Mezzobusto realizzato dall'architetto Capoano |
Cirò- Querelle internazionale su Lilio
tra Spagna Italia e Inghilterra sulla figura di Lilio, matassa
ingarbugliata sciolta magistralmente con prove alla mano da
Francesco Vizza ricercatore del CNR Di Firenze nonché biografo di Luigi Lilio. In un
libro dal titolo “Salamanca y la medida del tempo”, di Ana María Carabias Torres, Prof.ssa di
Storia Moderna presso l'Università di Salamanca(Spagna), afferma che nel
1515 esperti della sua università inventarono un procedimento matematico che
costituì la base della riforma gregoriana del calendario. L’autrice del libro
richiede una rivalutazione del ruolo svolto da Luigi Lilio che, lungi
dall'essere l’ideatore del nostro calendario, avrebbe letteralmente copiato il
progetto di riforma elaborato dagli esperti spagnoli. La
prova cronologica che Ana María Carabias Torres adduce a sostegno della sua
affermazione è questa: Antonio, fratello di Luigi Lilio, era membro della
Commissione istituita da Papa Gregorio XIII. In questa veste egli prelevò dagli
archivi Vaticani la relazione di Salamanca del 1515, la consegnò a Luigi che la
copiò integralmente. Il manoscritto di
Salamanca, infatti, scrive l’autrice, non è mai stato ritrovato nella
Biblioteca Vaticana, ma fortunatamente una copia è custodita presso la Biblioteca General
Histórica dell’Università di Salamanca. C.
Philipp E. Nothaft, ricercatore del Warburg Institute dell’Università di Londra,
autorevole studioso di cronologia, storia dei calendari e storia
dell’astronomia e Francesco Vizza Dirigente di Ricerca del CNR, autore di
diverse pubblicazioni sull’opera di Lilio, demoliscono dalle fondamenta la tesi
della Carabias Torres. I due studiosi affermano che la
proposta contenuta nel rapporto di Salamanca
e quella di Lilio differiscono nei punti fondamentali. Gli esperti di Salmanca
-afferma Vizza- proposero l’eliminazione di 1giorno bisestile ogni 152 anni
mentre quella di Lilio (che fu adottata) ha previsto l’eliminazione di tre
giorni bisestili in 400 anni, circa 1giorno ogni circa 134 anni. Lilio decise
di eliminare 10 giorni dal vecchio calendario giuliano mentre gli spagnoli
proposero l’eliminazione di 11 giorni. È un dato di fatto che il più grande
contributo di Luigi Lilio alla riforma è stato quello di aver inventato il
“ciclo delle epatte", un rivoluzionario sistema numerico (non astronomico)
che ha permesso la datazione della Pasqua in accordo con i cicli lunari e con
l’equinozio di primavera, secondo una complicatissima e predeterminata sequenza
di un ciclo che dura effettivamente 300 mila anni e non 19 anni come quello che
avrebbero voluto modificare gli esperti di Salamanca. Le differenze tra le due
proposte sono enormi ed è chiaro che Lilio non può aver copiato dagli spagnoli.
Anche dal punto di vista cronologico l’ipotesi di plagio non regge. Luigi Lilio
morì quasi sicuramente nel 1574. Secondo la ricostruzione della Carabias
Torres, Antonio rubò nel 1575 il manoscritto spagnolo e lo consegnò al fratello
Luigi che era già deceduto un anno prima. Sembra
dunque molto difficile credere che persino da morto Luigi sia stato capace di
copiare la riforma di Salamanca. Cabrias Torres, consapevole della validità
delle critiche espresse al suo libro da Nothaft e Vizza, ha in parte ritrattato
quanto affermato, sostenendo che Lilio avrebbe copiato solo in parte il
rapporto di Salamanca. La polemica
continua sulle riviste internazionali di storia dell’astronomia.