lunedì 26 novembre 2012

Crotone- Si chiama “Bonifica dell’amianto: tra tecnologia e ambiente” l’importante seminario tenutosi qualche giorno fa all’IPSIA Barlacchi di Crotone,


Crotone- Si chiama “Bonifica dell’amianto: tra tecnologia e ambiente” l’importante seminario tenutosi  qualche giorno fa all’IPSIA  Barlacchi di Crotone, a cui hanno partecipato gli allievi delle quarte e quinte classi del settore manutentivo meccanico-termico ed elettronico, per sensibilizzare la scuola verso questo grave problema ambientale. Relatori del seminario  Francesco Rocca  del SPISAL di Crotone; Pantaleone Dante Benincasa amministratore unico NICE; Massimiliano Giaquinta direttore centro  di stoccaggio NICE; Giuseppe  Rubino direttore tecnico NICE. Ha introdotto i lavori l’ingegnere Walter Frisina.
“L’amianto è ancora molto presente in mezzo a noi purtroppo, hanno detto i convenuti- è un minerale praticamente indistruttibile, che per il suo costo contenuto, ne hanno favorito un ampio utilizzo industriale, ma  conferisce al materiale delle proprietà di rischio essendo essa stessa causa di gravi patologie a carico prevalentemente dell'apparato respiratorio. La pericolosità consiste, infatti, nella capacità dei materiali d’amianto di rilasciare fibre potenzialmente inalabili, penetrano attraverso le vie respiratorie e si depositano nei polmoni, provocando l'asbestosi,  mesotelioma”. Studi epidemiologici-proseguono- hanno riscontrato una forma di rischio connesso ad un periodo di latenza dell’ordine di 20/25 anni per forme di mesotelioma maligno, con effetto cancerogeno amplificato nei fumatori.  

Gli interventi previsti per eliminare dall’ambiente ogni potenziale fonte d’esposizione avviene oggi attraverso la sua rimozione, l’incapsulamento con prodotti penetranti o ricoprenti e il confinamento, per mezzo di barriere a tenuta, che lo separano dalle aree occupate dell'edificio . Solo dal 1983 si è assistita alla continua e progressiva produzione di normative comunitarie e nazionali rivolte alla dismissione dell’amianto, vietandone l’impiego e la commercializzazione, prevedendo sanzioni per coloro che smaltiscono in modo illecito i rifiuti e una serie d’obblighi nei confronti dei detentori, verso i quali gli organismi di controllo hanno maturato un’attenzione particolare. Dal 1956 la legge obbliga i datori di lavoro a fornire ai lavoratori i necessari mezzi di protezione e fa esplicito riferimento all’amianto, imponendo di far sottoporre i lavoratori a visite periodiche. Mentre dagli anni 70, si conosce la pericolosità dell’amianto, ma solo dal 1992 la legge ne vieta l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la commercializzazione e la produzione. Purtroppo però, concludono gli esperti-l’amianto  è continuato ad entrare regolarmente negli stabilimenti, conservato nei magazzini dei reparti e utilizzato senza alcuna difesa e precauzione; niente mascherine, aspiratori e informazioni sulla sua pericolosità. Soddisfazioni sono giunti dal dirigente Umile Meringolo il quale ha apprezzato la sensibilità con cui è stato affrontato questo delicato problema anche nella scuola.