Crotone- Si chiama
“Bonifica dell’amianto: tra tecnologia e ambiente” l’importante seminario
tenutosi qualche giorno fa
all’IPSIA Barlacchi di Crotone, a cui
hanno partecipato gli allievi delle quarte e quinte classi del settore
manutentivo meccanico-termico ed elettronico, per sensibilizzare la scuola
verso questo grave problema ambientale. Relatori del seminario Francesco Rocca del SPISAL di Crotone; Pantaleone Dante
Benincasa amministratore unico NICE; Massimiliano Giaquinta direttore
centro di stoccaggio NICE; Giuseppe Rubino direttore tecnico NICE. Ha introdotto
i lavori l’ingegnere Walter Frisina.
“L’amianto è ancora molto presente in mezzo
a noi purtroppo, hanno detto i convenuti- è un minerale praticamente
indistruttibile, che per il suo costo contenuto, ne hanno favorito un ampio
utilizzo industriale, ma conferisce al materiale delle proprietà di
rischio essendo essa stessa causa di gravi patologie a carico
prevalentemente dell'apparato respiratorio. La pericolosità consiste, infatti, nella capacità dei materiali
d’amianto di rilasciare fibre potenzialmente inalabili, penetrano attraverso le
vie respiratorie e si depositano nei polmoni, provocando l'asbestosi, mesotelioma”. Studi epidemiologici-proseguono-
hanno riscontrato una forma di rischio connesso ad un periodo di latenza dell’ordine di 20/25 anni per forme di
mesotelioma maligno, con effetto cancerogeno amplificato nei fumatori.
Gli interventi previsti per eliminare dall’ambiente ogni potenziale
fonte d’esposizione avviene oggi attraverso la sua rimozione, l’incapsulamento
con prodotti penetranti o ricoprenti e il confinamento, per mezzo di barriere a
tenuta, che lo separano dalle aree occupate dell'edificio . Solo dal 1983 si è assistita alla continua e progressiva produzione di
normative comunitarie e nazionali rivolte alla dismissione dell’amianto,
vietandone l’impiego e la commercializzazione, prevedendo sanzioni per coloro
che smaltiscono in modo illecito i rifiuti e una serie d’obblighi nei confronti
dei detentori, verso i quali gli organismi di controllo hanno maturato
un’attenzione particolare. Dal 1956 la legge obbliga i datori di
lavoro a fornire ai lavoratori i necessari mezzi di protezione e fa esplicito
riferimento all’amianto, imponendo di far sottoporre i lavoratori a visite
periodiche. Mentre dagli anni 70, si
conosce la pericolosità dell’amianto, ma
solo dal 1992 la legge ne vieta l’estrazione, l’importazione,
l’esportazione, la commercializzazione e la produzione. Purtroppo però,
concludono gli esperti-l’amianto è
continuato ad entrare regolarmente negli stabilimenti, conservato nei magazzini
dei reparti e utilizzato senza alcuna difesa e precauzione; niente mascherine,
aspiratori e informazioni sulla sua pericolosità. Soddisfazioni sono giunti dal
dirigente Umile Meringolo il quale ha apprezzato la sensibilità con cui è stato
affrontato questo delicato problema anche nella scuola.