venerdì 31 luglio 2020

Cirò- Il castello di Cirò apre ai turisti dalle ore 18.00 alle ore 22.00 grazie ai volontari della Pro-Loco.

Atrio con doppia data
Cirò- Il castello di Cirò apre ai turisti dalle ore 18.00 alle ore 22.00 grazie ai volontari della Pro-Loco, che fanno da cicerone  lungo un itinerario protetto, voluto dal sovrintendente Lopretone, lungo il quale si può visitare lo straordinario atrio dove vi è custodito  un disegno geometrico ornamentale, forse una meridiana o una rosa dei venti, che merita essere visitata. Da qui a poco il maniero sarà restaurato, grazie ai due milioni di euro perla tutela e la valorizzazione del castello di Cirò, finanziamento inserito  tra i progetti strategici nel settore dei beni culturali, in Calabria, così come hanno stabilito, di concerto  Regione e il Ministero ai Beni Culturali, lo scorso 21 marzo. Tale  somma si aggiunge,   ai primi 2 milioni assegnati dal Mibac, nel gennaio 2018, per il recupero e il restauro del maniero, riconosciuto monumento nazionale già nel 1983.  Un altro tassello importante per il recupero dell'antico castello, questo ulteriore contributo verrà utilizzato per portare avanti il progetto dell'Enoteca regionale, ha detto il primo cittadino Francesco Paletta-  . I primi due milioni del Mibact la cui progettazione si trova alla sua di Crotone per la gara, prosegue Paletta- sono indirizzati invece per la cittadella della scienza dedicata a Luigi  Lilio con planetario, sale convegni  ed un bad and breakfast. Dopo tanti anni –dichiara il sindaco- stiamo vedendo la luce per la valorizzazione del castello che per troppi anni è rimasto nell'oblio. Un antico maniero ricco di storia  cultura , tradizioni e ma anche storie di  fantasmi, c’è chi racconta di strane presenze legate alla figura di un giullare che si intravede nei piani superiori dell’ala ovest, ed una dama la cui presenza  si avverte nell’atrio proprio dove i turchi uccisero la sorella del vescovo di Umbriatico: Albinia una nobil donna del 500. Lungo il percorso  si può ammirare  una bellissima mostra collettiva di quadri  di eccellenti autori. Tra le cose  straordinarie da visitare la grotta blu, un riflesso tra cielo e mare attraverso una finestra che si apre in una grotta sotto la stanza del Principe Carafa, forse una via di fuga in caso di pericolo. Molto interesse suscita anche la cisterna della raccolta delle acque piovane dove la temperatura  si ferma sui 13 gradi. Ai lati dell’ala sud/est del maniero si possono ammirare le maschere Apotropaiche  rivolte verso la Magna Grecia che servivano per allontanare gli spiriti nella tradizione. La sera poi, si può ammirare la luna che sorge dal giardino della principessa e che si affaccia sul centro storico,  e sui paesini limitrofi illuminati. Proprio a lato del giardino esiste la torre di prigionia chiamata la torre senza fondo fatta da più piani, collegati solo all’ingresso da pochi gradini in pietra, il resto della scala doveva essere fatta  di corde per raggiungere le profondità. Ma l’attrattore principale resta  l’atrio dove uno studioso locale  ha rinvenuto sul lastricato una doppia data sul pavimento, in posizione Nord/Ovest,  finora scampato agli occhi di tutti,  e l’altra all’opposto,  in posizione Sud/Est. L’atrio custodisce un rompicapo, un disegno geometrico e di Gnomonica che rimette in discussioni tante teorie finora discusse. Si tratta della data 1564, se di data si tratta. Infatti i primi numeri potrebbero essere in realtà due lettere :la I. di Isabella  e la S.  di Spinelli, una delle discendenti della famiglia feudataria del castello. Infatti i primi due numeri all’interno dei quattro numeri rinvenuti, sono numeri romani, per questo potrebbe anche non essere una data.  Ecco perché  il rompicapo lastricato  potrebbe essere un semplice disegno ornamentale come  una semplice meridiana, o una rosa dei venti, tesi studiata dal  De Fine sin dal lontano  1997, quando da solo- ha detto-  “mi chiudevo nel castello per studiarlo, marcando tutti i segni presenti con polvere di calce facendo così emergere le due stelle concentriche una dentro l’altra e circoscritti da una circonferenza di un diametro di circa sei metri. Quella esterna e di 4 metri circa quella interna. E’ stato possibile così ricostruire- ha detto lo studioso De Fine-  anche la parte esterna in posizione sud/est, che mancava totalmente distrutta durante lavori negli anni 70, quando era occupata dalla scuola. Successivamente con l’ausilio di sofisticati apparecchi in collaborazione con l’ingegnere Paletta, siamo  riusciti a dare una forma a quel disegno tanto astratto. Era emerso una particolarità della stella esterna è che, dividendola a metà era ribaltabile su se stessa da est verso ovest, inoltre le due coordinate formanti una croce, non erano perpendicolari, ma l’asse centrale era spostato di circa 9 gradi verso il nord catastale, studio questo realizzato nel 97 da De Fine e Paletta. Osservando la  geometria della stella e le sue punte , questa da’ come un  senso di movimento, come se indicasse un flusso di correnti di vento, che si spostano all’interno dell’atrio, lungo la parete nord, spinto dal vento più forte, la tramontana. Perciò, per l’ubicazione particolare e per la presenza di ingressi ubicati in punti fortemente strategici, corrispondenti alle entrate nell’atrio dei venti Meridionali, Levante, Scirocco,  a Sud;  Tramontana e Maestrale, a Nord; Ponente e Libeccio a ovest; si crea all’interno dell’atrio, spesse volte un vortice spettacolare che :”mi ha fatto pensare, afferma De Fine,  ad una Rosa dei Venti”. La seconda teoria messa a punto sempre da De Fine, sono le dodici linee ubicate sulla pavimentazione distanti una dall’altra circa un metro. Dentro queste linee, l’ombra  ad ogni ora avanza , la mattina da Est  ad Ovest, ed il pomeriggio il cammino dell’ombra è al contrario. Quello che è strano, che a mezzogiorno ora solare, l’ombra passa esattamente dal centro della stella, un pò spostata dai piani superiore costruiti successivamente che in alcuni punti disturba l’ombra, mentre alle ore 13 circa i raggi del sole, attraverso una finestrella, raggiungono le profondità della camera dello scirocco, posta ad una profondità di circa otto metri, dove la temperatura sia d’estate che d’inverno è costante sui tredici gradi. Per quanto riguarda invece la simbologia che si trovano lungo i due assi principali della croce,  a ovest si trova, una doppia freccia che va nei due sensi, ed   indica il cammino dell’ombra, mentre a Est la simbologia delle due frecce,  indicano il ritorno dell’ombra verso ovest nel pomeriggio. Ad est alla sera poi sorge la luna, sullo stesso asse incontra il sole ad ovest dove tramonta. La nascita e la morte del sole e della luna è rappresentata invece da un cerchio con dentro altri due cerchi che si allineano in un solo punto cioè alla sera, quando è possibile vedere entrambi i nastri, uno a Ovest e l’altro a Est, è uno spettacolo, ecco perché potrebbe essere una semplice meridiana. Mentre, quando è luna piena a mezzanotte l’ombra luminosa giace nell’atrio del castello, come un fantasma luminoso, forse il giullare che si prende gioco di noi.