Cirò-
New York, il Cirò riserva “Maradea” di Tenuta Iuzzolini su Wine Spectator: la
rivista USA piu’ influente del mondo del vino. A comunicarlo
l’amministrazione unico Pasquale Iuzzolini. I vini prodotti nell’area della D.o.c. Cirò
continuano ad ammaliare giurie e riviste internazionali. L’ascesa dei vini
prodotti dai vitigni autoctoni coltivati in questi 2500 ettari che
identificano la Calabria
enoica nel mondo, non sembra conoscere ostacoli. Questa volta tocca al Maradea
Cirò rosso classico superiore riserva 2010
prodotto dalla Tenuta Iuzzolini che sbarca in USA , dove la piu’
prestigiosa ed autorevole rivista
americana del settore, Wine Spectator, gli assegna un giudizio 89 punti,
posizionandolo, già al primo colpo, ad un solo punto di distanza dal giudizio
di “outstanding” ovvero: eccezionale, straordinario, notevole. La particolarità
della riserva Maradea è il suo affinamento in piccoli barili di castagno
calabrese, fatti costruire appositamente da un esperto bottaio, con i tronchi
di castagno della Presila. Questo Cirò doc riserva classico superiore, prodotto
da gaglioppo in purezza proveniente dalla zona classica (la piu’ antica) della
D.o.c. Cirò, riposa per 12/14 mesi nel
legno di castagno calabrese, proprio come si faceva più di un secolo fa da queste
parti. Questo particolarissimo elevage, conferisce al gran Cru “Maradea”
profumi unici al mondo, con note di liquirizia, pepe nero, fichi maturi ed
altri sentori rilasciati dal castagno calabrese, diversamente da quanto succede
con gli altri vini affinati in botti di rovere, nei quali sono presenti note
aromatiche completamente differenti. Fondata nel 1976, Wine Spectator è la piu’
influente rivista Usa del mondo del vino ed effettua degustazioni “alla cieca”
per recensire soltanto quei vini che possono contare su un certo numero di
importatori e che sono ben distribuiti negli USA. Le aziende vitivinicole
calabresi che si sono guadagnate uno spazio su questo prestigioso magazine,
possono essere annoverate sulle dita di una mano e contribuiscono, con il loro
lavoro incessante, a veicolare quell’immagine di qualità che la “Calabria da
bere” sta ammirevolmente esportando nel mondo.