Cirò- Ancora una volta per il secondo anno consecutivo brucia l’area SIC della Ginestra bianca, nell’indifferenza dei politici e di
tutti gli Enti preposti alla sua salvaguardia e
protezione. Ogni anno purtroppo l’area
SIC, sito di interesse
comunitario denominato Dune della
Marinella, viene incendiata, eppure
basterebbe un po’ di pulizia attorno all’area sic specie in quella adiacente
alla statale 106, da dove il fuoco spesse volte parte. Ogni anno l’ordinanza del
sindaco impone ai proprietari terrieri
di pulire le erbacce seccate lungo il
perimetro dei propri poderi, specie quelli confinanti con le strade per
ostacolare la possibilità di incendi,
solo che le pulizie di stagione avrebbero potuto farlo pure in casa propria.
Dal mondo accademico parole dure contro lo
scempio ambientale perpetrato ai danni dell’area sic”Dune della Marinella”. E’ andata in fuoco l’area
”SIC”della sempre più rara ginestra bianca, una delle opere protette dall’ex
sindaco Carlo Colucci, l’unico che negli anni ha mostrato interesse alla sua
protezione. L’incendio si è sviluppato ieri pomeriggio verso le ore 15 circa,
la colonna di fumo era visibile anche dai paesi limitrofi, ma fino alle 17.00 circa ancora nessuno era
giunto sul posto per spegnerlo, purtroppo i vigili del fuoco di Cirò Marina,
erano già occupati in altre aree devastate sempre dal fuoco.
Purtroppo l’area dove si trovano la ginestra bianca e le Dune fanno gola a tutti per poterla un giorno
cementificare, da qui il probabile
tentativo di incendiarla e distruggerla ogni anno, dopo che la pianta è
sopravvissuta per oltre cinque milioni di anni.
La rara Ginestra Bianca (Retama
retam), si trova in zona Marinella di
Cirò, quì esiste l’unica oasi presente
in Italia, ora minacciata dall’estinzione, nonostante il vincolo già istituito
nella G.U. Suppl. n.95 del 2000, con la
denominazione”Dune Marinella, ancora oggi tali siti, anziché essere
protetti sono abbandonati. Tutti dovrebbero salvaguardare questa pianta rara,
noi abbiamo la fortuna ancora di averla ed osservare i suoi fiori ed il suo
intenso profumo, specie in primavera. Andrebbe
recintata tutta la zona e pulita dalle erbacce, per impedire anche agli animali
domestici di calpestarla o di distruggerla, e all’uomo di reciderla o di
bruciarla come è appena successo. Occorre perciò una valida volontà politica che possa proteggerla
dall’estinzione, conservando quella
biodiversità che l’intera area fino ad ora ha preservato naturalmente, anche
senza l’aiuto dell’uomo.