Cirò- L’area protetta dove cresce la rara Astragalus boeticus l.(pianta della famiglia delle Faseolaceae che cresce generalmente in America, Spagna usata come surrogato del caffè), che si trova sotto il ponte al bivio tra Cirò Marina e Cirò, è stata finalmente ripulita dalle erbacce e dai rifiuti che si trovavano all’interno dell’area. La pianta scoperta per la prima volta in Calabria dal botanico cirotano Giuseppe De Fine nel 2003, da allora dietro richiesta dell’Università della Calabria, e dall’allora amministrazione comunale guidata dall’on. Nicodemo Filippelli era stata creata una siepe per proteggerla e custodirla ai posteri con varie tabelle indicative .
Il botanico De Fine grazie a questo rinvenimento, aveva ricevuto una
pubblicazione di segnalazione floristiche
italiane sulla rivista nazionale “Società
Botanica Italiana con sede a Firenze. La sua protezione è continuata anche
successivamente con le altre amministrazioni che si sono susseguite Parrilla e
Siciliani. Purtroppo ultimamente l’area era stata devastata da lavori di
interramento cavi, eseguiti proprio all’interno del recinto, nell’indifferenza
di chi aveva autorizzato i lavori. Ora che l’area è stata
ripulita bisognerebbe che il sindaco Nicodemo Parrilla provvedesse al
ripristino e alla sistemazione del recinto e all’inserimento di una rete
metallica per impedire al vento ma anche alle persone poco civili di riempire
la zona di carte e di rifiuti. Inoltre il sindaco dovrebbe
deliberare in giunta la
protezione dell’area per evitare in futuro che chiunque possa devastare il sito
della pianta rara con semplicità
come purtroppo è già successo.
A causa del suo stato di abbandono qualche anno fa era stata incendiata a causa dai numerosi
detriti e rifiuti presenti all’interno dell’area, con grave danni alla biodiversità. Come pure
gli ultimi episodi vandalici all’interno della piccola oasi dove ignoti avevano
divelti la cartellonistica messe sul posto dalle due amministrazioni passate
Filippelli/Parrilla. Qualche anno fa nel
2009, una signora al ritorno per le
vacanze a Cirò Marina, nel vedere la devastazione in cui si trovava l’area
protetta, così scriveva:” Niente è stato fatto per proteggere la pianta rara.
Scriveva allora la signora Lucia G.
nella sua lettera protesta: ”pochi giorni fa sono tornata a Cirò Marina,
cittadina che io adoro e dove passo le vacanze estive sin dalla mia nascita.
Però sono rimasta delusa, e le foto che ho fatto ne sono prova e
testimonianza”.
E’ stato orrendo continua la nota- vedere alla rotonda sotto il
ponte all’ingresso della città, dove esiste una oasi protetta, all’interno del
quale crescono pochi esemplari di una pianta rara, completamente distrutta dal
fuoco ed invasa da rifiuti, mentre
aspettavo il pullman che mi avrebbe riportato a casa. Vedendo quel disastro
mi sono chiesta:” che cosa deve essere protetto? L'immondizia? L'erbaccia?
Perchè conclude la nota -dobbiamo dare un brutto spettacolo della nostra
cittadina quando potrebbe essere un
gioiello sulla costa ionica? Sono
passati otto anni ma la situazione è cambiata di poco, per questo occorre un
intervento tempestivo del primo cittadino Parrilla,
affinchè si possa da subito
adoperarsi anche in veste di presidente della Provincia, per ripristinare e
salvaguardare tale pianta unica nel suo genere presente solo a Cirò Marina,
o vogliamo continuare a distruggere l’ambiente come sta succedendo alla pineta
dove ruspe indisturbate hanno distrutto un’ampia area, dove alla Cervara ormai devastata, non crescono più i Gigli di
Mattioli , il Papavero cornuto , il Narciso selvatico oltre alle splendide Dune rinvenute sempre dall’ambientalista De
Fine nel 2013, oggi troppo calpestate nell’indifferenza di tutti, anziché
diventare Area SIC.