lunedì 22 agosto 2016

Cirò- In estate si fa largo consumo di” Portulaca oleracea L”, una pianta che cresce spontanea nei nostri giardini largamente usata come insalata per le sue proprietà benefiche, addirittura ha proprietà antitumorali, antiscorbuto, ed è un ottimo alleato del cuore, ma pochi conoscono la sua tossicità se consumata tutti i giorni.


Cirò- In estate si fa largo consumo di” Portulaca oleracea L”, in dialetto conosciuta come "Prucchjaca", una pianta che cresce spontanea nei nostri giardini largamente usata come insalata per le sue proprietà  benefiche, addirittura ha proprietà antitumorali, antiscorbuto, ed è un ottimo alleato del cuore, ma pochi conoscono la sua tossicità se consumata tutti i giorni.  Il suo uso è legato al fatto che è una delle maggiori fonti vegetali di acidi grassi Omega-3; 100 g di foglie di Portulaca contengono all’incirca 350 mg di acido α-linolenico. Tra le sostanze contenute nella Portulaca troviamo anche mucillagini, flavonoidi, e betalaine, una classe di pigmenti vicariante con gli antocianosidi e responsabile del colore rossastro dei fusti e giallo dei fiori. Questo alcaloide sembra avere proprietà anti-mutagene che possono aiutare a prevenire, o rallentare la crescita dei tumori nel corpo. Questi Omega-3 invece regolano l’equilibrio tra colesterolo buono e cattivo a vantaggio del primo e di conseguenza della circolazione. Hanno inoltre un azione antitrombotica, riducono i trigliceridi e migliorano il ritmo cardiaco, evitando l’insorgenza di aritmie. Oltre agli Omega-3 la Portulaca contiene buone quantità di vitamina A (su 100g 66 RAE), vitamina C (21g su 100g di foglie) e alcune vitamine del gruppo B, come la Riboflavina (B2) e la Niacina (B3). Per la sua ricchezza di vitamina C in passato veniva utilizzata dai marinai come pianta antiscorbuto, durante i periodi molto lunghi di imbarco e navigazione. Per quanto riguarda il contenuto di sali minerali troviamo: ferro, potassio, magnesio, fosforo, zinco, selenio e calcio.  Tra le sue tossicità invece  specie se consumata  in grande quantità, è da tenere in considerazione quali sono i suoi limiti. Questi ultimi riguardano la presenza di sensibili quantità di acido ossalico, una delle sostanze di scarto del metabolismo vegetale. L’acido ossalico e i suoi sali di calcio, scarsamente solubili, costituiscono un fattore antinutrizionale, essendo tra i principali costituenti dei calcoli renali e biliari. Persone con un pregresso di patologie renali ed epatobiliari dovrebbero evitarne l’uso e anche per gli altri può essere opportuno limitare i quantitativi assunti, sebbene il limite oltre al quale questa sostanza esplica la sua tossicità corrisponda all’ingestione di circa 1 kg di foglie nella giornata.