Cirò- A tre mesi dall’insediamento
al comune di Cirò della commissione
d'accesso nominata dal prefetto di Crotone Maria Tirone, delegata
con decreto del ministro dell'Interno a esercitare i poteri di accesso e di
accertamento previsti dall'articolo 143, comma 2 (Scioglimento dei consigli
comunali e provinciali conseguente a fenomeni di infiltrazione e di
condizionamento di tipo mafioso o similare), del decreto legislativo n.267/2000
(Testo unico degli enti locali), è arrivata la proroga della commissione per
altri tre mesi ancora. Il Capitano Fabio Falco, Comandante della
Compagnia Carabinieri di Cirò Marina e membro della "Commissione
d'Accesso" presso l'Amministrazione Comunale di Cirò ha notificato al
sindaco Mario Caruso lo scorso 19 Aprile
la notifica del Decreto Prefettizio n. 8464 datato 18 aprile, con cui è stata disposta
la proroga di tre mesi del termine assegnato per l’accesso presso l'Amministrazione
comunale di Cirò. Proprio lo scorso 23 aprile erano scaduti i primi tre mesi di accesso della
commissione che si era insediata lo
scorso 23 gennaio. Ricordiamo che la commissione è composta dal viceprefetto
Maria Carolina Ippolito, dal funzionario amministrativo-contabile Giuseppe
Belpanno e dal comandante della Compagnia Carabinieri di Cirò Marina Fabio
Falco.”Un fulmine a ciel sereno” era stata
la risposta del sindaco Caruso e
del vice sindaco Paletta al momento
della notifica prefettizia di Gennaio, rammaricati per l’accaduto; siamo una delle poche amministrazione che
ha vinto il premio trasparenza, e assegnati i beni confiscati alla mafia,
abbiamo sempre operato nella legalità e trasparenza ,avevano allora dichiarato.
Intanto la commissione avrà altri tre mesi di tempo per accertare se ci
sono o no le condizioni per sciogliere il consiglio. “Sereni attendiamo gli accertamenti “concludevano Caruso e Paletta.
mercoledì 24 aprile 2013
martedì 23 aprile 2013
Cirò- Trovato per la prima volta nelle campagne cirotane, un raro esemplare di Tritone italico
Cirò- Trovato per la
prima volta nelle campagne cirotane, un raro esemplare di Tritone italico (Triturus
italicus ), “specie animale d’interesse
comunitario che richiede una
protezione rigorosa”, inserita anche nel libro rosso degli animali d’Italia.
Il raro anfibio, è stato localizzato in una pozza d’acqua sorgiva proveniente
da una collina, modellata a forma
di canyon. La roccia arenaria si
trova un’ area di bellezza straordinaria
incontaminata di Cirò, che per preservarne l’habitat incontaminato, omettiamo
di scrivere il nome del luogo di rinvenimento, un habitat
da preservare per garantirne la sopravvivenza di questa rara specie,
sinonimo di ambiente sano e pulito, visto le ormai esigue popolazioni di tritone presenti ancora in Calabria. L’anfibio si presenta con aspetto esile, lungo non oltre 8 cm, con testa piccola e
squadrata ed una cresta ghiandolare su entrambi i lati della schiena. Ha una
coda sottile, lunga circa quanto il resto del corpo. Nella fase acquatica
presenta una cresta dorsale poco sviluppata. La livrea è generalmente brunastra
o verde oliva sul dorso, con grandi macchie scure nei maschi.
Il ventre è di colore dall'arancio
brillante al giallo pallido con macchie più o meno scure. Per salvaguardare
questa specie, in alcune aree della Calabria(Vaccarizzo di Montalto Uffugo), nel
2003, è stato istituito il centro naturalistico del tritone, allo scopo di far conoscere questo piccolo anfibio appartenente all'ordine degli
urodeli. La presenza di queste popolazioni di anfibi rappresenta sicuramente un
elemento qualificante dal punto di vista naturalistico del territorio cirotano.
