschere grottesche, i Celti tornavano al villaggio, facendosi luce con lanterne costituite da cipolle intagliate al cui interno erano poste le braci del Fuoco Sacro. Dopo questi riti i Celti festeggiavano per 3 giorni, mascherandosi con le pelli degli animali uccisi per spaventare gli spiriti. In Irlanda si diffuse l’usanza di accendere torce e fiaccole fuori dagli usci e di lasciare cibo e latte per le anime dei defunti che avrebbero reso visita ai propri familiari, affinché potessero rifocillarsi e decidessero di non fare scherzi ai viventi.
L’avvento del Cristianesimo Attraverso le conquiste romane, Cristiani e Celti vennero a contatto. L’evangelizzazione delle Isole Britanniche portò con sé un nuovo concetto della vita, molto distante da quello celtico e durante tale periodo la Chiesa tentò di sradicare i culti pagani, ma non sempre vi riuscì. Halloween non fu completamente cancellata, ma fu in qualche modo cristianizzata, tramite l’istituzione del giorno di Ognissanti il 1° Novembre e, in seguito, della commemorazione dei defunti il 2 Novembre. Fu Odilone di Cluny, nel 998 d.C., a dare l’avvio a quella che sarebbe stata una nuova e longeva tradizione delle società occidentali. Allora egli diede disposizione affinché i monasteri dipendenti dall’abbazia celebrassero il rito dei defunti a partire dal vespro del 1° Novembre. Il giorno seguente era invece disposto che fosse commemorato con un’Eucarestia offerta al Signore, pro requie omnium defunctorum. Un’usanza che si diffuse ben presto in tutta l’Europa cristiana, per giungere a Roma più tardi. La Festa di Ognissanti, infatti, fu celebrata per la prima volta a Roma il 13 Maggio del 609 d.C., in occasione della consacrazione del Pantheon alla Vergine Maria. Successivamente, Papa Gregorio III stabilì che la Festa di Ognissanti fosse celebrata non più il 13 Maggio, bensì il 1° Novembre, come avveniva già da tempo in Francia. Fu circa nel IX secolo d.C. che la Festa di Ognissanti venne ufficialmente istituzionalizzata e quindi estesa a tutta la Chiesa, per opera di Papa Gregorio IV. Fanno eccezione i cristiani Ortodossi, che coerentemente con le prime celebrazioni, ancora oggi festeggiano Ognissanti in primavera, la Domenica successiva alla Pentecoste. L’influenza del culto di Samhain non fu, tuttavia, sradicata e per questo motivo la Chiesa aggiunse, nel X secolo, una nuova festa: il 2 Novembre, Giorno dei Morti, dedicato alla memoria delle anime degli scomparsi. Dall’Irlanda agli Stati Uniti Verso la metà del XIX secolo, l’Irlanda fu investita da una terribile carestia, ancor oggi ricordata con grande partecipazione dagli irlandesi. In quel periodo per sfuggire alla povertà, molte persone decisero di abbandonare l’isola e di tentar fortuna negli Stati Uniti, dove crearono, come molte altre nazionalità, una forte comunità. All’interno di essa venivano mantenute vive le tradizioni ed i costumi della loro patria, e tra di essi il 31 Ottobre veniva celebrato Halloween. Ben presto, questa usanza si diffuse in tutto il popolo americano, diventando quasi una festa nazionale. Più recentemente, gli Stati Uniti grazie al cinema ed alla televisione hanno esportato in tutto il mondo i festeggiamenti di Halloween, contagiando anche quella parte dell’Europa che ne era rimasta estranea. In moltissimi film e telefilm spesso appaiono la famosa zucca ed i bambini mascherati che bussano alle porte. E molti, infine, sono i libri ed i racconti horror che prendono Halloween come sfondo o come spunto delle loro trame. Negli Stati Uniti Halloween ha perso i suoi significati religiosi e rituali, ed è diventata un’occasione per divertirsi e organizzare costosi e allegri festeggiamenti. Pare che ogni anno gli Americani spendano due milioni e mezzo di dollari in costumi, addobbi e feste per il 31 ottobre.
Perché dolcetto o scherzetto? La notte di Halloween i bambini si divertono nel famoso gioco del “trick or threat”, cioé “dolcetto o scherzetto”. Travestiti con maschere e costumi mostruosi, vanno di casa in casa chiedendo dolcetti o qualche moneta. Se non ricevono niente, possono giocare un brutto scherzo ai proprietari di quella casa, come svuotare la pattumiera nel giardino o attaccare lattine vuote al tubo di scappamento dell’auto. La tradizione di tale gioco sembra aver avuto origine nell’Europa del IX secolo d.C. quando dagli inglesi veniva chiamata souling, ovvero “elemosina di anime”. A quell’epoca il 2 novembre i Cristiani vagavano di villaggio in villaggio chiedendo in elemosina del “pane d’anima”, un dolce di forma quadrata guarnito con uva passa, in cambio della promessa di pregare per le anime dei defunti. Più “dolci dell’anima” una persona riceveva, più preghiere questa persona prometteva di recitare per i defunti della famiglia che aveva donato il pane. Tornando ancora indietro nei secoli, si narra che nella notte di Samhain le Fate erano solite fare alcuni “scherzetti” agli umani, portandoli a perdersi nelle “colline delle Fate”, dove rimanevano intrappolati per sempre. I Celti quindi, per guadagnarsi il favore delle Fate erano soliti offrire del cibo o latte che veniva lasciato sui gradini delle loro case. O ancora, l’usanza dei bambini di bussare alle porte delle case chiedendo dolci, potrebbe derivare dall’usanza dei Celti di lasciare cibo e latte fuori dalla porta, nella speranza di ingraziarsi gli spiriti in giro durante la notte del 31 ottobre ed evitare le loro malefatte. L’abitudine di mascherarsi in occasione di Halloween deriva probabilmente dall’usanza celtica di indossare pelli di animali e maschere mostruose durante i riti di Samhain e dell’accensione del Fuoco Sacro, per spaventare gli spiriti e tenerli lontani dai villaggi”.

