martedì 2 aprile 2013

Cirò- Una splendida passione di Cristo in costume d’epoca quella appena trascorsa organizzata dal parroco don Giovanni Napolitano e dalla Misericordia in collaborazione con il comune di Cirò, una delle più belle e partecipata degli ultimi anni



Cirò- Una splendida passione di Cristo in costume d’epoca quella appena trascorsa organizzata dal parroco don Giovanni Napolitano  e dalla Misericordia in collaborazione con il comune di Cirò, una delle più belle e partecipata degli ultimi anni. C’era tutta Cirò ma anche dei paesi limitrofi a quella che è diventato l’appuntamento storico religioso dell’anno. Anche il sindaco   ha riferito che inserirà nelle manifestazioni storiche  del paese anche la passione in abiti d’epoca. Una organizzazione quest’anno curata nei minimi particolare grazie al parroco Don Giovanni Napolitano e alla Misericordia si Cirò. Dino Sollai ha interpretato  magistralmente Gesù, portando la croce per le vie dell’antico borgo in una atmosfera suggestiva, infine la crocifissione,  in una gremita piazza Pugliese  in un religioso silenzio, si è conclusa. Questi i personaggi che hanno interpretato la passione di Cristo: Gesù: Dino Sollai; Ladroni: Pasquale Capalbo, Vincenzo Stasi; Apostoli: Giuseppe Naccari, Antonio Bombardiere, Andrea Cidone, Luigi Aggiorno, Luigi Malena, Francesco Malena, Nicodemo Blefari, Alfredo Longobucco, Vincenzo Secreto, Giuseppe De Pasquale, Davide Critelli.Tre Marie: Lina Tassone, Miriana Rizzo, Rossella Santoro.
Pie Donne; Rosetta Funaro, Franca Paone, Carmelina Errico, Emilia Errico, Tiziana Filippelli.
La veronica: Francesca De Fine. Pie della veronica: Lucia Vasamì, Finisia Grillo.
Pilato: Lillo Stasi Moglie Pilato: Antonella Sestito. Ancelle Pilato: Giusy Rizzo, Vittoria Arcovio.
Dame moglie Pilato: Mariangela Bruno, Maria Chiara Paletta SPQR: Gaetano Morelli, Francesco Vasamì. Erode: Gianni Stasi; Erodiade: Maria Lettieri; Dame erodiade: Maria Chiara Cidone, Elisa Capalbo. Centurione: Ernesto Zumpano. Palio del lutto: Alfonso Morelli;Barabba Gianluca Arcuri
Giuda: Salvatore Naccari; Cireneo: Giuseppe Spataro.
Anticamente la processione della passione di Cristo veniva fatta il  Sabato santo, veniva portato per le vie del paese il santo  sepolcro detto  “ U Suburcu”, più precisamente “A Naca”, la statua di Maria Addolorata, seguiti da antiche preghiere. Sono moltissimi i fedeli che animavano la processione, tra di loro i “Frateddi”, che erano un gruppo di accompagnatori presenti in ogni processione. Questi appartenevano a due chiese diverse: quelli con la tunica bianca e il mantello rosso chiamati la “Mazzetta”, facevano capo alla chiesa di Santa Maria De Plateis, in Piazza Pugliese; Quelli invece con la tunica bianca e il mantello nero facevano capo alla chiesa di San Menna, situata nel centro storico. Uno dei “Frateddi” aveva il compito di stare in avanti la processione, poiché doveva portare una grande bandiera nera, in segno di lutto, chiamata “U Stinnardu”.  Dei “Frateddi” oggi purtroppo rimane solo un lontano ricordo, nessuno più ne fa parte. Attualmente rimane solo un fedele che per voto impersona Gesù nella via Crucis, portando la croce durante la processione, che di tutte rimane la più sentita  dai fedeli per passione e religiosità. E ancora, era antica tradizione che,durante il sabato santo, si cantasse e pregasse per avere un buon raccolto mentre ci si accingeva a chiedere nel vicinato alcuni dolci tipici come le cozzupe e i mucceddati. In questo periodo, si chiedevano grazie, per esempio chi desiderava ricevere qualche grazia doveva osservare un particolare rito, ancora oggi tramandato dagli anziani: si doveva bussare all’esterno della propria abitazione dicendo”Maria, Maria, bona nova portu a ttia, grazia tu concedi a mmia, tuo figlio è resuscitato io voglio essere pagato”(Maria, Maria,buone notizie io porto a te, grazia tu concedi a me, tuo figlio è risorto, io voglio essere pagato). Alla fine si poggiava l’orecchio alla porta per sentire  voci, rumori, o echi  che  assicurassero che la grazia  era stata concessa. Dopo la Pasqua ogni famiglia va nelle campagne a festeggiare “u Pascono”(la Pasquetta), generalmente sotto un grande albero dove si può fare l’altalena e si può mangiare i piatti tipici caserecci come il capretto e la peperonata accompagnata da salsicce, soppressate, sardella e pane fatto in casa, il tutto bagnato da un buon bicchiere di vino rosso del Brigante, o di Carroccedda, o di Santa Venere, o del Feudo, e come dolce la classica cozzupa. Secondo l’antica tradizione l’altalena veniva fatta per simboleggiare la vicinanza dell’uomo  con il cielo, ecco perché si fa proprio in occasione della Pasqua. Inoltre per far rivivere alcune antiche tradizioni sulla Pasqua in ogni chiesa, gruppi di fedeli hanno allestito i sepolcri corredati da i “Laureddi” semi di cereali e legumi fatti germogliare durante la quaresima completamente al buio, come vuole la tradizione, che la popolazione ha poi visitato durante la notte, dopo la messa dedicata alla Madonna.