venerdì 13 febbraio 2015

Cirò- Il sindaco di Cirò Mario Caruso insieme al sindaco di Cirò Marina Roberto Siciliani hanno chiesto al Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, al Presidente della Giunta Regionale della Calabria, Mario Oliverio, e al Presidente ANCI Calabria, Peppino Vallone la Rideterminazione criteri ( ISTAT) esenzioni IMU Terreni agricoli



Cirò- Il sindaco di Cirò Mario Caruso insieme al sindaco di Cirò Marina Roberto Siciliani hanno chiesto al Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, al Presidente della Giunta Regionale della Calabria, Mario Oliverio,  e al  Presidente ANCI Calabria, Peppino Vallone la Rideterminazione criteri ( ISTAT) esenzioni IMU Terreni agricoli . “chiediamo” scrivono i due sindaci- la revisione dei criterio iniquo utilizzato nella normativa e, per questo, ci rivolgiamo alle signorie Illustrissime, perché prevalga il buon senso, evitando il fallimento dei bilanci comunali ormai ridotti al di sotto delle aspettative demandate dalle rispettive cittadinanze.
Sicuri dell’aiuto richiesto, chiediamo un incontro urgente e l’apertura di un tavolo di discussione sulla problematica sopra enunciata.
Fino al 2013 si legge in una nota- i terreni agricoli erano esenti da IMU se il Comune era riconosciuto come Comune montano o di collina. Infatti i Comuni montano o di collina, secondo la classificazione precedente, sono individuati nella Circolare n. 9 del 14 giugno 1993, ove Cirò e Cirò Marina erano inseriti. I Comuni di Cirò e di Cirò Marina presentano tutte le caratteristiche di cui nel Piano strategico Nazionale. Pertanto, come tali devono essere inseriti tra i comuni esenti dall’imposta sui terreni agricoli, sia perché il taglio di risorse che investe i rispettivi bilanci a causa del provvedimento di cui sopra rende difficoltosa la gestione dei servizi essenziali, sia perché appare illusoria la riscossione  dell’imposta in ragione delle difficoltà enunciate dalle associazioni di categoria che evidenziano le complessità quotidiane di chi vive a fatica ma con dignità la coltura della vite su territori multiformi come quelli di Cirò e Cirò Marina.
A nostro avviso con l’abrogazione dell’art. 1 della L. 991/1952, da parte della L. 142/90 il criterio utilizzato nel decreto legge n. 4 del 24/01/2015, si palesa iniquo e illegittimo, poiché contrasta palesemente con la normativa in materia e con l’emanazione del Regolamento (CE) n. 1698/2005 a seguito del quale le zone rurali devono essere delimitate in base al cosiddetto “metodo OCSE” (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che ne ha proposto l’applicazione), che stabilisce una netta distinzione fra zone urbane e zone rurali basata sulla densità demografica.
Difatti, Il PSN (piano strategico nazionale) ripartisce il territorio nazionale in quattro distinte zone: (a) i Poli urbani, (b) le Aree rurali ad agricoltura intensiva, (c) le Aree rurali intermedie e (d) le Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo.
I Comuni di Cirò e di Cirò Marina presentano tutte le caratteristiche di cui ai punti b, c e d del Piano strategico Nazionale. Pertanto, come tali devono essere inseriti tra i comuni esenti dall’imposta sui terreni agricoli, sia perché il taglio di risorse che investe i rispettivi bilanci a causa del provvedimento di cui sopra rende difficoltosa la gestione dei servizi essenziali, sia perché appare illusoria la riscossione  dell’imposta in ragione delle difficoltà enunciate dalle associazioni di categoria che evidenziano le complessità quotidiane di chi vive a fatica ma con dignità la coltura della vite su territori multiformi come quelli di Cirò e Cirò Marina.
Cosi facendo, gli enti locali su questa decisione, sono lasciate allo sbando e senza informazioni certe anche alla luce dei numerosi ricorsi inoltrati al TAR Lazio senza una pronuncia definitiva. Norme non chiare e farraginose, criteri modificati di giorno in giorno, parlamentari che dicono una cosa e funzionari del ministero che dicono il contrario. L’Unica certezza e che i comuni ci rimettono in credibilità e anche finanziariamente; I sindaci stanno diventando esattori per lo Stato, mentre i cittadini si trovano in balia della burocrazia, chiamati a pagare un ulteriore balzello, per  molti iniquo.