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Atrio con doppia data |
Cirò-
Il castello di Cirò apre ai turisti dalle ore 18.00 alle ore 22.00 grazie ai
volontari della Pro-Loco, che fanno da cicerone lungo un itinerario protetto, voluto dal
sovrintendente Lopretone, lungo il quale si può visitare lo straordinario atrio
dove vi è custodito un disegno
geometrico ornamentale, forse una meridiana o una rosa dei venti, che merita
essere visitata. Da qui a poco il maniero sarà restaurato, grazie ai due milioni di euro perla tutela e la
valorizzazione del castello di Cirò, finanziamento inserito tra i progetti strategici nel settore dei
beni culturali, in Calabria, così come hanno stabilito, di concerto Regione e il Ministero ai Beni Culturali, lo
scorso 21 marzo. Tale somma si
aggiunge, ai primi 2 milioni assegnati
dal Mibac, nel gennaio 2018, per il recupero e il restauro del maniero,
riconosciuto monumento nazionale già nel 1983.
Un altro tassello importante per il recupero dell'antico castello,
questo ulteriore contributo verrà utilizzato per portare avanti il progetto dell'Enoteca
regionale, ha detto il primo cittadino Francesco Paletta- . I primi due milioni del Mibact la cui
progettazione si trova alla sua di Crotone per la gara, prosegue Paletta- sono
indirizzati invece per la cittadella della scienza dedicata a Luigi Lilio con planetario, sale convegni ed un bad and breakfast. Dopo tanti anni
–dichiara il sindaco- stiamo vedendo la luce per la valorizzazione del castello
che per troppi anni è rimasto nell'oblio. Un antico maniero ricco di
storia cultura , tradizioni e ma anche
storie di fantasmi, c’è chi racconta di
strane presenze legate alla figura di un giullare che si intravede nei piani
superiori dell’ala ovest, ed una dama la cui presenza si avverte nell’atrio proprio dove i turchi
uccisero la sorella del vescovo di Umbriatico: Albinia una nobil donna del 500.
Lungo il percorso si può ammirare una bellissima mostra collettiva di
quadri di eccellenti autori. Tra le
cose straordinarie da visitare la grotta
blu, un riflesso tra cielo e mare attraverso una finestra che si apre in una
grotta sotto la stanza del Principe Carafa, forse una via di fuga in caso di
pericolo. Molto interesse suscita anche la cisterna della raccolta delle acque
piovane dove la temperatura si ferma sui
13 gradi. Ai lati dell’ala sud/est del maniero si possono ammirare le maschere
Apotropaiche rivolte verso la Magna
Grecia che servivano per allontanare gli spiriti nella tradizione. La sera poi,
si può ammirare la luna che sorge dal giardino della principessa e che si
affaccia sul centro storico, e sui
paesini limitrofi illuminati. Proprio a lato del giardino esiste la torre di
prigionia chiamata la torre senza fondo fatta da più piani, collegati solo
all’ingresso da pochi gradini in pietra, il resto della scala doveva essere
fatta di corde per raggiungere le
profondità. Ma l’attrattore principale resta
l’atrio dove uno studioso locale
ha rinvenuto sul lastricato una doppia data sul pavimento, in posizione Nord/Ovest,
finora
scampato agli occhi di tutti,
e
l’altra all’opposto,
in posizione
Sud/Est. L’atrio custodisce un rompicapo, un disegno geometrico e di Gnomonica
che rimette in discussioni tante teorie finora discusse.
Si tratta della data 1564, se di data si tratta. Infatti i primi numeri
potrebbero essere in realtà due lettere :la I. di Isabella e la S.
di Spinelli, una delle discendenti della famiglia feudataria del
castello. Infatti i primi due numeri all’interno dei quattro numeri
rinvenuti, sono numeri romani, per questo potrebbe anche non essere una
data.
Ecco perché
il rompicapo lastricato
potrebbe essere un semplice disegno
ornamentale come
una semplice meridiana,
o una rosa dei venti, tesi studiata dal
De Fine sin dal lontano
1997,
quando da solo- ha detto-
“mi chiudevo
nel castello per studiarlo, marcando tutti i segni presenti con polvere di
calce facendo così emergere le due stelle concentriche una dentro l’altra e
circoscritti da una circonferenza di un diametro di circa sei metri. Quella
esterna e di 4 metri circa quella interna. E’ stato possibile così ricostruire-
ha detto lo studioso De Fine-
anche la
parte esterna in posizione sud/est, che mancava totalmente distrutta durante
lavori negli anni 70, quando era occupata dalla scuola. Successivamente con
l’ausilio di sofisticati apparecchi in collaborazione con l’ingegnere Paletta,
siamo
riusciti a dare una forma a quel
disegno tanto astratto.
Era emerso una
particolarità della stella esterna è che, dividendola a metà era ribaltabile su
se stessa da est verso ovest, inoltre le due coordinate formanti una croce,
non erano perpendicolari, ma l’asse centrale era spostato di circa 9 gradi
verso il nord catastale, studio questo realizzato nel 97 da De Fine e Paletta.
Osservando la
geometria della stella e
le sue punte , questa da’ come un
senso
di movimento, come se indicasse un flusso di correnti di vento, che si spostano
all’interno dell’atrio, lungo la parete nord, spinto dal vento più forte, la
tramontana. Perciò, per l’ubicazione particolare e per la presenza di ingressi
ubicati in punti fortemente strategici, corrispondenti alle entrate nell’atrio
dei venti Meridionali, Levante, Scirocco,
a Sud;
Tramontana e Maestrale, a
Nord; Ponente e Libeccio a ovest; si crea all’interno dell’atrio, spesse volte
un vortice spettacolare che :”mi ha fatto pensare, afferma De Fine,
ad una Rosa dei Venti”. La seconda teoria
messa a punto sempre da De Fine, sono le dodici linee ubicate sulla
pavimentazione distanti una dall’altra circa un metro. Dentro queste linee,
l’ombra
ad ogni ora avanza , la mattina
da Est
ad Ovest, ed il pomeriggio il
cammino dell’ombra è al contrario. Quello che è strano, che a mezzogiorno ora
solare, l’ombra passa esattamente dal centro della stella, un pò spostata dai
piani superiore costruiti successivamente che in alcuni punti disturba l’ombra,
mentre alle ore 13 circa i raggi del sole, attraverso una finestrella,
raggiungono le profondità della camera dello scirocco, posta ad una profondità
di circa otto metri, dove la temperatura sia d’estate che d’inverno è costante
sui tredici gradi. Per quanto riguarda invece la simbologia che si trovano
lungo i due assi principali della croce,
a ovest si trova, una doppia freccia che va nei due sensi, ed
indica il cammino dell’ombra, mentre a Est
la simbologia delle due frecce,
indicano
il ritorno dell’ombra verso ovest nel pomeriggio. Ad est alla sera poi sorge la
luna, sullo stesso asse incontra il sole ad ovest dove tramonta. La nascita e
la morte del sole e della luna è rappresentata invece da un cerchio con dentro
altri due cerchi che si allineano in un solo punto cioè alla sera, quando è
possibile vedere entrambi i nastri, uno a Ovest e l’altro a Est, è uno
spettacolo, ecco perché potrebbe essere una semplice meridiana. Mentre, quando
è luna piena a mezzanotte l’ombra luminosa giace nell’atrio del castello, come
un fantasma luminoso, forse il giullare che si prende gioco di noi.