mercoledì 27 novembre 2013

Cirò- Il prof. Francesco Mussuto, presidente Anteas di Ciro’ ha presentato il recente convegno di Alimentazione nella terza età


Cirò- Il prof. Francesco Mussuto, presidente Anteas di Ciro’ ha presentato il recente convegno di Alimentazione nella terza età per cui ha relazionerà la Dott.ssa Adriana Calendini, biologa nutrizionista, dove Mussuto nel relazionare l’introduzione al convegno in una nota così scriveva:” L’Anteas è un’associazione promossa dalla FNP (Federazione Nazionale dei pensionati CISL), diffusa su tutto il territorio nazionale con oltre 600 associazioni. Si articola in attività di Volontariato e di Promozione Sociale. Sviluppa iniziative e progetti in diversi ambiti: assistenza, invecchiamento attivo, rapporti intergenerazionali, cultura e tempo libero. La centralità della persona, la difesa dei diritti, l’ascolto sono le basi del suo operare, i suoi strumenti per costruire relazioni e comunità nei nostri paesi e nelle nostre città. L’Anteas crede in una società solidale, in una rete di relazioni umane che formano una comunità, nella costruzione di relazioni che rompano il muro dell’isolamento, nella tutela e nell’affermazione degli anziani e delle persone deboli. Crede che il volontariato debba avere una funzione integrativa e non sostitutiva della struttura pubblica, che possa rendere i servizi sempre più a misura d’uomo, con politiche di decentramento e di sostegno alla domiciliarità. Le persone che vi fanno parte appartengono ad ogni fascia di età, accomunate dal desiderio di prendersi carico dei piccoli e grandi problemi della comunità in cui si vive cercando di collaborare con le altre istituzioni locali a migliorare il proprio contesto socio-culturale.  La sua mission è di promuovere e valorizzare l’impegno degli anziani, dei giovani e degli adulti, perché possa crescere il loro ruolo attivo nella società. Si propone di contrastare ogni forma di esclusione sociale, migliorare la qualità della vita, diffondere la cultura e la pratica della solidarietà perché ogni età abbia un valore e ogni persona un suo progetto di vita attraverso cui diventare una risorsa per sé e per gli altri. In particolare, crediamo che gli anziani siano una grande risorsa, un capitale sociale e culturale, un tesoro di esperienze che deve essere riscoperto e messo a disposizione della comunità. Il 2012 è stato l’anno Europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni. Occasione questa molto importante per prendere coscienza di ciò che vuol dire “invecchiamento attivo”. Prima di tutto bisogna considerare che una persona che esce dal circuito lavorativo non è assolutamente da considerare già “vecchia”, ma è capace di sapersi inserire in altri contesti offrendo la sua esperienza, la sue conoscenze, le sue capacità a servizio degli altri. Se è vero come è vero che l’invecchiamento della popolazione secondo i dati statistici si allunga sempre di più, grazie ai benefici prodotti dalla ricerca scientifica in campo medico e del welfare in generale, non si deve dimenticare che questa fase della vita va vissuta con il desiderio di progettare nuove esperienze di vita attiva, nonché di realizzarle se incontrano condizioni esterne che non siano di impedimento e trovino l’aiuto a coltivare speranze, interessi, propositi e progetti di vita. Occorre, inoltre, un nuovo approccio politico di vedere la questione degli anziani non come una categoria definita in termini anagrafici, e quindi in un’ottica esclusivamente consumistica, di semplici fruitori di beni e servizi, bensì come una questione che riguarda il modo in cui essi devono vivere, chi si prenderà cura di loro se malauguratamente si perde l’autonomia, quali  strumenti adottare, quali misure compensative da attivare. Attualmente la metà dei beneficiari dei servizi di cura di lunga durata hanno più di 80 anni, ma un beneficiario su 5 ha meno di 65 anni. L’handicap e la perdita di autonomia non sono un problema legato unicamente all’età avanzata, anche se la prevalenza aumenta nettamente con essa.I problemi che riguardano il settore anziani bisognevoli di cure di lunga durata oggi sono tanti, legati ad un filo comune: I finanziamenti pubblici non bastano più. Il modello familiarista, come è ancora in Italia, è entrato in crisi. I budget sociali sono rivisti al ribasso. Quando la struttura pubblica o privata convenzionata non riesce a soddisfare talune necessità, (al di là delle spese sanitarie dovute per legge), allora la famiglia deve farsi carico di ricorrere alle  “badanti familiari”, per lo più manodopera immigrata, con un aggravio di spesa al di sopra delle proprie possibilità Relazionerà la Dott.ssa Adriana Calendini, biologa nutrizionista alla quale diamo il benvenuto”.