Originale dipinto di san Nicodemo rinvenuto nella nicchia di casa Terranova-Farao- foto Giuseppe De Fine |
Cirò- Sono passati anni da quando è
stata rinvenuta la nicchia dedicata a
San Nicodemo di Cirò, meta di fedeli da
tutto il comprensorio, a testimoniare come sia forte e radicata la sua presenza
spirituale oggi più che mai, nel borgo che gli ha dato i natali nel 900,
nell’allora antica Ypskron odierna Cirò. E’ stata Nascosta per molti anni murata
all’interno di una nicchia, l’affresco di San Nicodemo, dipinto che rivive nei
suoi colori da quando la nicchia è stata rinvenuta in un muro
dell’antico palazzo della famiglia “Terranova” all’ingresso del centro
storico”Portello”, lungo la strada che porta proprio alla chiesa del santo. Si
tratta del primo ed unico rinvenimento di dipinto murale raffigurante San
Nicodemo che si conosce a Cirò, e risalente al 1700. Natale Farao, attuale
proprietario della casa, racconta di ricordare un dipinto non molto chiaro all’interno
della nicchia, che però successivamente venne murato. La moglie del
proprietario racconta invece di numerosi
sogni in cui un monaco, gli chiedeva
di abbattere il muro che nascondeva il dipinto, fino a quando, dopo l’ennesimo
sogno è riuscita a convincere tutti e fare abbattere il muro. Rinvenuto il
dipinto, il maestro Elio Malena uno dei più grandi pittori e scultori calabresi, è
riuscito a portare alla luce quello che prima appariva come una macchia scura
di fumo e di altri detriti. Una splendida figura di San Nicodemo Abate in tutta
la sua originalità era impressa in quella nicchia. Secondo l’esperto Elio
Malena si tratta di un affresco murale fatto su intonaco grossolano, dipinto
con “colori a terra” con una tecnica che
richiamano i maestri dell’impressionismo e che risalirebbe alla seconda metà
del 700. Uno stilo “Pompeiana” di pochi colori dominanti come il marrone il blu
e il rosa con colpi di luce a pennellata larga, pittura appunto ripresa fagli
impressionisti. Una figura dominante con il lungo Saio Basiliare con maniche
larghe che porta a destra il bastone pastorale con riccio in stile barocco, a
lato poggiato su un libro appare il Mitra classico settecentesco con cammeo blu
centrale. Sullo sfondo un paesaggio probabilmente la stessa Ypskron. Con la
mano sinistra benedice il paese ma con lo sguardo guarda invece verso il mare,
lontano da Cirò, per indicare probabilmente Mammola che lo ospitò fino alla sua
morte avvenuta nel 990. Un figura diversa dalla statua che si trova in chiesa
attualmente, questa infatti appartiene alla scuola napoletana del 700 ripresa
però con abiti vescovili, mentre la figura apparsa sul dipinti è in abito basilare
come era in origine. Un tempo riferisce l’artista Malena, le “edicolette”
votive erano all’esterno delle abitazioni, successivamente per dare protezione
alle case patronale , venivano costruite all’interno, dove gli veniva acceso un
lume o lampade a petrolio in segno di
riconoscenza. La figura emersa dal dipinto presenta un volto sereno,
autoritario, saggia, splendida di colori che ne rafforzano lo stile e la sua
misticità. Un’importante trattamento di restauro è stato eseguito sul dipinto da parte del maestro Malena, che dopo
una prima pulitura a secco, fissato il fissativo per i colori, ha provveduto alla pulizia col bisturi e alla fine ha ripreso il disegno con piccoli
ritocchi a tempera per ridare splendore a questa grande scoperta che andrà ad arricchire
il già enorme patrimonio artistico culturale di Cirò, grazie alla pazienza e
alla volontà della famiglia Farao che oggi custodisce tale patrimonio.