Cirò- L’antica
Chiesa di San Menna sta per essere restaurata grazie ad un finanziamento di 15 mila euro da parte del
comune, intervento che andrà a risanare il tetto ormai ridotto ad un colabrodo,
era diventato pericoloso per le continue infiltrazione di acqua piovana. Sita
nel rione Valle, fu aperta al culto nel 1724. Sul tetto a capanna si alza una
cupola orientaleggiante, in stile bizantino, che contiene la cella campanaria. A1
centro della navata una nicchia ospita la statua di Santa Menna. E’ una delle
chiese più antiche di Cirò dove al suo interno, venivano seppelliti i morti. E’
alquanto strano che una chiesa locale possa essere dedicata ad un Santo egiziano, appunto a San Menna d’Egitto o Mennato,
rappresentato con in mano una croce e
sotto i piedi un serpente, in abiti militari. Di lui si dice che era un potente
esorcista. Mentre nelle vecchie icone veniva rappresentato con a fianco due
cammelli. Si festeggia l'11 Novembre San Menna d'Egitto un culto molto antico che
risale al III secolo d.c. È un santo a tratti ancora poco conosciuto ma molto
venerato in Egitto. Menna nacque in Egitto nel 285 d.c. giovanissimo si arruolò
nella legione romana, scosso dalla violenza e dalla persecuzione abbandonò le
armi e si ritirò come eremita nel deserto.
Un giorno, recatosi presso Cotyaeum,
si mescolò, per predicare il Vangelo, in mezzo alla folla raccolta in un
anfiteatro, fu arrestato e torturato. Nonostante le violenze, il santo non
rinnegò mai la propria fede. Fu decapitato sotto il comando del governatore Pirro.
Morì nel 309 d.c. pare che fu seppellito sulle riva del lago Mareotis, a
Bumma(Karm Abu-Mina), presso Alessandria. San
Menna è particolarmente invocato per ritrovare gli oggetti smarriti. Questo
Santo prima dell'anno mille durante le invasioni bizantine, era talmente
rinomato da essere considerato il santo dei bizantini ma anche degli Arabi e
degli egiziani. Si sostiene che i fedeli posero il sarcofago contenente il suo
corpo martoriato sul dorso di un cammello: questo, condotto da un angelo,
sarebbe giunto sul luogo scelto dal martire, dove venne edificata anche una
basilica. Da qui l’icone che lo rappresenta in mezzo a due cammelli. La
tradizione vuole che sulla tomba si verificassero tantissimi miracoli e che
così il suo culto, come santo guerriero, si diffuse in ogni luogo
d'Oriente. In suo onore, sulle riva del lago Mareotis, a Bumma (Karm Abu-Mina),
presso Alessandria, fu eretto un santuario che ben presto divenne meta di
grandi flussi di pellegrinaggi, fino all'invasione araba del VII secolo.
Intorno al luogo di culto fu edificata una città, detta la "Lourdes
Paleocristiana", la quale, insieme ad esso, nel XI secolo fu saccheggiata
e distrutta dai beduini. Riguardo le reliquie, alcuni studi recenti sostengono
che esse furono portate tra molte difficoltà al Cairo, dove sarebbero ancora
conservate nella Chiesa a lui dedicata. Tra il 1905 ed il 1908 furono eseguiti
degli scavi che riportarono alla luce le rovine della basilica di
Mareotis, del suo monastero e delle sue terme. Vennero inoltre rinvenute delle
fiale, le "Ampolle di San Mènas", su cui è riportata
l'iscrizione "Ricordo di San Menna": questi piccoli recipienti
erano usati per prendere l'acqua da un pozzo vicino al reliquiario.
Altre
fiale simili a queste sono state ritrovate persino in Europa e in Asia (alcuni
ritengono che servissero anche a contenere l'olio delle lampade che ardevano
nel santuario). A testimonianza di quanto San Menna sia venerato in Egitto
occorre ricordare che nel 1943 Cristoforo II, patriarca ortodosso
d'Alessandria, attribuì proprio a lui il merito della sconfitta delle truppe di
Rommel ad El Alamein. Propose così di restaurare le rovine di Mareotis in onore
e memoria dei caduti in battaglia. Esiste un altro San Menna eremita vissuto a Benevento sul monte Taburno ma
risale a circa due secoli più tardi. Cirò è stata sempre meta di Arabi, Turchi e
Bizantini, addirittura anche i Normanni veneravano questo Santo, e probabilmente sono stati questi popoli a
farci conoscere questo Santo tanto misterioso e
miracoloso che oggi domina il
centro storico cirotano.
Giuseppe De Fine