Per questa specie, sarebbe utile un maggiore approfondimento sulla consistenza
e diffusione delle popolazioni, in quanto il suo status appare a rischio. L’Erpetologo di fama
internazionale Silvio Bruno citava la
scomparsa o rarefazione della specie in varie regioni d’Italia tra cui la Calabria già nel 1983.
La specie viene citata nella direttiva Habitat dell’UE all’allegato IV come “specie animale d’interesse comunitario
che richiede una protezione rigorosa”; è
anche inserita nel Libro rosso degli animali d’Italia. Sarebbe interessante qualsiasi provvedimento mirato alla protezione di
queste specie sensibili e maggiormente alla tutela dei loro habitat; in tal
senso gli enti locali e gli organi preposti alla protezione ed al controllo del
territorio possono essere determinanti per la salvaguardia degli anfibi e
dell’ambiente in cui vivono attraverso innumerevoli iniziative, tra cui, ad
esempio, norme di salvaguardia degli animali, delle acque, dei boschi,
divulgazione nelle scuole, attività di monitoraggio periodico.
lunedì 15 aprile 2013
Cirò- Gli studenti dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo Bra (CN), ospiti della Condotta Slow Food Sibaritide – Pollino fanno tappa al museo civiltà contadina e del vino, e del museo di Lilio di Cirò.
Cirò- Gli studenti
dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo Bra (CN), ospiti
della Condotta Slow Food Sibaritide – Pollino fanno tappa al museo
civiltà contadina e del vino, e del museo di Lilio. Una giornata iniziata passando
attraverso la degustazione dei
vini doc e dei vitigni presso la Tenuta
Iuzzolini e dei prodotti gastronomici tipici cirotani del noto locale L'aquila D'oro, accompagnati dal vicesindaco Francesco
Paletta e dal primo cittadino Mario Caruso il quale riferisce:”Il turismo del vino, e più in generale
quello delle tradizioni, della memoria storica, delle produzioni e del
paesaggio non soltanto non conosce flessioni ma si conferma essere segmento in
costante crescita.
A tutto beneficio di quei territori che su questa via
investono per tempo, con convinzione e con attenzione nuova al proprio
patrimonio; è con la propria identità che Cirò
emoziona ed attrae”. La delegazione è stata poi ospitati a pranzo
presso l’Osteria Aquila D’oro, segnalata da Slow Food, tra la degustazione di
piatti della memoria, dove gli speciali ospiti hanno avuto l’opportunità,
insieme alla signora Elisabetta Cariati, proprietaria del locale, di
cimentarsi nella preparazione artigianale del pane e delle famose “pitti ccu ri
sardi e ra sardedda”.
Alle studentesse, infine, è stato mostrato come costruire
cestini in vimini. La dimostrazione è
stata allietata dal suono della chitarra battente dell’artista-artigiano
Turuzzu Cariati, un artista che ha incantato tutti con una serie di detti e
filastrocche di antica memoria e intatta saggezza popolare.
