Cirò- Tra i
rendiconti dell’Accademia Nazionale delle Scienze, da poco pubblicato, spicca un saggio sull’alchimista Giano
Lacinio da Cirò del ricercatore cirotano del CNR di Firenze Francesco Vizza. Fresco
di stampa ha suscitato molto interesse
in tutto il mondo accademico e culturale per lo spessore culturale del saggio e
per aver riportato alla luce un personaggio come Giano Lacinio, le cui opere
tradotte in molte lingue in passato e mai in italiano. Giano Lacinio, Alchimista
Francescano del cinquecento, con traduzione dell’Opera “La nuova Perla
Preziosa” un trattato sul tesoro e sulla
pietra più preziosa dei Filosofi, è l’unico libro scritto in italiano grazie al
ricercatore che dopo anni di oblii ne ricostruisce l’identità. Lacinio è una
figura molto importante nel panorama culturale del 500 poiché pubblica una
collettanea di testi alchemici di autori di assoluto rilievo della storia
dell’Alchimia. L’opera dal titolo “La nuova perla preziosa –un trattato sul
tesoro e sulla pietra più preziosa dei Filosofi”, stampata a Venezia nel 1546 e
tradotta in tedesco e in Inglese nel corso di cinque secoli, è ora riportata in
italiano per la prima volta, grazie appunti alle magnifiche rivelazioni dello
studioso Vizza da Cirò che ne ha ricostruito vita e opere. Ma Francesco Vizza
non si è solo limitato a riscrivere una importante pagina di storia, ma ha
provveduto affinché il suo paese natale avesse anche un museo a lui dedicato. E
con quello di Lacinio ora sono quattro i musei a Cirò, dopo quello
archeologico, della civiltà contadina e di Luigi Lilio ora si aggiunge al
corredo culturale cirotano anche il
quarto museo dedicato all’alchimista cirotano del 500 Giano Lacinio con due
sale museali ricostruite nei minimi dettagli dallo stesso Vizza e
dall’architetto Giuseppe Capoano.