giovedì 13 settembre 2012

Cirò- La scienza e l’alchimia attraverso due scienziati cirotani del cinquecento, Lilio e Lacinio, discussi nell’ambito del progetto “Calabria Jones”, alla presenza del giornalista Roberto Giacobbo della trasmissione«Voyager», della scolaresca dell’omnicomprensivo di Borgia, dell’assessore regionale Mario Caligiuri e del ricercatore del cnr di Firenze Francesco Vizza


Cirò- La scienza e l’alchimia attraverso due scienziati cirotani del cinquecento, Lilio e Lacinio, discussi nell’ambito del progetto “Calabria Jones”, alla presenza del giornalista Roberto Giacobbo della trasmissione«Voyager», della scolaresca dell’omnicomprensivo di Borgia, dell’assessore regionale Mario Caligiuri e del ricercatore del cnr di Firenze Francesco Vizza, dove quest’ultimo ha introdotto i tratti essenziali della figura e l’opera di Lilio e di Lacinio. “Bisogna che le nuove generazioni si riappropriano della propria cultura e  storia - ha detto Giacobbo, è importante far conoscere al mondo due personaggi di questo calibro come Lilio e Lacinio”. Sarebbe opportuno ha detto invece il ricercatore Vizza, così come è stato per Lilio, “allestire uno spazio espositivo sulla figura dell’alchimista Lacinio all’interno del palazzo museale di Cirò, nello specifico dovrebbe contenere-ha detto- le opere dell’alchimista cirotano insieme alle tavole allegoriche contenute nel suo testo:”Pretiosa Margharita Novella”, inoltre prosegue ancora Vizza- sarebbe importante tradurre l’opera di Lacinio dal latino all’italiano visto che esistono già altre copie tradotte in tedesco, ed in Inglese”. “Della vita di Giano Lacinio, come di Lilio, suo coetaneo, conosciamo ben poco, a parte che Cirò gli ha dato i natali-ha detto il professore Vizza, egli era un frate minorita, di quella astretta osservanza francescana; era teologo, matematico, filosofo ma soprattutto alchimista. La fortuna e l’opera di Lacinio-prosegue Vizza-è testimonianza delle varie edizioni stampate nell’arco di 4 secoli in tutta Europa, è rappresenta una novità nel panorama del tempo perché introduce per la prima volta il simbolismo allegorico in un testo a carattere alchemico”. “L’alchimia è da lui considerata una nobilissima arte- ha detto Vizza- che indaga sulla ricerca di una entità spirituale che regola il mondo e l’universo intero; solo attraverso la trasmutazione dei metalli diceva Lacinio- si può arrivare alla comprensione della creazione”. Purtroppo in questo contesto storico, ha detto il ricercatore Vizza”la scienza, l’occultismo, la magia e l’esoterismo erano interconnesse, in un  periodo questo dei grandi cambiamenti religiosi e di innovazioni scientifiche, ma esiste anche un’altra visione di questo periodo storico, dove la scienza la filosofia ed il razionalismo sono anch’esse interconnesse con la magia, la superstizione l’alchimia. Il fatto che l’alchimia- conclude il ricercatore- fosse legata all’occulto in quel periodo, potrebbe mettere a disagio coloro che ignorano il ruolo da essa svolta nella storia della scienza. Ma in un’ottica rinascimentale prosegue- anche parte della scienza moderna è occulta in quanto nascosta ai nostri tempi”. Infine le associazioni locali hanno offerto alla scolaresca e agli ospiti intervenuti una ricca degustazione dei prodotti tipici locali. Dunque Cirò si rivela ancora una volta culla forgiante di grandi uomini di cultura e, dopo Luigi Lilio, ora toccherebbe a Lacinio essere profeta in patria.