mercoledì 10 aprile 2013
Cirò-Apre anche a Cirò lo sportello di assistenza alle famiglie e per i servizi sociali, che offrirà servizio di ascolto, orientamento, formazione per gli operatori, attività di consulenza, legale, famigliare e psicologica, gratuita
Apre anche a Cirò lo sportello di assistenza alle famiglie e per i servizi sociali, che offrirà servizio di ascolto, orientamento, formazione per gli operatori, attività di consulenza, legale, famigliare e psicologica, gratuita. Il sindaco Mario Caruso ha messo a disposizione un locale del comune, servizio che dovrà raccordarsi con il Centro per la famiglia di Crotone. Emergenza sociale, e problematiche riguardanti le famiglie è quanto è emerso dall’incontro tra i Sindaco di Cirò, Mario Caruso con il Presidente della Fondazione regionale “Calabria Etica”, Pasquale Ruperto e suor Michela, del Centro per la famiglia di Crotone. “La crisi-ha detto il sindaco- ha reso anche a Cirò una priorità per il soddisfacimento del bisogno primario dell’alimentazione. Sono duecento le famiglie, su una popolazione di 3200 abitanti, che ricevono assistenza da due banchi alimentari: Caritas e Enapi” . “Occorre recuperare il valore della comunità e l’attuazione di politiche del lavoro: essenziali per restituire autonomia, e conseguentemente far acquisire autostima a uomini e donne, ne è convinto il sindaco Caruso, il quale si è detto convinto, ad esempio, che si possa sfruttare l’abilità delle donne nel ricamo per creare fonti di reddito”. Occorre ha detto invece suor Michela – “intercettare il bisogno e intervenire in maniera discreta su quei soggetti che come purtroppo hanno dimostrato i recenti fatti di cronaca, vivono situazioni a limite della povertà ma per vergogna, ritrosia, nascondono la loro condizione di indigenza, dove prosegue Suor Michela - un aumento notevole delle tensioni all’interno delle relazioni famigliari che stentano a reggere il confronto con i problemi del quotidiano. I genitori, prosegue-“ si trovano con la dura realtà di figli che non riescono a trovare lavoro così come, a fronte di un’alta scolarizzazione passata oggi cresce la dispersione scolastica”. Dunque il neo sportello farà poi, da cassa di risonanza di bandi degli enti pubblici e quelli affidati dalla Regione a Calabria etica, per assicurare la loro conoscenza capillare nel territorio. La Convenzione avrà una durata di 1 anno.
domenica 7 aprile 2013
Cirò- Si chiama Diana la cagna di razza Beagle di Cirò che ha vinto il primo premio in località S. Domenica, a pochi passi dalla riserva dei cinghiali, da dove è partita l’undicesima edizione delle selezioni provinciali della Coppa Italia di caccia al cinghiale
Cirò- Si chiama Diana
la cagna di razza Beagle di Cirò che ha
vinto il primo premio in località S. Domenica, a pochi passi dalla
riserva dei cinghiali, da dove è partita
l’undicesima edizione delle selezioni provinciali della Coppa Italia di caccia al cinghiale l’unica in tutta la Calabria. Cani di razza Beagle
e Segugi a seguito dei loro proprietari
hanno dato vita a quello che è diventato un importante appuntamento sportivo
che richiama giovani, simpatizzanti e
anche tanti turisti, visto l’eco suscitato negli ultimi anni quando alcuni di
loro sono arrivati sul podio
nazionale. Giudice di gara sotto lo sguardo attento è stato Ivo Angeli di
Perugia, alla presenza del giudice
federale Luigi Chiappetta di Cosenza, e del delegato della Fidc, Carmine Liotti.
Dunque vincitrice nelle prove singole
svoltesi nel primo giorno di gara è risultata Diana, una vivace agnolina di
razza beagle condotta da Francesco Vasamì di Cirò con 150 punti; al secondo
posto Kira, un segugio dei Balcani che, guidata dal suo padrone, Eugenio
Arrighi di Strongoli ha totalizzato 135 punti. Mentre due segugi maremmani, Billy e Diana, condotti da
Luigi Piscitelli di Pallagorio, si sono invece imposti nelle prove di coppia. La
gara provinciale ha visto la presenza in campo del veterinario Giuseppe Bruno, dalla collaborazione del dottore Giuseppe Mancuso e dall’assessorato provinciale
all’Agricoltura e caccia, Domenico Spataro. Prossima tappa sarà quella di
Maggio con la competizione
interregionale programmata a Potenza,
organizzato dalla sezione
provinciale della Federcaccia di Crotone che si affida al supporto logistico
assicurato dalla sezione comunale di
Cirò, presieduta da Francesco Zampino.
