Patera di Cirò |
Cirò- Incredibile ma vero, una patera ombelicale del terzo
secolo a.c. , simile probabilmente a quella che si trova in vetrina nel museo
archeologico di Cirò, si trova al British Museum di Londra. Naturalmente, ma
strano a dirsi, anche l’esemplare inglese è originario dall’Italia meridionale.
Ma che ci fa a Londra un pezzo di storia che appartiene al nostro territorio, e
soprattutto come ha fatto ad arrivare fino a Londra. Ma la cosa più
interessante è che al British Museum c’è un’intera ala dedicata alla Magna
Grecia con particolare riferimenti al territori del crotonese. E’ sconvolgente
essere a Londra e vedersi circondati da grandi tesori che sono stati rinvenuti
in questo territorio. Purtroppo gli anni 60-70-80 sono stati deturpanti per il
territorio archeologico locale, devastato da tombaroli e trafficanti che hanno
sperperato venduti e svenduti oggetti di grande prestigio a privati e
collezionisti, rendendo orfani i popoli locali delle loro ataviche radici. Già
questi territori sono stati depredati durante le passate guerre, ognuno si
portava a casa un trofeo. Uno dei territori più devastati è stato Strongoli e
Cirò da cui i pezzi più straordinari della loro storia antica sono disseminati
in tutti i musei nazionali ed internazionali come l’ormai famoso unguentario
preziosissimo, scomparso in Calabria e riapparso in California. Venne pagato
quasi un miliardo di lire sul mercato clandestino internazionale. Faceva parte
di uno stock di piccoli “tesori” italiani venduti agli americani. Negli anni
‘80 “pezzi” di grande valore recuperati nei siti dell’Italia meridionale
finivano negli States.
Patera di Londra |
E’ quanto avevano scoperto i carabinieri del Nucleo di
tutela del patrimonio culturale di Cosenza qualche anno fa. Infatti nelle
splendide sale del Paul Getty Museum di Malibù (Usa) era esposta la
meravigliosa scultura bronzea “Askos” dissepolta dai “tombaroli” a Strongoli
nel 1981, e che finalmente ora dopo anni di inseguimento è ritornato nel suo
territorio. Ci vorrebbe più attaccamento al proprio territorio , alla propria
storia alla propria identità, e una maggiore sensibilità delle nuove
generazioni a questo problema, solo così in futuro potremmo evitare il
ripetersi di saccheggi e di sperpero di patrimonio culturale, preservando e
proteggendo il ricco patrimonio archeologico che ancora esiste.