Cirò- L’ Architetto,
pittore e scultore, Giuseppe Capoano ha presentato l’altro ieri, durante il
convegno sulla prima giornata regionale del calendario Liliano, il busto di Luigi Lilio, una nuova
icona che non ha precedenti, visto che
fino ad ora le immagini che si conoscono
sono tutte attribuite ad un personaggio
del 700 in
base ai vestiti e ai lunghi capelli con cui è sempre raffigurato. Perché una
nuova icona di Luigi Lilio, se ne esistono altre? È questa la domanda che si fa
l’artista prima di intraprendere questa
ricerca culturale. “Manca un vero ritratto coevo di Luigi Lilio, scrive in una
nota Captano- e le poche
rappresentazioni grafiche, frutto di fantasia, sono diverse le une dalle altre
e non adatte alla figura del personaggio, perché essi si rifanno in maniera
marcata a iconografie del XVIII e XIX secolo. Per esempio, nell’incisione di C.
Biendi, riprodotta da Nicola Gervasi nell’opera “Biografia degli uomini
illustri del Regno di Napoli”di Domenico Martuscelli (1819), Lilio appare con i
capelli inanellati, un foulard e la figura, quasi classica, che dà l’aria più
di un buon medico di famiglia del Settecento che del Cinquecento”. L’immagine
attuale, prosegue l’artista- che viene
proposta nel busto rappresentante Luigi Lilio, si propone come obiettivo
principale una raffigurazione dell’astronomo di Cirò che venga ricordata, d’ora
in poi, nella sua giusta collocazione storica e di uomo del ‘500 che svolge la
professione di medico ed astronomo. Gli elementi aderenti ad una collocazione
storica e verosimili, confluiti in una prima fase di realizzazione del busto
modellato, comprendono lo studio di abiti/costumi di medici e astronomi
dell’epoca e lo studio dei tratti fisici di Lilio ricavate sulle somiglianze con il
fratello Antonio come ritratto nel famoso bassorilievo del mausoleo
dedicato a Gregorio XIII, nella Basilica Vaticana in Roma. Il
nuovo busto raffigura Lilio “di età
media” nel momento più maturo della vita di astronomo e medico, uno studioso
ormai affermato. Ha uno sguardo pensieroso, le borse degli occhi di chi
consuma le sue notti osservando il cielo
elaborando complicati calcoli. La barba
folta, fluente e ben curata, realizzata in una modulazione chiaroscurale per
risaltarne una tipica plasticità classica, rende la figura altera e dignitosa. Anche le dimensioni corposamente sovra
proporzionate restituiscono magnificenza e grandezza alla figura. La fronte è
alta, stempiata e spaziosa su cui sono distribuiti ciocche di capelli che ne
sottolineano l'acconciatura limitata, ornata da un
copricapo tipico del ‘500 completano l’immagine dello studioso. Che
le immagini esistenti su Lilio non fossero veritiere, lo si apprese qualche anno fa, quando fu interpellato una docente di storia del costume dell’Università di
Firenze, la professoressa Isabella Bigazzi, la quale, dopo uno studio sull’
aspetto e su i vestiti di Lilio, aveva relazionato che le icone raffiguranti Lilio non erano
quello di un uomo del 500 ma bensì di un
uomo del 700. Sicuramente le vecchie icone rappresentava qualche discendente
della famiglia Giglio di Cirò, che nulla aveva a che vedere con Lilio visto che
la famiglia di Luigi Lilio,era una
famiglia molto povera vissuta nell'antica Ypskron del 500, mentre l'attuale famiglia
Giglio , arrivo' a Ciro' in seguito al re Carlo V , nel 1735,e si trattava di
Fabrizio Giglio,che era il primo discendente di una nobile famiglia; percio'
secondo alcuni storici che ne hanno documentato la discendenza, non ci puo' essere alcuna discendenza o
parentela tra i Giglio/Lilio di una volta, una famiglia poverissima del 500, a cui appartenevano
Luigi e Antonio Lilio nubili estinta in poverta', e la nobile famiglia Giglio
arrivata per la prima volta a Ciro'
appunto nel 700,dopo oltre due secoli. Ben venga dunque una nuova
immagine di Lilio la quale è nata oltre
da uno studio appropriato del 500 anche
e soprattutto dallo studio dei tratti fisici
ricavate dalla somiglianza con
il fratello Antonio.