giovedì 4 aprile 2013
Cirò festeggia la sua Pasquetta in località “Frandino: “Un c'è Pace ntà L' olivi”
Cirò festeggia la sua Pasquetta in località “Frandino: “Un c'è Pace ntà L' olivi” come da tradizione,
sotto gli ulivi secolari a mangiare,
bere e festeggiare in musica tra canti
e balli popolari, nella terra degli Enotri , in concerto: il gruppo etnico
“Onda Calabra”. Ad aprire e chiudere il concerto i DJ di Radio Global Beat
Marchese del Grillo & Matteo Iacovino. E’ diventato l’appuntamento musicale
dell’anno grazie all’organizzatore Nicodemo Bruno in collaborazione con altre
associazioni (Pro-Loco e Misericordie) e il comune di Cirò. Dunque in
località “Frandino” tra gli ulivi
secolari, i cirotani hanno trascorso la tradizionale pasquetta, all’insegna della musica popolare,
anche se un po’ disturbati dal mal tempo,
comunque non sono mancati i
divertimenti. Una vera e gustosa
scampagnata a base di prodotti tipici, che le famiglie cirotane e non solo,
hanno portato in zona per dividerlo con
amici e parenti come il classico
capretto al forno, e le cozzupe come vuole la tradizione.”Un c’è pace ntà
l’olivi”(non c’è pace tra gli ulivi), è il titolo della manifestazione , a cui
ha preso parte tutto il comprensorio organizzato dal poliedrico Nicodemo Bruno.
Dunque centinaia di giovani provenienti da tutto il circondario, si sono
riversati in zona Cappella di Cirò, per la grande manifestazione musicale della
Pasquetta cirotana, dove per l’occasione si è
esibita la musica etnica degli “Onda Calabra”, concerto che ha tenuto
inchiodati, nonostante il cattivo tempo,
tanti giovani e intere famiglie, che hanno trascorso la pasquetta all’ombra dei
grandi monumentali ulivi secolari, i quali hanno fatto all’intera
manifestazione da scenografia naturale. La musica popolare rimane ancora per
fortuna il cordone ombelicale con il passato con le antiche tradizioni, radici
sempre verdi nelle menti di chi apprezza il passato e le proprie origini.
martedì 2 aprile 2013
Cirò- Una splendida passione di Cristo in costume d’epoca quella appena trascorsa organizzata dal parroco don Giovanni Napolitano e dalla Misericordia in collaborazione con il comune di Cirò, una delle più belle e partecipata degli ultimi anni
Cirò- Una splendida
passione di Cristo in costume d’epoca quella appena trascorsa organizzata
dal parroco don Giovanni Napolitano e
dalla Misericordia in collaborazione con il comune di Cirò, una delle più belle e partecipata degli
ultimi anni. C’era tutta Cirò ma anche dei paesi limitrofi a quella che è
diventato l’appuntamento storico religioso dell’anno. Anche il sindaco ha riferito
che inserirà nelle manifestazioni storiche
del paese anche la passione in abiti d’epoca. Una organizzazione
quest’anno curata nei minimi particolare grazie al parroco Don Giovanni
Napolitano e alla Misericordia si Cirò. Dino
Sollai ha interpretato magistralmente
Gesù, portando la croce per le vie dell’antico borgo in una atmosfera
suggestiva, infine la crocifissione, in
una gremita piazza Pugliese in un
religioso silenzio, si è conclusa. Questi i personaggi che hanno interpretato
la passione di Cristo: Gesù: Dino Sollai; Ladroni: Pasquale Capalbo, Vincenzo
Stasi; Apostoli: Giuseppe Naccari, Antonio Bombardiere, Andrea Cidone, Luigi
Aggiorno, Luigi Malena, Francesco Malena, Nicodemo Blefari, Alfredo Longobucco,
Vincenzo Secreto, Giuseppe De Pasquale, Davide Critelli.Tre Marie: Lina
Tassone, Miriana Rizzo, Rossella Santoro.
Pie Donne; Rosetta Funaro, Franca Paone, Carmelina Errico,
Emilia Errico, Tiziana Filippelli.
La veronica: Francesca De Fine. Pie della veronica: Lucia
Vasamì, Finisia Grillo.