Cirò- In occasione della ricorrenza della commemorazione dei defunti Sabato scorso presso le Suore di S. Antonio in Cirò l’Associazione Arcobaleno Onlus ha organizzato per il quarto anno consecutivo in collaborazione con Oratorio Domenico Savio la tradizionale “Pasta dei Morti”.



Cirò- In occasione della ricorrenza della commemorazione dei defunti Sabato scorso presso le Suore di S. Antonio in Cirò l’Associazione Arcobaleno Onlus ha organizzato per il quarto anno consecutivo in collaborazione con Oratorio Domenico Savio la tradizionale “Pasta dei Morti”. Come vuole la tradizione cirotana. In questo periodo, si usa infatti  ricordare i nostri defunti condividendo il cibo in loro suffragio. Alcuni dei prodotti alimentari saranno offerti dal Banco delle Opere di Carità e altri dalla sottoscrizione dei volontari che, inoltre, cucineranno e distribuiranno le pietanze preparate. Sono stati invitati gli anziani, persone sole, giovani.

La manifestazione  dedicato alla commemorazione dei defunti, vede usanze e tradizioni tra  riti pagani e antiche tradizioni culinarie. A cominciare sono proprio i bambini, i quali vanno da casa in casa per racimolare dolci. Una festa antica chiamata i “Morticeddi”, a cui purtroppo sta lasciando il posto all’americana Halloween  sempre più di moda anche nelle nostre realtà. Secondo le antiche tradizioni, la famiglia che deve ricordare un caro estinto, soprattutto nei piccoli centri,  prepara squisite pietanze, soprattutto primi piatti con sugo di maiale, e olio novello, che verrà offerto ai vicini, poiché la tradizione vuole che con questo gesto l’anima del defunto si potrà saziare almeno una volta l’anno. Gli anziani raccontano che la notte  in sogno ogni defunto ringrazia i parenti per il “pranzo ricevuto”. C’è anche chi dimentica o non rispetta questa tradizione, in questo caso, gli anziani raccontano di aver visto in sogno i propri defunti seduti ad un tavolo vuoto lasciati digiuni, e per questo che molte famiglie preparano dei pranzi e li regalano alla gente più povera, o se non hanno defunti da ricordare preparano pietanze per loro stessi, annotando il pranzo alle anime dimenticate. Tra i dolci più diffusi del periodo sono i “crispeddi”, che ogni famiglia in questo periodo prepara. Questi dolci vengono anche regalati, e quando si danno viene menzionato sempre il nome del defunto. Per la buona riuscita della manifestazione sono state ringraziati le suore di San Antonio  per l’ospitalità, il Parroco Don Matteo Giacobbe, e  Antonella Cinefra dell’associazione Arcobaleno.

Cirò- Il maltempo mette in ginocchio il paese collinare con frane smottamenti ed allagamenti di intere aree anche in pieno centro abitato,


Cirò- Il maltempo mette in ginocchio  il paese collinare  con frane smottamenti ed allagamenti di intere aree anche in pieno centro abitato, dove la furia del fango e pioggia ha divelto la parete di una abitazione che solo per coincidenza, in quel momento  i proprietari non si trovavano all’interno.Il sindaco proclama lo stato  di emergenza.  Paura , tanta paura per gli abitanti che vivono ai piedi dei costoni che sovrastano le abitazioni di via Arenacchio, via De Gasperi via Sante Croci, via Madonna delle Grazie interessati da smottamenti.  Non è andato meglio alla circolazione , in tilt la provinciale Cirò- Cirò Marina, colpita in almeno cinque punti da importanti frane e smottamenti che in piena notte durante il nubifragio, avevano chiuso da fango e melma  la provinciale.
 Una frana è caduta pure lungo l’altra provinciale Cirò –Umbriatico in zona Leguno e in zona coppa, dove il muro di contenimento continua il suo stato di cedimento. Impraticabile è ormai la terza provinciale Cirò –Vallo ormai ridotta ad una mulattiere. Il sindaco per tutta la notte ha fatto la spola da una frana all’altra avvisando tempestivamente i cittadini sui social sulla presenza di frane e l’interruzione della viabilità per scongiurare ulteriori danni a persone o cose. Sul posto al lavoro vigili del fuoco, carabinieri e gli operai del comune che hanno sin da subito allontanati i detriti  dall’asfalto e pichettato i bordi della strada interessati da frane e smottamenti. Una situazione  difficile per Cirò, se crolla anche questa provinciale Cirò-Cirò Marina, l’antico borgo rimarrà completamente isolata. Intanto l’ufficio tecnico sta monitorando le frane e la conta dei danni che pare risultano  essere cospicui. Intanto il sindaco ha richiesto lo stato di emergenza, è stata inviata una comunicazione alla Protezione Civile Nazionale e Regionale e di quanto accaduto è stato allertato anche il Prefetto di Crotone. “C’è grave pericolo per l’incolumità pubblica a causa delle numerose strade e dei costoni franati”, scrive in una nota il primo cittadino. Anche il depuratore e la rete fognaria –prosegue-hanno subito gravi danni. Alcune abitazioni sono piene di fango. Ovunque massima attenzione da parte della macchina comunale. Si stanno valutando gli sgomberi. L’Arpacal ha comunicato agli uffici comunali che ieri (domenica 28) in sole 6 ore, sono caduti 190 mm di pioggia.