martedì 25 giugno 2013

Cirò- A Firenze l’astronomo Massimo Mazzoni e il ricercatore Francesco Vizza del CNR di Firenze, ricordano l’opera di Luigi Lilio.



Cirò- A Firenze l’astronomo  Massimo Mazzoni ricorda l’opera di Luigi Lilio.  Francesco Vizza del CNR di Firenze, in una nota comunica che nella splendida cornice del Duomo Santa Maria del Fiore, il 21 giugno è stata promossa dal Comitato per la Divulgazione dell'Astronomia, dell'Università di Firenze e dell’Istituto di Storia della Scienza l’iniziativa “Astronomia in Cattedrale: osservazioni guidate del passaggio del sole sulla meridiana di Santa Maria del Fiore”. Durante la conferenza del Prof. Mazzoni, alle ore 12, 14 minuti e 28 secondi (ora solare), è stato possibile assistere ad un fenomeno di grande suggestione: i raggi del Sole scendendo lungo la Cupola del Brunelleschi hanno formato un'immagine del disco solare sul pavimento della Cappella della Croce, dove si trovano una linea meridiana finemente graduata e due marmi circolari, uno dentro l'altro, che funzionano da contrassegni solstiziali. Il maggiore, con un diametro di circa 90 centimetri, ha le stesse dimensioni dell'immagine del Sole al solstizio d'estate. Questo fenomeno si ripete ogni anno, grazie ad uno strumento astronomico, il più antico e diffuso, detto gnomone, progettato per misurare la posizione del Sole in cielo e determinare la durata dell'anno solare. Nel Duomo di Firenze, dal XV secolo, è installato questo strumento che, con i suoi 90 metri di altezza è il più grande al mondo.
 Lo gnomone è di solito un palo, una colonna o un obelisco la cui ombra permette di misurare la posizione del Sole in cielo, ma può anche essere, come in questo caso, un foro praticato sulla cupola del Duomo che produce, per effetto stenopeico, l’immagine del disco solare. Questa, in maniera simile all’ombra del vertice di un obelisco, si muove continuamente da ovest verso est, a causa del moto apparente del Sole. La sua posizione rispetto ad opportuni riferimenti posti sul pavimento permette di seguire accurate misurazioni astronomiche, così che questo tipo di strumento, pur di semplice concezione, è rimasto in uso fino al XVIII secolo. Grazie allo gnomone, ha spiegato Mazzoni, si può confrontare con precisione la posizione dell’immagine del sole a distanza di un anno civile e quindi determinare al meglio la durata dell’anno tropico. Si intende per anno tropico l’intervallo medio tra due passaggi consecutivi del Sole apparente per l’equinozio di primavera. Il momento scelto per confrontare le immagini può anche essere quello del solstizio estivo perché era supposto che garantisse misurazioni più affidabili.
Quando si parla di misura dell’anno tropico, spiega Francesco Vizza, il riferimento a Luigi Lilio è inevitabile. Infatti, La conoscenza esatta, del periodo di rivoluzione terrestre, la formulazione del calendario e, cosa più importante per la Chiesa, la datazione della Pasqua di Resurrezione, sono stati un problema per moltissimi secoli, fino a quando lo scienziato di Cirò riesce con un colpo di genio a sincronizzare l’anno civile con l’anno tropico. Oggi, continua Vizza, sappiamo che la durata dell’anno tropico cambia col tempo nella misura di circa -0.5 secondi per secolo. Nella metà del XVI secolo non era nota con esattezza né la causa della variazione dell’anno tropico né la sua esatta durata. Se non ci fossero in gioco il moto di precessione e di nutazione, nonché gli spostamenti della massa terrestre, dovuti sia ad effetti derivati dalla sua composizione sia a fenomeni atmosferici, la durata dell’anno tropico dovrebbe essere immutata nei secoli. In realtà ciò non accade. All’epoca di Lilio, la mancanza di una profonda conoscenza della precessione degli equinozi e le diverse interpretazioni date al suddetto movimento crearono seri problemi per la formulazione di un calendario che avesse solide basi scientifiche. Quello che Lilio può fare in queste condizioni è di elaborare un modello che formalmente corrisponda a ciò che avviene in cielo, senza addentrarsi nelle discussioni sulle essenze celesti e sulle loro gerarchie, e senza conoscere l’esatto valore dell’anno tropico. Oggi la chiameremmo una soluzione numerica ottenuta da un modello parametrico. L’osservazione dell’immagine del sole che il 21 Giugno si sovrappone perfettamente a quella disegnata sul pavimento del Duomo di Firenze per molti secoli a venire, oltre a suscitare un notevole interesse nella folla di fiorentini, studiosi e turisti convenuti, rappresenta la prova sperimentale della precisione assoluta dei calcoli di Lilio.
La prossima conferenza di divulgazione storico-scientifica dell’opera di Luigi Lilio sarà tenuta da Francesco Vizza il 31 Luglio a Rocca d’Orcia di Siena.