Pilato: Lillo Stasi Moglie Pilato: Antonella Sestito. Ancelle
Pilato: Giusy Rizzo, Vittoria Arcovio.
Dame moglie Pilato: Mariangela Bruno, Maria Chiara Paletta SPQR:
Gaetano Morelli, Francesco Vasamì. Erode: Gianni Stasi; Erodiade: Maria
Lettieri; Dame erodiade: Maria Chiara Cidone, Elisa Capalbo. Centurione:
Ernesto Zumpano. Palio del lutto: Alfonso Morelli;Barabba Gianluca Arcuri
Giuda: Salvatore Naccari; Cireneo: Giuseppe Spataro.
Anticamente la
processione della passione di Cristo veniva fatta il Sabato santo, veniva portato per le vie
del paese il santo sepolcro detto “ U Suburcu”, più precisamente “A Naca”, la
statua di Maria Addolorata, seguiti da antiche preghiere. Sono moltissimi i
fedeli che animavano la processione, tra di loro i “Frateddi”, che erano un
gruppo di accompagnatori presenti in ogni processione. Questi appartenevano a
due chiese diverse: quelli con la tunica bianca e il mantello rosso chiamati la
“Mazzetta”, facevano capo alla chiesa di Santa Maria De Plateis, in Piazza
Pugliese; Quelli invece con la tunica bianca e il mantello nero facevano capo
alla chiesa di San Menna, situata nel centro storico. Uno dei “Frateddi” aveva
il compito di stare in avanti la processione, poiché doveva portare una grande
bandiera nera, in segno di lutto, chiamata “U Stinnardu”. Dei “Frateddi” oggi purtroppo rimane solo un
lontano ricordo, nessuno più ne fa parte. Attualmente rimane solo un fedele che
per voto impersona Gesù nella via Crucis, portando la croce durante la
processione, che di tutte rimane la più sentita
dai fedeli per passione e religiosità. E ancora, era antica tradizione
che,durante il sabato santo, si cantasse e pregasse per avere un buon raccolto
mentre ci si accingeva a chiedere nel vicinato alcuni dolci tipici come le
cozzupe e i mucceddati. In questo periodo, si chiedevano grazie, per esempio
chi desiderava ricevere qualche grazia doveva osservare un particolare rito,
ancora oggi tramandato dagli anziani: si doveva bussare all’esterno della
propria abitazione dicendo”Maria, Maria, bona nova portu a ttia, grazia tu
concedi a mmia, tuo figlio è resuscitato io voglio essere pagato”(Maria,
Maria,buone notizie io porto a te, grazia tu concedi a me, tuo figlio è
risorto, io voglio essere pagato). Alla fine si poggiava l’orecchio alla porta
per sentire voci, rumori, o echi che
assicurassero che la grazia era
stata concessa. Dopo la Pasqua
ogni famiglia va nelle campagne a festeggiare “u Pascono”(la Pasquetta), generalmente
sotto un grande albero dove si può fare l’altalena e si può mangiare i piatti
tipici caserecci come il capretto e la peperonata accompagnata da salsicce,
soppressate, sardella e pane fatto in casa, il tutto bagnato da un buon
bicchiere di vino rosso del Brigante, o di Carroccedda, o di Santa Venere, o
del Feudo, e come dolce la classica cozzupa. Secondo l’antica tradizione
l’altalena veniva fatta per simboleggiare la vicinanza dell’uomo con il cielo, ecco perché si fa proprio in
occasione della Pasqua. Inoltre per far rivivere alcune antiche tradizioni
sulla Pasqua in ogni chiesa, gruppi di fedeli hanno allestito i sepolcri
corredati da i “Laureddi” semi di cereali e legumi fatti germogliare durante la
quaresima completamente al buio, come vuole la tradizione, che la popolazione
ha poi visitato durante la notte, dopo la messa dedicata alla Madonna.
