Cirò-
Il FAI ( Fondo Ambiente Italiano)
potrebbe inserire il castello di Cirò nel progetto : I luoghi del cuore. “Nel mese di ottobre 2020,
scrive in una nota il primo cittadino Francesco Paletta- stiamo programmando insieme al FAI ( Fondo
Ambiente Italiano) le giornate dedicate al paesaggio, alla cultura, alla storia
ed ai monumenti storici. Nell'ambito di questa iniziativa, sotto l'alto
patrocinio del Presidente della Repubblica e sponsorizzato da Ministero beni
culturali, vorremmo che tutti votaste con un click sul link:” I luoghi del
cuore”, votiamo dice Paletta per
promuovere il nostro castello. Un grande maniero che la tradizione gli colloca
ben 365 stanze una per ogni giorno dell’anno, il Castello, è posto nella parte
alta del vecchio borgo di Cirò, presenta una vasta pianta trapezoidale con due
torri angolari circolari scarpate e un bastione pentagonale merlato. La corte
interna, circondata da magazzini e stalle, è accessibile da un androne con
volta a botte ed è pavimentata con un disegno che rappresenta un fiore a nove punte interne ed una esterna a otto
punte al cui centro passa una croce che
divide il pavimento in quattro aree delimitando così dodici linee parallele ,
forse una meridiana, mentre i due fiori centrali potrebbero indicare una rosa
dei venti. La costruzione del Castello risale ai secoli XIV-XVI: le torri tonde
scarpate sono riferibili all'epoca angioina, il baluardo pentagonale, a quella
aragonese. Mentre la torre che si trova a nord/ovest risale al periodo normanno
del 1100. Sempre attribuito ai normanni in una stanza a sud/ovest si trova
raffigurato una parete, dove i normanni descrivevano i loro viaggi in mare e
dove hanno trascritto anche l’alfabeto
normanno. L'edificio ha visto, nel tempo, diversi interventi di restauro: nel 1712
circa come si può leggere ad una parete dove ci sono le maschere
apotropaiche, fu aggiunto un corpo a due
livelli tra il bastione e il corpo ad est; nel 1842 fu acquistato dalla
famiglia Giglio che consolidarono il lato ovest; ma anche la stanza dello
scirocco come si evince da una data ed una firma impressa nella tonaca
impermeabile. Nel 1923 furono rifatti gli interni. Trasformato in palazzo, fu
abitato fino alla metà degli anni ’50 , ospitando personaggi illustri quali Re
Carlo III di Borbone. Le famiglie aristocratiche più illustri che ebbero il
possesso del feudo di Ciro’ furono i Ruffo (1328 – 1465), i Carafa (1496 –
1526), gli Abenante (1543 – 1568) e infine gli Spinelli (1569 – 1806). Infine il 2 Agosto 1806 viene ricordata la liberazione
di Cirò dal feudalesimo.