mercoledì 19 novembre 2025

Cirò- Quest’anno, le spettacolari fioriture delle Squilla pancration, saltano la fioritura-colpa dei cambiamenti climatici.

 


Cirò- Quest’anno, le consuete e spettacolari fioriture delle Squilla pancration, che impreziosiscono le alture aride e assolati declivi, che circondano il centro urbano di Cirò
, non si sono verificate. E’ l’allarme lanciato dal Botanico Giuseppe De Fine di Cirò. Un’assenza insolita e preoccupante, che con ogni probabilità, è legata alla prolungata siccità che ha caratterizzato la stagione estiva. Normalmente, la fioritura di questa specie, appartenente alla famiglia delle Asparagaceae, si manifesta tra agosto e ottobre, quando i lunghi steli eretti, si ricoprono di infiorescenze bianche a forma di pannocchia, segnando la fine dell’estate e preannunciando le prime piogge autunnali. Quest’anno, però, le piogge di fine agosto e dei primi di settembre, che solitamente forniscono il segnale idrico, necessario per stimolare l’emissione del fiore, sono mancate. Senza umidità e precipitazioni sufficienti, i bulbi sotterranei della Squilla pancration potrebbero aver “saltato” la fase di fioritura, entrando direttamente in fase vegetativa per garantire la sopravvivenza.

Si tratta di un meccanismo di adattamento fisiologico: la pianta, percependo le condizioni ambientali avverse, rinuncia alla riproduzione per conservare energia e acqua. Un comportamento che, per quanto raro, dimostra la sua straordinaria capacità di resistere, come suggerisce il nome stesso pancration, dal greco antico “πανκράτιον”, che significa “onnipotente” o “capace di sopportare condizioni estreme”. È tuttavia la prima volta che un fenomeno simile viene osservato nel territorio cirotano, e rappresenta un segnale d’allarme che deve farci riflettere. Le piante sono sentinelle silenziose della natura: attraverso il loro ciclo vitale, ci rivelano con precisione gli squilibri ambientali. L’alterazione del regime delle piogge e l’aumento delle temperature medie stagionali stanno modificando in modo sostanziale il ciclo dell’acqua, provocando lunghi periodi di siccità e conseguenze dirette sulla vegetazione spontanea. Infatti il 2024 è stato l’anno più caldo di sempre degli ultimi 125 mila anni. Il mancato sviluppo dei fiori non è soltanto un evento estetico mancato, ma un campanello d’allarme ecologico. Quando la fioritura viene compromessa, si interrompe una catena di relazioni biologiche che coinvolge insetti impollinatori, piccoli mammiferi e uccelli, generando un effetto domino sull’intero ecosistema. A lungo termine, questi squilibri possono portare alla scomparsa di specie vegetali e animali che dipendono da esse. La Squilla pancration, conosciuta anche come cipollaccio bianco, è già inserita tra le entità floristiche protette a livello nazionale, e in alcune regioni come il Lazio è oggetto di specifiche misure di tutela. Fortunatamente, in quelle aree la maggiore frequenza delle piogge permette ancora la regolare fioritura e il mantenimento delle popolazioni spontanee. Oltre al suo valore ecologico, questa pianta vanta un’antica tradizione etnobotanica. I contadini e gli anziani del territorio ricordano come, in passato, i bulbi della Squilla pancration venissero utilizzati come rimedio antiparassitario e ratticida naturale, in un’epoca in cui non esistevano mezzi chimici di sintesi. La pianta era considerata “magica” e spesso piantata nei pressi degli orti o intorno alle abitazioni per tenere lontani topi e insetti fastidiosi. Non mancava neppure un valore simbolico: anticamente, la Squilla pancration veniva deposta accanto alle tombe insieme all’Asphodelus ramosus, l’asfodelo ramificato, come simbolo dell’aldilà e della rinascita dell’anima, secondo antiche credenze mediterranee. L’assenza della sua fioritura nel paesaggio cirotano non è dunque solo un episodio botanico, ma un messaggio profondo che la natura ci lancia: il clima sta cambiando, e con esso il delicato equilibrio degli ecosistemi. Le Squille, con la loro voce muta e il bianco mancato dei loro fiori, ci ricordano che la vita vegetale, e con essa la nostra, dipende dalla stabilità di quei cicli naturali che stiamo oggi mettendo in pericolo.