lunedì 1 aprile 2013
Cirò- Sono stati tre giorni di grande festa dedicato a San Giuseppe
Cirò- Sono stati tre
giorni di grande festa dedicato a San Giuseppe con tre serate diverse dove in alcuni rioni sono stati accesi grandi fuochi
e preparati grandi banchetti ; a fare da padrona è stata ancora una volta la
tradizione e l’enogastronomia. Ad iniziare la sera del 18 due grandi fuochi
sono stati accesi in zona Giostra e Sant’Elia, dove si è festeggiato fino
all’alba tra musica e pietanze tradizionali,
si è cercato di riprendere le antiche usanze di una volta come quella di
stare tutti insieme e festeggiare il
Santo che annuncia la primavera. Il 19 è toccato al centro sportivo di biliardo sportivo anche qui ricche pietanze rigorosamente
tradizionali allietate da vino rosso e
dalla scuola di musica di Gianfranco Graziano. La sera del 20 marzo ha chiuso i festeggiamenti tradizionali su
San Giuseppe, la Pro-Loco in Piazza Arenacchio, anche qui allietatI
dalla scuola di ballo del maestro Graziano. E’ stato un susseguirsi di pietanze
e di vino cirotano, di canti e di balli fino a notte tardi, dove tutti hanno partecipato e divertitosi. Alla fine
una giuria presieduta dal presidente
UNPLI Demo Martino, ha selezionato il migliore fuoco dell’anno per
tradizione e gastronomia, è risultato vincitore il fuoco organizzato nel rione
Sant’Elia, targa consegnata dalla presidente della Pro-Loco di Cirò Rosaria
Frustillo.
Cirò- L’ Architetto, pittore e scultore, Giuseppe Capoano ha presentato l’altro ieri, durante il convegno sulla prima giornata regionale del calendario Liliano, il busto di Luigi Lilio
Cirò- L’ Architetto,
pittore e scultore, Giuseppe Capoano ha presentato l’altro ieri, durante il
convegno sulla prima giornata regionale del calendario Liliano, il busto di Luigi Lilio, una nuova
icona che non ha precedenti, visto che
fino ad ora le immagini che si conoscono
sono tutte attribuite ad un personaggio
del 700 in
base ai vestiti e ai lunghi capelli con cui è sempre raffigurato. Perché una
nuova icona di Luigi Lilio, se ne esistono altre? È questa la domanda che si fa
l’artista prima di intraprendere questa
ricerca culturale. “Manca un vero ritratto coevo di Luigi Lilio, scrive in una
nota Captano- e le poche
rappresentazioni grafiche, frutto di fantasia, sono diverse le une dalle altre
e non adatte alla figura del personaggio, perché essi si rifanno in maniera
marcata a iconografie del XVIII e XIX secolo. Per esempio, nell’incisione di C.
Biendi, riprodotta da Nicola Gervasi nell’opera “Biografia degli uomini
illustri del Regno di Napoli”di Domenico Martuscelli (1819), Lilio appare con i
capelli inanellati, un foulard e la figura, quasi classica, che dà l’aria più
di un buon medico di famiglia del Settecento che del Cinquecento”. L’immagine
attuale, prosegue l’artista- che viene
proposta nel busto rappresentante Luigi Lilio, si propone come obiettivo
principale una raffigurazione dell’astronomo di Cirò che venga ricordata, d’ora
in poi, nella sua giusta collocazione storica e di uomo del ‘500 che svolge la
professione di medico ed astronomo. Gli elementi aderenti ad una collocazione
storica e verosimili, confluiti in una prima fase di realizzazione del busto
modellato, comprendono lo studio di abiti/costumi di medici e astronomi
dell’epoca e lo studio dei tratti fisici di Lilio ricavate sulle somiglianze con il
fratello Antonio come ritratto nel famoso bassorilievo del mausoleo
dedicato a Gregorio XIII, nella Basilica Vaticana in Roma. Il
nuovo busto raffigura Lilio “di età
media” nel momento più maturo della vita di astronomo e medico, uno studioso
