Era un falso allarme la notizia che circolava nel paese ieri
mattina quando si pensò che la tomba del
poeta Siciliani era stata trafugata, in
realtà invece era stata spostata da un componente della famiglia nell’ossario
di famiglia per fare spazio ad un altro componente della famiglia Siciliani
deceduto. La scoperta era stata fatta ieri mattina, in vista della sepoltura di un
componente della famiglia Siciliani, quando il custode del cimitero di Cirò si
è accorto che nella cappella di famiglia, il loculo occupato per decenni dalle
spoglie del poeta Luigi Siciliani era vuoto.
Il custode, pensando che la bara fosse stata trafugata, ha
presentato denuncia, facendo intervenire
il maresciallo Diego Annibale
della locale stazione. Sul posto sono giunti anche il Sindaco Mario Caruso, e il capitano della Compagnia di Cirò Marina,
Fabio Falco. Solo dopo alcune ore, quindi è stato chiarito da una parte della
famiglia Siciliani che i resti del poeta erano stati trasferiti nell’ossario
ricavato sotto il pavimento della cappella per fare spazio a Mario Siciliani
deceduto nei giorni scorsi a Cirò Marina. La traslazione del poeta sarebbe stata eseguita, tuttavia senza la
necessaria autorizzazione in violazione del regolamento di polizia mortuaria e,
pare, senza avvertire tutti i familiari
che sarebbero stati all’oscuro di tutto, da qui il grande equivoco e
l’imbarazzo per alcuni componenti della famiglia Siciliani quando nel portarsi verso la cappella dove è sepolto
il poeta per portagli un fiori si sono
visti davanti il loculo vuoto. Ma come è possibile si chiedono in molti, e non
si parla d’altro in paese, mettere le spoglie di un personaggio che appartiene
all’umanità intera, sotto uno spoglio
pavimento, in un ossario, quando invece
di lui dovrebbero fare una tomba
monumentale alla mercè di tutti e
soprattutto, ubicata in un posto pubblico che chiunque, ed in qualunque momento
gli possa fare visita. Povero poeta, lui che era così semplice, e legatissimo
alla sua Cirò, non gli è stato consentito nemmeno di riposare in pace nella
cappella dove riposava da anni. “Misero vario gioco di sorte è la vita
dell'uomo tra povertà e ricchezza sempre vagante incerta: Quelli che giacciono in basso qual palla
rimbalzano in alto; altri, su dalle nubi, sono gettati all'Ade”, con queste
parole scritte dallo stesso poeta nei” Canti Pagani” una riflessione per
l’accaduto.