Cirò- La
Nutria nome scientifico (Myocastor
coypus) (Molina 1782), è giunta
purtroppo nell’area SIC delle Dune e della Ginestra bianca della
Marinella, lungo gli argini del fiume Santa venere. E’ la prima volta che viene segnalata in questa zona, è una specie
invasiva e catastrofica per fauna e flora, addirittura una Raccomandazione del
Consiglio d’Europa n. 77/1999 include la
nutria tra le specie alloctone invasive che causano impatti rilevanti alla
biodiversità e chiama i Paesi membri del Consiglio d’Europa a eradicare, ove
possibile, tale specie. Conosciuta anche con il nome di castorino, è un
mammifero roditore originario del Sud America. La sua presenza si è diffusa,
negli ultimi decenni, in molte parti dell’Europa, compresa l’Italia. Infatti,
se inizialmente l’animale era stato introdotto per essere allevato come specie
da “pelliccia” (detta appunto pelliccia di castorino), successivamente, a
causa della fuga di questi animali e, in diversi casi, della loro liberazione
nell'ambiente a seguito della scarsa redditività dell'allevamento, si è
arrivati ad un notevole incremento della popolazione. Il sovrappopolamento
di tale specie ha raggiunto dimensioni non più sostenibili in ampie zone del
territorio italiano, in particolare la pianura Padana, la costa adriatica sino
all'Abruzzo, coste tirreniche sino al
Lazio, per giungere ai nuclei di Nutrie
lungo la Foce del Crati a Sibari. Il Decreto Legge 24 Giugno2014, n. 91,
convertito, con modificazioni, dalla legge 11
agosto 2014, n.116, all’art.11, comma 12, ha modificato
l’articolo 2, comma 2, della legge 11
Febbraio 1992 n.157 recante “ Norme per la protezione della
fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio” ed ha inserito le nutrie nell’elenco delle specie
nocive per le quali non si applicano le previsioni della richiamata
Legge n157 del 1992. La competenza
sulla gestione delle nutrie viene trasferita ai Comuni che,
relativamente al sovrappopolamento, possono utilizzare tutti gli strumenti
sinora impiegati per le specie nocive (non solo per il contenimento, ma
anche per l’eliminazione totale di questi animali analogamente a quanto si fa
nelle derattizzazioni).Nella gestione dei piani di controllo delle nutrie, gli Enti Locali sono richiamati a porre la
loro attenzione sia sul controllo
che sul modo di contenimenti della specie, che ad oggi, in Italia, l’impatto
della nutria è stimabile in 20 milioni di euro all’anno di danni. Inoltre la Nutria può essere potenziale
portatrice di 16 zoonosi di tipo virale, batterico o parassitario. Una
popolazione molto elevata potrebbe, quindi, provocare problemi di tipo
sanitario. Al momento, comunque, in Italia non vi è un particolare rischio di
contagio per l’uomo, in quanto la maggior parte di queste malattie è stata descritta
solo in paesi esteri o riguarda infezioni sperimentali. Tuttavia, la nutria è portatrice di un rischio di diffusione della
Leptospirosi e di Fasciola hepatica. Per fortuna ad oggi non si conoscono casi documentati di malattie che siano state trasmesse
dalla nutria all’uomo o agli animali domestici. La nutria non rappresenta
pertanto alcun pericolo dal punto di vista igienico-sanitario, né ha un
particolare ruolo nella trasmissione e diffusione di malattie, l’unico suo
problema grave è la distruzione della biodiversità ai danni dell’ecosistema di
flora e fauna locale.