ormai affermato. Ha uno sguardo pensieroso, le borse degli occhi di chi
consuma le sue notti osservando il cielo
elaborando complicati calcoli. La barba
folta, fluente e ben curata, realizzata in una modulazione chiaroscurale per
risaltarne una tipica plasticità classica, rende la figura altera e dignitosa. Anche le dimensioni corposamente sovra
proporzionate restituiscono magnificenza e grandezza alla figura. La fronte è
alta, stempiata e spaziosa su cui sono distribuiti ciocche di capelli che ne
sottolineano l'acconciatura limitata, ornata da un
copricapo tipico del ‘500 completano l’immagine dello studioso. Che
le immagini esistenti su Lilio non fossero veritiere, lo si apprese qualche anno fa, quando fu interpellato una docente di storia del costume dell’Università di
Firenze, la professoressa Isabella Bigazzi, la quale, dopo uno studio sull’
aspetto e su i vestiti di Lilio, aveva relazionato che le icone raffiguranti Lilio non erano
quello di un uomo del 500 ma bensì di un
uomo del 700. Sicuramente le vecchie icone rappresentava qualche discendente
della famiglia Giglio di Cirò, che nulla aveva a che vedere con Lilio visto che
la famiglia di Luigi Lilio,era una
famiglia molto povera vissuta nell'antica Ypskron del 500, mentre l'attuale famiglia
Giglio , arrivo' a Ciro' in seguito al re Carlo V , nel 1735,e si trattava di
Fabrizio Giglio,che era il primo discendente di una nobile famiglia; percio'
secondo alcuni storici che ne hanno documentato la discendenza, non ci puo' essere alcuna discendenza o
parentela tra i Giglio/Lilio di una volta, una famiglia poverissima del 500, a cui appartenevano
Luigi e Antonio Lilio nubili estinta in poverta', e la nobile famiglia Giglio
arrivata per la prima volta a Ciro'
appunto nel 700,dopo oltre due secoli. Ben venga dunque una nuova
immagine di Lilio la quale è nata oltre
da uno studio appropriato del 500 anche
e soprattutto dallo studio dei tratti fisici
ricavate dalla somiglianza con
il fratello Antonio.
Cirò- Dopo la Francia anche la Germania dedica un articolo a Luigi Lilio
Cirò- Dopo la Francia anche la Germania dedica un
articolo a Luigi Lilio, è successo
ieri 26 marzo sul giornale
Tagesspiegel, scritto a
quattro mani dal prof. Sieglinde Borvitz Università di Dusseldorf e Francesco Vizza Cnr Firenze dal titolo “Il tempo addomesticato”. A volte
gli oggetti possono raccontare storie molto interessanti. E’ il caso del
bassorilievo marmoreo del mausoleo di Papa Gregorio XIII situato nella Basilica
Vaticana nel quale è rappresentato ai
posteri un uomo genuflesso che porge al papa il libro del nuovo
calendario. Il calendario gregoriano, che tuttora regola la nostra, vita è entrato in vigore il 24 febbraio del 1582
con la bolla papale Inter gravissimas pastoralis offici Nostri curas. Il nome
dell’uomo inginocchiato , sconosciuto ai più,
è Antonio Lilio, che presenta alla Commissione papale il manoscritto
elaborato da suo fratello Luigi in cui è
contenuta la proposta di riforma del calendario oggi universalmente noto come calendario gregoriano. In realtà,
esso avrebbe dovuto essere chiamato
calendario Liliano poiché Gregorio XIII espresse la volontà affinche l’anno
riformato si chiamasse Liliano e non Gregoriano. Ciò si evince da una lettera
rinvenuta da Francesco Vizza, presso la Biblioteca Nazionale
Centrale di Firenze che fu inviata
dall’astronomo Francesco Levera a Leopoldo dei Medici nel 1681. Ma la storia ha
intrapreso un percorso diverso. Chi era quest'uomo? Luigi LIlio, nato nel 1510 a Cirò in Calabria, era
un medico e astronomo. Si
trasferisce a Napoli, poi a Roma ed
infine a Perugia dove fu lettore di medicina.
