Singolare accostamento tra la Divina Commedia e Luigi Lilio
in una recente tesi di laurea in Filosofia e Storia
Il 20 luglio 2011presso la Facoltà di Lettere e Filosofia Corso di Laurea in Filosofia e Storia dell’ l’UNICAL di Cosenza, dal Dr. Ignazio Armando Filice è stata difesa una tesi dal titolo: I fratelli Luigi e Antonio Giglio e la Riforma gregoriana del Calendario. - Un singolare caso di damnatio memoriae – Relatori il prof. Pietro De Leo, ordinario di Storia Medievale e il Dr. Eugenio De Rose storico e profondo conoscitore di Lilio. Ha fatto parte della commissione, come esperto esterno, il Prof. Francesco Vizza del CNR di Firenze. Tra i presenti Francesco Lombardo, assessore alla Cultura del Comune di Cirò, e il grafico-designer Alfonso Calabretta curatore del Museo Aloysius Lilius.
Il lavoro di tesi condivide e rafforza le ipotesi avanzate da Vizza sul ruolo fondamentale svolto da Antonio nell’elaborazione dei calcoli contenuti nella riforma del calendario e sulla genialità di Luigi Lilio, anticipatore del metodo scientifico inaugurato da Galileo Galilei. Lilio elabora un calendario capace di sfidare i secoli e che permette di determinare con esattezza le date della Pasqua di qualsiasi anno. Infatti, la sequenza “equinozio di primavera – plenilunio – domenica di Resurrezione o di Pasqua” si rivela di precisione assoluta, grazie ai calcoli del medico, astronomo e matematico di Cirò. Con questo sistema, la Pasqua non può mai accadere prima del 22 marzo né dopo il 25 aprile.
La singolarità dell’argomento trattato da Ignazio Armando Filice, riferisce in una nota F. Vizza riportando passi della tesi, riguarda l’originale accostamento tra Dante Alighieri della Divina Commedia e l’opera di Luigi Lilio. Come lettori della Divina Commedia del terzo millennio, è stupefacente la possibilità di chiarire un problema molto dibattuto dai critici: quando è avvenuto lo straordinario “viaggio” di Dante? Adoperando oggi le indicazioni di Luigi Lilio, ideatore e artefice della Riforma gregoriana del calendario, è possibile interpretare con bastante precisione i suggerimenti sui tempi, fornitici dallo stesso poeta. Nel IV libro del Convivio, «lo punto sommo» della vita dell’uomo è fissato «nel trentacinquesimo anno» d’età, in base al calendario della vita di Cristo, alle stime mediche correnti e a una congiura di simboli numerali. Nella “selva oscura” Dante si ritrova, dunque, proprio a quell’età. L’anno di grazia è il 1300, ma di quale mese? Per stabilirlo, bisogna riferirsi ai versi:
Temp’ era dal principio del mattino,
e ‘l sol montava ‘n sù con quelle stelle
ch’eran con lui quando l’amor divino
e ‘l sol montava ‘n sù con quelle stelle
ch’eran con lui quando l’amor divino
mosse di prima quelle cose belle;
sì ch’a bene sperar m’era cagione
e conclude: l’ora del tempo e la dolce stagione;
[Inf. I, 37-40,41,43]
Temp’era…: una nuova pausa di speranza, sparsa di parole dolci e luminose; il tempo mattutino e la stagione primaverile, ambedue figure dell’inizio della vita, inducono a sperare. Sono infatti, come si riteneva, e come Dante dirà nella terzina seguente, l’ora e la stagione della creazione. Il sole è nella costellazione dell’Ariete, come – secondo la tradizione – era al momento della creazione: dunque si è tra il 21 marzo e il 20 aprile, quando Dio, nella sua essenza di amore, mise in moto, per la prima volta, i corpi celesti. Il ricordare a questo punto l’atto di puro amore che dette vita e moto ai corpi celesti, cioè a tutto l’Universo visto nella sua bellezza, conferisce alla scena drammatica che si sta svolgendo lo sfondo che le è proprio, quella dimensione di eterno amore in cui è inserito il singolo dramma di ogni uomo. Unendo tale indicazione alle parole di Malacoda, la data di inizio del viaggio corrisponde o al 25 marzo, anniversario del martirio del Golgota, o all’8 aprile, venerdì santo. Poiché il calendario ecclesiastico del 1300 pone il plenilunio di primavera al 7 aprile e Dante dice:
E già iernotte fu la luna tonda:
[Inf. XX, 127]
e ribadisce la data del plenilunio nel Purgatorio
che mi va innanzi, l’altr’ier, quando tonda
vi si mostrò la suora di colui»
[Purg. XXIII, 119-120]
e dato che nei giorni precedenti al 25 marzo 1300 non vi fu alcun plenilunio, la data da preferire, a nostro avviso, è quella dell’8 aprile 1300, corrispondente al venerdì santo (Cfr. G. Bondioni, Guida alla Divina Commedia, Inferno, Milano 1988)