martedì 23 luglio 2013

Cirò- Ritorna l’appuntamento estivo dei campi di volontariato sui beni confiscati alle mafie, protagonisti numerosi giovani da tutta Italia, il sindaco Mario Caruso accoglie i giovani dell’associazione Libera.



Cirò- Ritorna l’appuntamento estivo dei campi di volontariato sui beni confiscati alle mafie, protagonisti numerosi giovani da tutta Italia, il sindaco Mario Caruso accoglie i giovani dell’associazione Libera. L'obiettivo principale dei campi di volontariato sui beni confiscati alle mafie è quello di diffondere la cultura fondata sulla legalità e giustizia sociale che possa contrapporsi alla cultura della violenza, del privilegio e del ricatto. La  caratteristica fondamentale di “E!state Liberi” è l'approfondimento e lo studio del fenomeno mafioso tramite il confronto con i familiari delle vittime di mafia, con le istituzioni e con gli operatori delle cooperative sociali. L'esperienza dei campi di lavoro ha tre momenti di attività diversificate: il lavoro agricolo o attività di risistemazione del bene, la formazione e l'incontro con il territorio per uno scambio interculturale. Trasparenza, legalità e lotta alle organizzazioni criminali, sono e rimangono questi i punti cardini dell’amministrazione Caruso impegnata a 360 gradi e 365 giorni all'anno nella promozione della cultura come miglior e più efficace antidoto contro il radicarsi della mentalità “ndranghetistica”. Sono tre le tappe previste: venerdì 26, mercoledì 31 e mercoledì 7 agosto il gruppo farà tappa al Museo di Lilio ed al museo archeologico, immobile quest’ultimo, da esempio concreto di come un luogo di malaffare sia stato restituito alla collettività. Per il  primo cittadino- è una grande esperienza di arricchimento personale per i giovani, perché oltre a diffondere il concetto di legalità, abbiamo l’opportunità di dare un segnale tangibile che una Calabria diversa e migliore, c’è, resiste e vincerà. C’è bisogno prosegue il sindaco – di un riscatto radicale e significativo di questa terra che non è solo mafia, ma soprattutto cultura. Cirò, è la dimostrazione lampante che abbiamo lavorato bene. Laddove prima c’erano luoghi del malaffare – precisa – oggi sono nati musei, centri di aggregazione giovanile e un laboratorio scientifico. La comunità di Cirò, tra le altre – conclude Mario Caruso– è una delle più eloquenti dimostrazioni che la rotta si può invertire e che non abbiamo sulla nostra testa un destino fatale ed immutabile.