Cirò- Si sono conclusi i festeggiamenti in onore di San
Cataldo a Cirò. E' stata una grande festa di partecipazione, ogni rione ha
ospitato la miracolosa statua, il
santo protettore dei raccolti, delle campagne cirotane e degli allevamenti.
Anche quest’anno si sono susseguiti
lunghi festeggiamenti religiosi e tradizionali. Dalla sua chiesa omonima in
zona Cannone il parroco Don Giovanni Napolitano, ha officiato la santa messa,
dove i fedeli accompagnati dal
comitato omonimo presieduto da Gaetano Fuscaldo, e dal parroco Don Giovanni
Napolitano, hanno portato in processione il santo per le vie
del paese fino ad arrivare presso il largo Arenacchio dove la statua
miracolosa del Santo è stata portata in periferia per benedire i campi,
fino alla zona Cappelliere presso la cappella della famiglia Giglio, dove nel
vicino uliveto si è tenuto il tradizionale Agape fraterna ed intrattenimento
musicale con il gruppo “Chiri da serenata”, proprio come si faceva una volta. E
dopo la benedizione dei raccolti, delle terre, e degli allevamenti l
cirotani, la statua è stata portata
presso la chiesa della Madonna di Pompei come vuole la tradizione, e da quì
dopo la santa messa una lunga processione
da via Sant’Elia si èsnodata per le vie del paese fino al rientro del
Santo nella sua chiesetta omonima in zona Cannone. Come vuole la tradizione al
passare del Santo, dai balconi le coperte più belle vengono stese, per la
benedizione delle famiglie, oltre alla pioggia di petali di “Zuzzulo” di San
Cataldo, un fiore colorato della famiglia delle Asteracea(un crisantemo
selvatico) che fiorisce proprio in questo periodo, che ognuno fa cadere sulla
statua al suo passare.
San Cataldo annuncia la bella stagione, e tutto il
popolo cirotano è in festa per il Santo protettore dei raccolti e degli
allevamenti. Molte le tradizioni rispettate, come i nastrini benedetti e
portafortuna chiamate”Zagarelle”, i dolci tipici di San Cataldo, i tavoli votivi e il suono della tradizionale
Zampogna. La festa di San Cataldo una volta, era una delle più sentite dal
popolo cirotano, e il comitato vorrebbe che tornasse al suo atavico splendore.