A Roma, entra in contatto con autorevoli membri del Vaticano ed elabora la riforma del
calendario, risolvendo la correzione dell’anno civile e la determinazione delle
date della Pasqua senza incertezze e per sempre, mediante un incredibile
algoritmo detto ciclo delle Epatte. Il genio di Luigi Lilio è indiscusso poiché
egli si trovò ad agire in un periodo
dove le grandi scoperte scientifiche erano
appena al crepuscolo. Nel ‘500
mancavano le leggi dei modelli planetari, le leggi della fisica e gli
strumenti della matematica. Eppure Lilio elaborò un modello matematico che
portò alla realizzazione di un calendario civile perfetto che è sincronizzato con gli irregolari movimenti
della terra. Il computo della Pasqua sarebbe stato allora relativamente
semplice se la riforma non avesse previsto la soppressione di alcuni anni
bisestili per evitare lo sfasamento del calendario. Questi salti interrompono
l’automatismo del calcolo. Ma Lilio produsse una tabella di validità
ultra-millenaria per l’epatta, ossia per l’età della Luna all’inizio dell’anno,
espressa come frazione del mese lunare stabilito in 30 giorni. In realtà il
mese siderale è soltanto di 29 giorni e mezzo: i valori della tabella
discendevano dall’applicazione di due equazioni correttive, una solare e una
lunare, che all’inizio di ogni anno attribuiscono il corretto valore
all’epatta. La naturale periodicità del ciclo metonico veniva così sostituita
dal ciclo delle epatte calcolato da Lilio, che introduce perfino mesi lunari
virtuali per rifasare lunazioni reali e calendario. Lilio riuscì dove anche
il grande Copernico fallì inutimente.
Cirò- Il sindaco Mario Caruso telefona a Zichichi
Cirò- Il sindaco
Mario Caruso telefona a Zichichi dopo che gli ha offerto un assessorato speciale esterno per la promozione internazionale del
Calendario Liliano nel mondo, ora attende la sua decisione. Una proposta
nata all’indomani dalla revoca di Zichichi
da assessore ai beni culturali della Regione Sicilia. Già stamattina il sindaco si è messo in contatto telefonicamente con lo
scienziato che aveva proposto per prima la giornata dedicata al calendario ed in
ultimo la richiesta all’ONU di
considerare anche la giornata mondiale del calendario Liliano. Lo
scienziato tre anni fa inaugurò il primo museo nazionale di Lilio,
per questo riferisce il sindaco: siamo onorati, come comune del profondo sud, di
potere avere al nostro fianco un'intelligenza così viva e prolifica, siamo
certi che le sue iniziative potranno ulteriormente contribuire a sanare quello
che per secoli è stato un vuoto ed un vulnus storico non solo calabrese ma
nazionale. La rivoluzione e la modifica del calendario Giuliano, realizzata
grazie alle intuizioni del cirotano Luigi Lilio ed affermatasi in tutto il
mondo per la precisione ed utilità dei calcoli sottesi ai suoi studi, è infatti
momento di orgoglio non solo scientifico e culturale, non solo per la comunità
di Cirò o per l'Italia. L'opera di Lilio appartiene al mondo ed alla civiltà.
Con queste premesse, su questa strada e con questi obiettivi - conclude Caruso
- siamo persuasi di poter continuare e vincere, con l'apporto di Zichichi da
assessore del nostro comune, la sfida progressiva, intrapresa ormai da anni, di
diventare, in questa regione ed oltre, punto di riferimento dell'investimento
culturale inteso e vissuto quale autentico e più efficace antidoto al nascere e
dilagare dell'anti-cultura delle mafie”. Sarebbe
la prima volta che il comune di
Cirò avrebbe come assessore, una
figura di rilievo internazionale, forse
è il volano che tutti stiamo aspettando.
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