Cirò- Da qualche anno nella provincia di Crotone si va
diffondendo una pianta africana : l’Asphodelus fistolosus che sta
invadendo tutti i prati del circondario specialmente le aree urbane attorno le
strade. Ma è la prima volta che viene
localizzato a Cirò lungo la provinciale Cirò- Vallo dove è presente per ora una singola pianta
abbastanza appariscente. Purtroppo è una
pianta invadente a spese delle piante tipiche, infatti dove cresce l’Asfodelus
si crea un prato uniforme dove è
impossibile che possano crescere altre piante visto che già con le radici
occupa parecchio spazio. E’ un genere di piante della famiglia Liliaceae che
comprende diverse specie erbacee,
note genericamente con il nome volgare diasfodelo. Il nome deriva dal greco ἀσφόδελος
(asphódelos) "a" = non, "spodos" = cenere e
"elos" = valle, cioè «valle di ciò che non è stato ridotto in
cenere». Il nome deriva dal fatto che gli asfodeli tendono a diffondersi nelle
garighe dell'area mediterranea di sovente incendiate per ricavarne pascolo.
Poiché gli organi sotterranei (bulbo-tuberi) sopravvivono al passaggio del
fuoco, gli asfodeli e le piante che hanno la capacità di sopravvivere agli
incendi sono quello che appunto resta di ciò che non è ridotto in cenere. Gli
asfodeli amano i prati soleggiati e sono invadenti nei terreni soggetti a pascolo eccessivo,
perché le loro foglie appuntite vengono risparmiate dal bestiame. La
distribuzione naturale del genere Asphodelus ha un centro principale
intorno al bacino del Mediterraneo (Europa meridionale e Africa
settentrionale comprese le isole
Canarie); si estende inoltre in Asia fino
alla Cina. Per
Omero l'asfodelo è la pianta degli Inferi.
Per gli antichi Greci il Regno
dei Morti era suddiviso in tre parti: il Tartaro per gli empi, i Campi Elisi per
i buoni, ed infine i prati di asfodeli per quelli che in vita non erano stati
né buoni né cattivi. Per tutte queste credenze, ed altre ancora, i Greci
usavano piantare asfodeli sulle tombe, considerando i prati di asfodeli il
soggiorno dei morti. Epimenide, considerato da alcuni uno dei sette sapienti, racconta
Plutarco, usava l'asfodelo e la malva per le sue capacità di scacciare la fame
e la sete, infatti la leggenda vuole che Epimenide grazie all'uso di radici e
erbe non avesse bisogno di mangiare e che visse 157 anni. In alcune località,
lo stelo dell'asfodelo viene utilizzato per la creazione di pregiati cesti
artigianali da tempo utilizzati per la panificazione. Questi cesti anticamente
erano parte indispensabile del corredo della sposa prima del matrimonio. Il
gambo dell'asfodelo giallo è un cibo antico che gli anziani colgono ancora prima che sbocci il fiore e una
volta scottato con acqua e aceto conservato sott'olio. Uno di quei sapori che
va pian piano scomparendo. Mentre le foglie vengono tuttora usate per
confezionare i prodotti caseari come ricotte e provole che trasudano dello
stesso odore delle foglie. La presenza di questa nuova pianta in tutto il
bacino crotonese è dovuto comunque alla sempre più marcata tropicalizzazione del
clima.