Cirò- I commissari
straordinari fanno effettuare stradelle
spartifuoco nell’area Sic delle Dune della Marinella dove cresce la rara Ginestra bianca, cespuglio della famiglia delle
Leguminose che ogni anno purtroppo viene incendiata. E’ la prima volta che strade
spartifuoco vengono realizzate nell’area
protetta per impedire che gli incendi estivi devastano un’area di simile
biodiversità. Intanto continuano gli studi e gli approfondimenti sulla
Ginestra bianca (Retama raetam) pianta che cresce generalmente nel deserto di Giuda,
nella penisola del Sinai e anche nel resto dell’Arabia, dove le radici scendono
in profondità per trovare umidità.Da
una prima analisi, dopo l’ultimo incendio, pare che la pianta stia bene, nonostante sia stata bruciata per tre anni
consecutivi, e dopo essere stata
stressata, poiché anno scorso non ha prodotti semi o ne ha prodotti
pochi, quest’anno invece ne ha prodotto tantissimi di semi a dimostrazione che le piante si sono
riprese benissimo. Paradossalmente è
stato il fuoco.
Infatti ogni anno nel deserto africano le steppe si autoincendiano per
autocombustione un effetto naturale
necessario per permettere alla natura di riprendersi più rigogliosa dopo
il periodo delle piogge, visto che molte piante come la ginestra ha radici
profonde a cui il fuoco non gli reca
alcun danno se non alle sue fronde, che per fortuna si rigenerano anche se ci
mette qualche anno. I cespugli presenti sulle Dune della Marinella hanno
un’altezza compresa fra 1 e 4 m,
con numerosi ramoscelli e foglie sottili e diritte. Quando è in fiore, i
ciuffetti di fiori delicati, di colore bianco rosato, ammantano piacevolmente i
pendii delle dune altrimenti spogli. Il nome ebraico (ròthem) deriva da una
radice che significa “attaccare”, forse per la sua capacità di trattenere le
dune sabbiose. Il corrispondente nome arabo è invece (ratam).E’ da notare che sulle radici della
ginestra cresce una pianta parassita il Cynomorium coccineum.
Il nome del genere deriva dal termine
arabo-andaluso “ratama” o dall'arabo colto “ratam”, con cui si designavano
specie di questo genere, del genere Genista e Spartium junceum L.; anche
l'ebraico “rothem” identifica la stessa tipologia di piante. sito
israeliano si legge una
curiosa spiegazione dell'etimologia del nome scientifico; il genere Retama
avrebbe lo stesso significato sia in ebraico che in arabo: rotem, retem o
retama, definisce infatti una corda legata al dito come un promemoria. Nella
tradizione araba, inoltre, il nome Retam è un nastro che gli arabi usavano
legare intorno ad un arbusto di ginestra bianca prima di partire; se al loro
ritorno il nastro era al proprio posto erano certi di non essere stati traditi;
in caso contrario il segno era quello, evidente, di un avvenuto tradimento.
Allo stato spontaneo la specie vive sulle dune sabbiose dei paesi nord africani
ma anche in Sicilia, lungo le aree della costa meridionale dove cresce una
sottospecie endemica denominata Retama raetam subsp. gussonei della quale,
esiste a Cirò un popolamento spontaneo, che, data la rarità, meriterebbe un
idoneo livello di protezione, visto che è una pianta che risale a cinque
milioni di anni fa, periodo messiniano,
di quando lo stretto di Cibilterra si sollevò facendo prosciugare il Mediterraneo, ed attraverso
una lingua di gesso che collegava l’Africa al Mediterraneo, molte piante come le ginestre il lentisco si
diffusero fino alle coste calabresi e
fino a Cirò come è stato per la Ginestra bianca. Bene hanno fatto dunque i
commissari a prevenirne gli incendi con
le strade spartifuoco e salvare la biodiversità che in questa area è unica.