Cirò- “La commissione di accesso è una garanzia
per il nostro operato perciò vado
avanti, sono tranquillo, non lascio,
ma resto per lottare per la verità e la
legalità”- è quanto ha dichiarato il
sindaco Mario Caruso alla proposta del consigliere di opposizione Giuseppe
Siciliani che aveva chiesto al sindaco in caso di futuro eventuale scioglimento
del comune, di fare una riflessione e di dimettersi entro il 4 febbraio per
dare -dice Siciliani -la possibilità di poter andare subito al voto già a
maggio ed evitare il commissariamento.”Voglio
rassicurarvi su quanto
accaduto il 23 gennaio scorso, dichiara il sindaco rivolgendosi nel corso del
consiglio comunale straordinario, ad una sala consiliare gremita di cittadini- anche
alla luce delle dichiarazioni calunniose emerse sugli organi di stampa. Sono sicuro che si accerterà
l’insussistenza di atti illegittimi ai fini del condizionamento mafioso,
nell’attesa, quale uomo perbene e onesto che ha sempre vissuto del suo lavoro,
continuerò nonostante la bufera mediatica del sospetto, a portare
orgogliosamente la fascia tricolore con lo stemma del mio comune con la stessa
dignità di prima come hanno voluto tanti cittadini onesti che hanno scelto
questo cammino di innovazione e anche quei tanti cittadini che all’indomani del
risultato amministrativo mi hanno manifestato il sincero augurio di buon lavoro
dicendomi che non avevano potuto votarmi poiché parenti erano candidati in
altre liste. Ho manifestato al Prefetto la Massima collaborazione e disponibilità, anche
oltre il dovuto se necessario, nei confronti dell’attività di ispezione e
verifica Che non è una iattura guardate bene ma la garanzia ulteriore della
presenza della Stato in questo territorio. Ho
detto questa mattina ai funzionari
incaricati che abbiamo fiducia nelle istituzioni e assoluta serenità
dell’operato Amministrativo svolto poiché
in questi anni abbiamo combattuto seriamente e con le armi della cultura
e senza populismo l’affermarsi dell’illegalità. Siamo
persone senza macchia e senza paura
poiché veniamo dal sudore della terra e la terra sa avvolte essere arida ma
anche generosa e produttiva. Siamo
persuasi che gli accertamenti previsti e prescritti, lontani da pregiudizi
o dall’applicazione di troppo facili teoremi mediatici che non servono a nulla
ed a nessuno, contribuiranno
ulteriormente a fugare ogni dubbio sull’impegno, concreto e non a parole,
che in questi anni la mia Giunta ha portato avanti in tema di affermazione
culturale della legalità. Non abbiamo lesinato sforzi, energie ed idee
nell’aggredire, con i fatti, un’equazione che purtroppo era prevalsa in
passato: Cirò uguale mafia. L’investimento culturale che ci ha visto
protagonisti e promotori di una nuova e reale immagine cittadina, in Calabria
ed oltre, resta per noi la bussola principale con la quale continuare a
programmare ed a realizzare. È con
questo spirito che ho chiesto alla Commissione di lavorare con serenità e
tranquillità poiché sarà l’occasione per l’istituzione nel suo complesso di
confrontarsi a viso aperto su quello che noi consideriamo essere soltanto un
momento ulteriore di conferma della trasparenza e del buon governo della cosa
pubblica messo in campo nell’interesse generale. Certo non vi nascondo
l’amarezza nel cuore di ognuno di noi, poiché una esperienza umana e amministrativa
tra le più belle e soddisfacenti che possa capitare ad un uomo impegnato con
onestà nell’attività politica del suo paese, è stata immediatamente sminuita da irragionevoli illazioni di
stampa, fatte da chi non rassegnato
dall’esito di una campagna elettorale aspra esce ancora una volta dal suo
verminaio per screditare non solo il sottoscritto e i suoi uomini, ma
addirittura i tanti Prefetti che si sono susseguiti offrendo un’immagine
offensiva di questo territorio alle istituzioni. Guidare da Sindaco Cirò, un
paese ricco di storia di cultura e di onesto lavoro, è per me un grande onere.
Abbiamo servito e serviremo con onestà e dignità ma soprattutto con orgoglio e
semplicità questo paese, al quale oggi ci sentiamo maggiormente legati. Nel corso del mio primo mandato prosegue
il sindaco- in questi primi mesi del secondo mandato, ho cercato con lo stesso
spirito e con l’aiuto proficuo di tutti gli assessori e i consiglieri comunali
di amministrare in piena coscienza
nell’assoluto rispetto della legalità, senza alcun tipo di condizionamento
mafioso ed esclusivamente nell’interesse di tutti i cittadini di affrontare
gli innumerevoli problemi di ogni giorno con una presenza costante e assidua. Abbiamo
ottenuto in questi anni risultati straordinari, lavorando in sinergia con tutti
scuole, associazioni, forze dell’ordine, Ministeri, Regione e Provincia, a
volte trascurando gli affetti familiari. Purtroppo a Cirò c’è chi lavora nella
legalità alla luce del sole e chi lavora nella cecità di dei luoghi per fare di
Cirò e della sua esperienza amministrativa pulita e trasparente un luogo buio
senza fine. In tutti questi anni di attività amministrativa, con gli stessi
uomini di oggi, ho ricevuto attestati di benemerenza da tutte le forze sane
dello stato. Ho sempre detto ai miei amministratori , conclude Caruso- che per amministrare con coscienza
bisogna essere liberi. Oggi paghiamo il prezzo della libertà ma siamo sicuri
che quando la verità emergerà, lasceremo
un segno tangibile di uomini che si sono sacrificati e messi in gioco per il
bene della nostra Cirò. “Dobbiamo costruire maggiori sinergie, ha detto nel suo
intervento il parroco don Giovanni
Napolitano -abbiamo avuto una campagna politica avvelenata che ha portato
ad una divisione della comunità, perciò oggi dobbiamo riprenderci quell’unità e
cercare di ricompattare questa comunità e riprendere il cammino tutti insieme
lontani da odio e personalismo- condanno l’aspetto mafioso che esiste ed è
forte a Cirò , ma non possiamo condannare un paese intero”. Intanto auguro
alla commissione buon lavoro ed una attenta vigilanza anche sul mio operato,
visto che sono stato chiamato in causa in prima persona. Mario Romano è un uomo
libero e dignitoso, padre di famiglia che vive del suo onesto lavoro, sono
stato tre anni e mezzo con
l‘amministrazione Colucci, cinque anni con il primo mandato Caruso ed ora da
circa sei mesi nel secondo mandato Caruso, mi sono sempre distinto per trasparenza
e legalità ed il mio operato svolto questi anni ne è la prova. Mio fratello e
mio cugino, erano miei parenti nove anni fa e lo sono ancora adesso e lo
saranno sempre, io non sono Giuda e non li ripudio, e se in passato
loro hanno sbagliato, hanno pagato il loro debito alla giustizia.
Essere stato additato nell’articolo come la probabile causa dell’insediamento
della commissione, mi ha mortificato ed
umiliato, ma siccome sono un uomo libero, cristallino, rispettoso della legalità, mi sento ancora di
più motivato a combattere per la verità”.