Cirò- Agosto
sarà il mese delle novità per l’antico borgo, infatti è nell’intenzione del
sindaco Francesco Paletta di mettere a
disposizione parte del castello che sarà
fruibile ai turisti. E’ quando si viene a conoscenza all’indomani
dell’incontro del primo cittadino con la soprintendenza, dove è stato discusso un piano di
assicurazione ed un itinerario sicuro nel castello, naturalmente attraverso
una visita guidata. Era l’anno 1997 quando il castello fu aperto
per la prima volta al pubblico sotto l’amministrazione Sculco, fu da subito
oggetto di studi da molti studiosi e tutti attratti dal disegno geometrico
situato nell’atrio del castello : una stella a otto punte esterna che ne
racchiude un’altra a nove punte concentrica inserita su due line perpendicolari
formante una croce lungo la quale si
trovano simboli astrali e di gnomia. Probabilmente una rosa dei venti ed una meridiana. Ma i misteri non finiscono qui
infatti nel castello sono stati
rinvenuti disegni su una parete con un
alfabeto normanno i cui segni fanno riferimento alla scrittura Rune propria dei
Normanni. Sotto il pavimento invece la stanza dello scirocco dove d’estate la
temperatura si ferma a 13 gradi, e
ancora la coloratissima stanza del Principe, la stanza blu, i merli del tetto,
gli antichi forni, la piccionaia, le torri, le prigioni, la pietra dedicata a Vespasiano Spinelli, e
all’ultimo ritrovato una data attorno la stella: una data 1561 o una sigla con
data I.S. 61. Sono dunque tante le novità e i misteri che ruotano attorno al
castello che farebbe riprendere quel
flusso turistico intrapreso anni fa quando si erano registrati migliaia di turisti provenienti dall’America, dall’Australia, dalla Norvegia
, Germania, Inghilterra, Francia, Italia compresa naturalmente per ammirare
questo gioiello unico nel suo genere:
presenta 360 stanze una per ogni giorno dell’anno. Solo una struttura cosi’ ambita, già monumento nazionale potrebbe
ospitare la sede dell’Enoteca regionale.
Cirò, territorio da sempre vocato per storia e natura alla produzione di uve
esportate, riconosciute ed apprezzate in tutto il mondo attraverso il suo vino.
In proposito così scrive il sindaco:” Dall’istituzione della Legge Regionale è già
passato troppo tempo, bisogna intervenire. La casa dei vini di Calabria dovrà
trovare sede per storia e cultura che la contraddistingue, nel castello Carafa, recentemente acquistato e
a tutti gli effetti patrimonio comunale. È
dunque questo l’appello che il Sindaco Francesco Paletta rinnova al Presidente
della Giunta Mario Oliverio rivendicando il ruolo che questo territorio,
dove si concentra l’80% della produzione vitivinicola di tutta la Calabria,
merita di avere per lo sviluppo del turismo del vino non solo per il cirotano
ed il crotonese, ma dell’intera Regione. Intanto nei prossimi giorni verrà
avviata l’estirpazione delle erbacce nel castello , e subito dopo verrà
proposto un itinerario da seguire all’interno del castello con sicurezza per
poter ammirare tutti i tesori che racchiude da quel lontano 1496. Naturalmente la
speranza dei cittadini cirotani per il futuro è quella di vedere un giorno il
castello restaurato.