Cirò-
In edicola l’ultimo lavoro della filosofa cirotana Maria Francesca Carnea dal titolo :” La
nudità dell’essere”. Perseverando scientemente nell’amore per la verità,
scrive in una nota l’autrice- provo a meritare la fiducia della vita, con
gratitudine, producendo contributo di pensiero critico e, nel contempo,
costruttivo, persuasa che non la scienza, da sola, ma congiunta con la carità,
e innestate di poesia e sano pensiero, nobilitino l’uomo e la società,
edificandoli.
È
inesaudibile e senza tempo- prosegue la Carnea-
il bisogno umano di conoscenza, eguagliabile solo al bisogno infinito
d’amore, e la ricerca, il voler capire, proprio della natura umana, non lascia
mai l’uomo indifferente, soprattutto nel diletto dell’indagine. Il testo, saggio di Sociologia, Spiritualità, Comunicazione
filosofica della politica, muove dall’incanto della poesia e, lungo la
narrazione, sfocia nella filosofia politica, nell’ambizione, non esaustiva, di
amalgamare la naturale ricerca umana, mettersi a servizio della comprensione
dell’altro, fondendo spiritualità, tematiche sociali, giustizia, etica,
comunicazione, mai dimentichi che è la Poesia, provvida di grazia, fonte di
pensiero divenente. M’interrogo, racconto di me, scrive la filosofa- vestendo i panni di ogni
creatura che, similmente, pone le stesse questioni alla vita che vive. Dispiego
le vele partendo da un piccolo ruscello, e in esso identifico il divenire
dell’esistenza: espongo analogie e sillogismi applicando l’arte di far
partorire la mente scoprendomi ignorante, persuasa che l’intelligenza scopre e
abita la nudità dell’essere persona. Esploro, attraverso la vita reale, gli
abiti da indossare, abiti che non coprono la nudità ma ne rafforzano esistenza
e carattere: le virtù umane a servizio del prossimo. La nudità dell’essere,
attraverso il pensiero, entra nel grande emporio dei valori umani dimenticati e
li richiama a vita, ad abiti di cui
rivestire l’umanità impoverita, resasi fragile, assai vulnerabile, disabitata
da sé. E lo fa attraverso l’incanto della ricerca nell’altro, conclude la
filosofa- fragore di coscienza che
inquieta. Non possiamo rimanere indifferenti, la vita si nutre e mai di niente,
e parlare all’uomo, portarlo a riflettere, è dato che valorizza pienamente la
sua nudità.