venerdì 25 marzo 2016

rò- Da Luigi Lilio al quale si deve la riforma del Calendario Gregoriano a Gian Teseo Casoppero, umanista e latinista, passando da Giano Lacinio, importante ed innovativo alchimista. Cirò nel XVI secolo fu fucina di geni che regalarono meraviglie al genere umano intero.



Cirò- Da Luigi Lilio al quale si deve la riforma del Calendario Gregoriano a Gian Teseo Casoppero, umanista e latinista, passando da Giano Lacinio, importante ed innovativo alchimista. Cirò nel XVI secolo fu fucina di geni che regalarono meraviglie al genere umano intero. Al loro contributo la letteratura scientifica fa ricorso ancora oggi, a distanza di secoli. Basti pensare che è da 434 anni che viene utilizzato ovunque lo strumento di misurazione del tempo messo a punto dal cirotano Lilio.  
È quanto ha sottolineato il Prof. Francesco Vizza del CNR di Firenze – incontrando, in occasione dell’avvio degli eventi per la IV Giornata regionale del Calendario in Memoria di Lilio, lo scorso sabato 19, insieme al Sindaco Mario Caruso, gli studenti del Liceo Scientifico Adorisio.  

Nel primo decennio del 1500 – ha spiegato Vizza intervenendo sul tema Sole, Terra e Luna e della misura del tempo di Luigi Lilio - Cirò ha dato i natali a tre personaggi che diedero vita ad una sorta di Rinascimento Cirotano: Luigi Lilio, Giano Teseo Casopero e Giano Lacinio. Essi affrontarono di risonanza europea e forte fecero sentire la loro voce nel panorama culturale del Cinquecento. Lilio con l’astronomia, Casopero con le belle lettere e Lacinio con l’alchimia. Molto probabilmente essi iniziarono la loro formazione nello Studio del Convento dei minoriti di Cirò.  Erano lì i maestri che custodivano e trasmettevano il sapere degli antichi. 
Luigi Lilio non era, dunque, un genio isolato. Giano Teseo Casopero, suo amico e coetaneo pubblicò a Venezia nel 1535 le Selve, le Elegìe, gli Epigrammi, 4 libri di Amori, due Carmi politici e le Epistole. Molto famoso nel 500, oggi solo pochi eruditi lo ricordano. Le opere di Casopero sono state importantissime per riportare alla luce un altro grande cirotano: Giano Lacinio. Lacino, frate minorita, teologo ed alchimista, pubblicò a Venezia un trattato sulla pietra filosofale che ha avuto una grande fortuna editoriale nel corso di 5 secoli: 32 edizioni in latino in tedesco e in inglese. Lacinio ripropone con forza la diffusione della conoscenza e la divulgazione dei misteri della natura.


La traduzione in italiano dell’opera di Lacinio è stata pubblicata solo nel 2015 a cura di Vizza che della magia e dell'identità di Cirò ha parlato anche nel numero di febbraio della rivista nazionale Sapere – Idee e progressi della scienza. “Pietra filosofale ed elisir di lunga vita” è il titolo dell’articolo in cui si parla dell’opera di Lacinio, al quale l’Esecutivo Caruso ha dedicato un’area del Palazzo dei Musei.

È proprio da qui, dal Palazzo delle Culture di Piazza della Repubblica che si è snodato , domenica 20, il corteo della Tavola della Biccherna. 
A vestire i panni dei personaggi storici sono stati, quest’anno, gli studenti del Liceo Scientifico Adorisio, coinvolti nel progetto di alternanza scuola-lavoro, frutto della sinergia tra la Pro Loco cittadina e la scuola. La rappresentazione che ha ripercorso le vie del borgo fino al Bastione Cannone è stata molto seguita. Notevole successo ha riscosso anche lo spettacolo teatrale Il Lunario con la regia di Domenico Madera, le percussioni di Massimo Ierimonti e con la partecipazione della Compagnia Teatrale Apollo Aleo, presso il Teatro Filottete.