venerdì 27 dicembre 2013

Cirò Marina- Nella piccola Chiesa di “palazzo Godano”, è riaffiorato tra polvere e ragnatele un bellissimo dipinto del pittore della scuola napoletana Gaetano Basile del 1886



Cirò Marina- Nella piccola Chiesa di “palazzo Godano”, chiusa ed abbandonata da anni , sede in cui è in atto  la manifestazione “Il luogo ritrovato” organizzata dallo scenografo  Alfonso Calabretta e dall’architetto Imma Arcovio, che per oltre dieci giorni faranno rivivere serate diverse di cultura, arte, mostre, spettacoli ai frequentatori, del “palazzo dimenticato”,  è riaffiorato tra polvere e ragnatele un bellissimo dipinto del pittore della scuola napoletana Gaetano Basile del 1886  nel cui quadro è raffigurato l’Immacolata con a fianco San Francesco di Paola e Santo Stefano. Molti dei quadri che si trovano nelle chiese di Cirò sono dipinte dal pittore Basile, come se fosse stato  il pittore del clero. La pittura napoletana  abbraccia un arco di tempo che va dal XVII alla prima metà del XX secolo e che ha interessato la città di Napoli influenzando poi tutto il meridione, ed assume connotati propri con la Scuola di Posillipo tra il 1820 e il 1850. Ma che ci facesse a Cirò questo pittore non si sa, certo che dimorò in paese dal 1883, anno in cui dipinse  il “Martirio di San Lorenzo,” quadro che si può ammirare nella chiesa omonima ubicata nel centro storico, a seguire  nell’anno successivo  nel 1884 invece,  dipinse il quadro la “Madonna della cintura”,  fino al 1886 anno in cui dipinse oltre  il quadro appena ritrovato, anche il capolavoro  “ Il Martirio di Santo Stefano “ che oggi si può ammirare nella centralissima chiesa de Plateis.
 Ma le sorprese dell’antico palazzo “Godano” non finiscono qui, infatti nell’atrio del palazzo  vi è raffigurato  un disegno geometrico simile per costruzione  a quella costruita nel castello Carafa e in molti altri di palazzi gentilizi cirotani, a dimostrazione che nell’700 era una moda  abbellire gli atri con mattoni e ciotoli di fiume per raffigurare quadrati e cerchi ornamentali, a parte quello che si trova nel castello  molto simile ad una rosa dei venti o ad una meridiana, nulla a che vedere però con i disegni ornamentali appena rinvenuti anche nel palazzo Godano. Bene hanno fatto Calabretta e Arcovio  che nel rendere nuovamente fruibile l’antico palazzo, hanno permesso di riportare alla luce ritagli di arte e cultura dimenticate.