Cirò- Una splendida
passione di Cristo in costume d’epoca quella appena trascorsa organizzata
dal parroco don Giovanni Napolitano e
dalla Misericordia in collaborazione con il comune di Cirò, una delle più belle e partecipata degli
ultimi anni. C’era tutta Cirò ma anche dei paesi limitrofi a quella che è
diventato l’appuntamento storico religioso dell’anno. Anche il sindaco ha riferito
che inserirà nelle manifestazioni storiche
del paese anche la passione in abiti d’epoca. Una organizzazione
quest’anno curata nei minimi particolare grazie al parroco Don Giovanni
Napolitano e alla Misericordia si Cirò. Dino
Sollai ha interpretato magistralmente
Gesù, portando la croce per le vie dell’antico borgo in una atmosfera
suggestiva, infine la crocifissione, in
una gremita piazza Pugliese in un
religioso silenzio, si è conclusa. Questi i personaggi che hanno interpretato
la passione di Cristo: Gesù: Dino Sollai; Ladroni: Pasquale Capalbo, Vincenzo
Stasi; Apostoli: Giuseppe Naccari, Antonio Bombardiere, Andrea Cidone, Luigi
Aggiorno, Luigi Malena, Francesco Malena, Nicodemo Blefari, Alfredo Longobucco,
Vincenzo Secreto, Giuseppe De Pasquale, Davide Critelli.Tre Marie: Lina
Tassone, Miriana Rizzo, Rossella Santoro.
Pie Donne; Rosetta Funaro, Franca Paone, Carmelina Errico,
Emilia Errico, Tiziana Filippelli.
La veronica: Francesca De Fine. Pie della veronica: Lucia
Vasamì, Finisia Grillo.
Pilato: Lillo Stasi Moglie Pilato: Antonella Sestito. Ancelle
Pilato: Giusy Rizzo, Vittoria Arcovio.
Dame moglie Pilato: Mariangela Bruno, Maria Chiara Paletta SPQR:
Gaetano Morelli, Francesco Vasamì. Erode: Gianni Stasi; Erodiade: Maria
Lettieri; Dame erodiade: Maria Chiara Cidone, Elisa Capalbo. Centurione:
Ernesto Zumpano. Palio del lutto: Alfonso Morelli;Barabba Gianluca Arcuri
Giuda: Salvatore Naccari; Cireneo: Giuseppe Spataro.
Anticamente la
processione della passione di Cristo veniva fatta il Sabato santo, veniva portato per le vie
del paese il santo sepolcro detto “ U Suburcu”, più precisamente “A Naca”, la
statua di Maria Addolorata, seguiti da antiche preghiere. Sono moltissimi i
fedeli che animavano la processione, tra di loro i “Frateddi”, che erano un
gruppo di accompagnatori presenti in ogni processione. Questi appartenevano a
due chiese diverse: quelli con la tunica bianca e il mantello rosso chiamati la
“Mazzetta”, facevano capo alla chiesa di Santa Maria De Plateis, in Piazza
Pugliese; Quelli invece con la tunica bianca e il mantello nero facevano capo
alla chiesa di San Menna, situata nel centro storico. Uno dei “Frateddi” aveva
il compito di stare in avanti la processione, poiché doveva portare una grande
bandiera nera, in segno di lutto, chiamata “U Stinnardu”. Dei “Frateddi” oggi purtroppo rimane solo un
lontano ricordo, nessuno più ne fa parte. Attualmente rimane solo un fedele che
per voto impersona Gesù nella via Crucis, portando la croce durante la
processione, che di tutte rimane la più sentita
dai fedeli per passione e religiosità. E ancora, era antica tradizione
che,durante il sabato santo, si cantasse e pregasse per avere un buon raccolto
mentre ci si accingeva a chiedere nel vicinato alcuni dolci tipici come le
cozzupe e i mucceddati. In questo periodo, si chiedevano grazie, per esempio
chi desiderava ricevere qualche grazia doveva osservare un particolare rito,
ancora oggi tramandato dagli anziani: si doveva bussare all’esterno della
propria abitazione dicendo”Maria, Maria, bona nova portu a ttia, grazia tu
concedi a mmia, tuo figlio è resuscitato io voglio essere pagato”(Maria,
Maria,buone notizie io porto a te, grazia tu concedi a me, tuo figlio è
risorto, io voglio essere pagato). Alla fine si poggiava l’orecchio alla porta
per sentire voci, rumori, o echi che
assicurassero che la grazia era
stata concessa. Dopo la Pasqua
ogni famiglia va nelle campagne a festeggiare “u Pascono”(la Pasquetta), generalmente
sotto un grande albero dove si può fare l’altalena e si può mangiare i piatti
tipici caserecci come il capretto e la peperonata accompagnata da salsicce,
soppressate, sardella e pane fatto in casa, il tutto bagnato da un buon
bicchiere di vino rosso del Brigante, o di Carroccedda, o di Santa Venere, o
del Feudo, e come dolce la classica cozzupa. Secondo l’antica tradizione
l’altalena veniva fatta per simboleggiare la vicinanza dell’uomo con il cielo, ecco perché si fa proprio in
occasione della Pasqua. Inoltre per far rivivere alcune antiche tradizioni
sulla Pasqua in ogni chiesa, gruppi di fedeli hanno allestito i sepolcri
corredati da i “Laureddi” semi di cereali e legumi fatti germogliare durante la
quaresima completamente al buio, come vuole la tradizione, che la popolazione
ha poi visitato durante la notte, dopo la messa dedicata alla Madonna.