Cirò –Nell’antico borgo che fu di Lilio e Casoppero si vive di aria buona e acqua fresca
almeno così dicevano gli anziani che lo considerano il motto del paese. Ancora oggi Cirò è disseminato di antiche fontane le cui acque
naturali rappresentano sorgenti conosciute fin dagli antichi popoli ellenici che
diedero vita alla città dei Choni,
odierna Cirò, che a distanza di secoli
da quelle fontane sgorga ancora acqua fresca tutto l’anno anche durante le calde
estati. Ma la sorpresa più grande riguardante il motto e l’origine del perché a
Cirò si diceva che si vive di aria fresca e pulita. Ed ecco svelato il mistero: i
boschi cirotani di pregiata macchia
mediterranea, abbondano di mele selvatiche
biancospino e Carpino, le cui foglie assorbono polveri sottili, anidride carbonica e gas
serra. Queste piante mangiano l’inquinamento, la ricerca è stata messa a punto
di recente dall’Istituto di biometeorologia Ibimet di Bologna. Le foglie di
queste piante hanno la capacità di
catturare l’inquinamento migliorando la qualità della vita. Il Carpino ad esempio assorbe bene l’anidride
carbonica, ma non le polveri sottili questo perché le sue foglie sono lisce e
senza peli. Ha invece grandi capacità di sequestrare sia gas serra sia polveri
sottili, il Tiglio e il Frassino,
l’Orniello, i quali
sono anch’essi presenti nei boschi cirotani. Rita Berardi dell’Ibimet di
Bologna- la grandezza degli stomi,
aperture che permettono gli scambi gassosi , e la presenza di cere e
tricomi, cioè i peli presenti sulla foglia. Dunque ecco svelato il perché nel cirotano ci sia aria buona e non
inquinata, grazie ai boschi soprattutto di mele selvatiche, Carpino nero e
Frassino, che oggi purtroppo gli incendi
stanno mettendo a rischio, ecco quindi un motivo in più per non distruggere i nostri
boschi.
La capacità di catturare le
polveri inquinanti risiede in due fattori, come scrive in una nota la
ricercatrice