Cirò- Si sono svolti ieri i funerali del
neonato ritrovato in un sacchetto nel
giardino di un privato ai piedi del castello, dove Centinaia
di persone provenienti da ogni parte, ha dato l’ultimo saluto al bambino battezzato col nome di Nicodemo Francesco,
presso la chiesa Madonna delle Grazie a
cui hanno partecipato tutte le associazioni presenti come Pro-Loco,
Misericordia, Associazione Giovanni
Paolo II. Hanno preso parte alla cerimonia funebre i carabinieri della stazione di Cirò, il
sindaco Francesco Paletta, il vice sindaco
Giovanna Stasi, e gli assessori Cataldo Scarola e Francesco Mussuto. “Amare senza misura” ha detto nell’omelia
Don Matteo Giacobbe, l’amore comprende ha detto- il non giudicare, tutta la
comunità per questo bambino ha rappresentato
la sua famiglia. I cittadino sono
rimasti in preghiera per tutta la notte –prosegue il parroco, uniti dallo stesso dolore dalla
stessa rabbia di non aver potuto salvarlo. Un grazie lo rivolgo a tutta la
popolazione ha concluso il parroco- per
la sua umanità e spiritualità dimostrata in tutti questi giorni, c’è stato un continuo via vai in chiesa
dove era stata allestita la camera ardente, dove i cittadini hanno portato
di tutto: confetti, giocattoli , biberon , peluche, vestitini e quant’altro.
Il bambino ha detto don Matteo – ha
ricevuto oggi tutti i sacramenti- dal battesimo, alla prima comunione alla
cresima. “Una comunità attonita” ha detto il primo cittadino - è difficile pensare che una mamma
possa uccidere il frutto del suo amore
che ha portato in grembo per nove mesi, chiediamoci il perché ha chiosato
Paletta. Ma noi –ha ribadito- non siamo qui per giudicare o per denigrare. La
comunità ha reagito con compostezza senza denigrare nessuno, in una comunità
dove i problemi ci sono sicuramente, dobbiamo farci forti e risalire la
corrente della vita per comprendere meglio le sofferenze, per questo ha detto
Paletta- lo abbiamo un pò adottato tutti come se fosse stato figlio di tutta la
comunità. Per questo ha concluso il sindaco- una volta restaurato il Castello
di Cirò, visto che è nato ed è morto ai piedi dell’antico Maniero, troverò
sicuramente uno spazio da dedicargli.
Anche l’associazione Giovanni Paolo II a
nome delle mamme di Cirò ha detto - “sei
rimasto figlio di tutti noi senza nemmeno conoscerti come segno indelebile”. Il
bambino è stato chiamato Nicodemo come San Nicodemo nato a Cirò
e Francesco come il nostro Santo patrono
festeggiato proprio in questi giorni, anche perché la busta contenente il
feto, era stato trovato a pochi metri dalla statua di San Francesco. Il
feretro, dopo l’omelia, è stato tumulato nel cimitero di Cirò come ha voluto
l’amministrazione comunale che si è accollato le spese del funerale ed il costo
del loculo. Il suo corpo giacerà accanto alle tombe delle due profughe seppellite anche loro nel cimitero di Cirò a
cui era stato dato anche a loro il nome di Francesca e Nicodema per ricordare i
santi patroni e protettori dell’antico borgo. Intanto i cittadini stanno già
raccogliendo dei fondi per le spese della lapide. Durante l’ultimo cammino del
feretro verso il cimitero dove la salma
è stata tumulata, alcuni anziani al suo
passare hanno lanciato confetti , mentre all’uscita della piccola bara dalla
chiesa numerosi palloncini bianchi, sono stati liberati in cielo, che pur nella
sua innocenza ha dato un segno.