Cirò- E’ nato il primo “Fanclub Sandro Cortese” a Cirò nel
giorno della sua grande vittoria, a costituirlo un gruppo di sportivi cirotani:
Gaetano Zumpano, Francesco Marino, Luigi Dell’Aquila Giuseppe Principe, tra questi i primi due
abitano nella stessa ruga dei nonni di Cortese. Il campione mondiale , unico
nel suo genere ad essere di origine
calabrese e di Cirò, con la sua vittoria ha portato in alto il nome di
Cirò non come notizia di cronaca come avviene solitamente ma per cultura sport
onorando la sua famiglia e tutta Cirò, dove domenica scorsa i cirotani sono
rimasti incollati alla tv fino al grido di vittoria. La sua famiglia di Cirò in
via San Gaetano, dove vivono i nonni e le ziee,
in questi giorni è presa di mira da amici parenti e simpatizzanti per
brindare a questo giovanissimo campione di sangue cirotano cento per cento.
Anche l’amministrazione comunale è entusiasta per la vittoria raggiunta e aspetta
il suo rientro per dare il giusto riconoscimento al suo merito. Purtroppo
Cirò è un paese strano, non c'è stato nessun carosello per le
vie del paese per festeggiare la vittoria di Cortese, la gente di
solito, quando vince la loro squadra del cuore, fa caroselli con
le macchine per tutta la notte per le vie del paese ed oltre, a volte anche
disturbando la quiete pubblica, ora che Cirò ha il suo campione
mondiale tutto cirotano, i giovani non hanno fatto nessun carosello per le vie
del paese come sarebbe stato giusto, a parte il via vai presso l'abitazione dei
nonni dove gli abitanti di via San Gaetano hanno festeggiato brindando insieme
ai parenti di Cortese. Come cirotano mi sarei aspettato che tutti i
giovani, gli stessi che dopo la vittoria di squadre come
Yuventus e milan fanno il giro delle strade del paese con le loro
macchine suonando all'impazzata con i clacson per festeggiare i loro beniamini,
che con Cirò non c'entrano nulla, lo avrebbero fatto anche per Cortese,
ma purtroppo non l'hanno fatto. Rimane l'amaro in bocca per una società
che si è dimostrata poco attaccata alle sue origini e alla sua gente. Per
fortuna che ci pensa il mondo intero a festeggiarlo, ma non
lamentiamoci se poi per riscoprire Lilio e Lacinio ci abbiamo impiegato 500
anni. E' proprio vero : "nemo profeta in patria".