giovedì 20 luglio 2017

Cirò- L’area protetta dove cresce la rara Astragalus boeticus l.(pianta della famiglia delle Faseolaceae che cresce generalmente in America, Spagna usata come surrogato del caffè), che si trova sotto il ponte al bivio tra Cirò Marina e Cirò, è stata finalmente ripulita dalle erbacce e dai rifiuti che si trovavano all’interno dell’area. L

Cirò- L’area protetta dove cresce la rara Astragalus boeticus l.(pianta della famiglia delle Faseolaceae che cresce generalmente in America, Spagna usata come surrogato del caffè), che si trova sotto il ponte al bivio tra Cirò Marina e Cirò, è stata finalmente ripulita dalle erbacce e dai rifiuti che si trovavano all’interno dell’area. La pianta scoperta per la prima volta in Calabria dal botanico cirotano Giuseppe De Fine nel 2003, da allora dietro richiesta dell’Università della Calabria, e dall’allora amministrazione comunale guidata dall’on. Nicodemo Filippelli  era stata creata una siepe per proteggerla e custodirla ai posteri con varie tabelle  indicative .

Il botanico De Fine grazie a questo rinvenimento, aveva ricevuto una pubblicazione di segnalazione  floristiche italiane sulla rivista nazionale “Società Botanica Italiana con sede a Firenze. La sua protezione è continuata anche successivamente con le altre amministrazioni che si sono susseguite Parrilla e Siciliani. Purtroppo ultimamente l’area era stata devastata da lavori di interramento cavi, eseguiti proprio all’interno del recinto, nell’indifferenza di chi aveva  autorizzato i lavori.  Ora che l’area è stata ripulita bisognerebbe che il sindaco Nicodemo Parrilla provvedesse al ripristino e alla sistemazione del recinto e all’inserimento di una rete metallica per impedire al vento ma anche alle persone poco civili di riempire la zona di carte e di rifiuti. Inoltre il sindaco dovrebbe  deliberare in giunta  la protezione dell’area per evitare in futuro che chiunque possa devastare il sito della pianta rara con semplicità come purtroppo è già successo.


A causa del suo stato di abbandono qualche anno fa  era stata incendiata a causa dai numerosi detriti e rifiuti presenti all’interno dell’area,  con grave danni alla biodiversità. Come pure gli ultimi episodi vandalici all’interno della piccola oasi dove ignoti avevano divelti la cartellonistica messe sul posto dalle due amministrazioni passate Filippelli/Parrilla. Qualche anno fa nel 2009,  una signora al ritorno per le vacanze a Cirò Marina, nel vedere la devastazione in cui si trovava l’area protetta, così scriveva:” Niente è stato fatto per proteggere la pianta rara. Scriveva allora  la signora Lucia G. nella sua lettera protesta: ”pochi giorni fa sono tornata a Cirò  Marina, cittadina che io adoro e dove passo le vacanze estive sin dalla mia nascita. Però  sono rimasta delusa, e le foto che ho fatto ne sono prova e testimonianza”. 
E’ stato orrendo continua la nota- vedere alla rotonda sotto il ponte all’ingresso della città, dove esiste una oasi protetta, all’interno del quale crescono pochi esemplari di una pianta rara, completamente distrutta dal fuoco ed invasa da rifiuti, mentre  aspettavo il pullman che mi avrebbe riportato a casa. Vedendo quel disastro mi sono chiesta:” che cosa deve essere protetto? L'immondizia? L'erbaccia? Perchè conclude la nota -dobbiamo dare un brutto spettacolo della nostra cittadina  quando potrebbe essere un gioiello sulla costa ionica?  Sono passati otto anni ma la situazione è cambiata di poco, per questo occorre un intervento tempestivo del primo cittadino Parrilla, 
affinchè si possa da subito adoperarsi anche in veste di presidente della Provincia, per ripristinare e salvaguardare tale pianta unica nel suo genere presente solo a Cirò Marina, o vogliamo continuare a distruggere l’ambiente come sta succedendo alla pineta dove ruspe indisturbate hanno distrutto un’ampia area,  dove alla Cervara  ormai devastata, non crescono più i Gigli di Mattioli , il Papavero cornuto , il Narciso selvatico oltre alle splendide Dune rinvenute sempre dall’ambientalista De Fine nel 2013, oggi troppo calpestate nell’indifferenza di tutti, anziché diventare Area SIC.