Cirò- La scienza e l’alchimia attraverso due
scienziati cirotani del cinquecento, Lilio e Lacinio, discussi nell’ambito del
progetto “Calabria Jones”, alla presenza del giornalista Roberto Giacobbo della
trasmissione«Voyager», della scolaresca dell’omnicomprensivo di Borgia,
dell’assessore regionale Mario Caligiuri e del ricercatore del cnr di Firenze
Francesco Vizza, dove quest’ultimo ha introdotto i tratti essenziali
della figura e l’opera di Lilio e di Lacinio. “Bisogna che le nuove
generazioni si riappropriano della propria cultura e storia - ha detto
Giacobbo, è importante far conoscere al mondo due personaggi di questo
calibro come Lilio e Lacinio”. Sarebbe opportuno ha detto invece il
ricercatore Vizza, così come è stato per Lilio, “allestire uno spazio espositivo
sulla figura dell’alchimista Lacinio all’interno del palazzo museale
di Cirò, nello specifico dovrebbe contenere-ha detto- le opere dell’alchimista
cirotano insieme alle tavole allegoriche contenute nel suo testo:”Pretiosa
Margharita Novella”, inoltre prosegue ancora Vizza- sarebbe importante tradurre
l’opera di Lacinio dal latino all’italiano visto che esistono già altre copie
tradotte in tedesco, ed in Inglese”. “Della vita di Giano Lacinio, come di
Lilio, suo coetaneo, conosciamo ben poco, a parte che Cirò gli ha dato i
natali-ha detto il professore Vizza, egli era un frate minorita, di quella
astretta osservanza francescana; era teologo, matematico, filosofo ma
soprattutto alchimista. La fortuna e l’opera di Lacinio-prosegue Vizza-è
testimonianza delle varie edizioni stampate nell’arco di 4 secoli in tutta
Europa, è rappresenta una novità nel panorama del tempo perché introduce per la
prima volta il simbolismo allegorico in un testo a carattere alchemico”.
“L’alchimia è da lui considerata una nobilissima arte- ha detto Vizza- che
indaga sulla ricerca di una entità spirituale che regola il mondo e l’universo
intero; solo attraverso la trasmutazione dei metalli diceva Lacinio- si può
arrivare alla comprensione della creazione”. Purtroppo in questo contesto
storico, ha detto il ricercatore Vizza”la scienza, l’occultismo, la magia e
l’esoterismo erano interconnesse, in un periodo questo dei grandi
cambiamenti religiosi e di innovazioni scientifiche, ma esiste anche un’altra
visione di questo periodo storico, dove la scienza la filosofia ed il
razionalismo sono anch’esse interconnesse con la magia, la superstizione
l’alchimia. Il fatto che l’alchimia- conclude il ricercatore- fosse legata
all’occulto in quel periodo, potrebbe mettere a disagio coloro che ignorano il
ruolo da essa svolta nella storia della scienza. Ma in un’ottica rinascimentale
prosegue- anche parte della scienza moderna è occulta in quanto nascosta ai
nostri tempi”. Infine le associazioni locali hanno offerto alla scolaresca e
agli ospiti intervenuti una ricca degustazione dei prodotti tipici locali.
Dunque Cirò si rivela ancora una volta culla forgiante di grandi uomini di
cultura e, dopo Luigi Lilio, ora toccherebbe a Lacinio essere profeta in
patria.