Cirò- Al CNR di
Firenze presentati Luigi Lilio e Giano Lacinio di Cirò; Presenti i ricercatori
ed il Cardinale Giuseppe Betori Arcivescovo di Firenze, grazie allo studioso Francesco Vizza di Cirò,
il quale è stato invitato dal presidente dell’area CNR Antonio Raschi, a
relazionare sulla vita e l’opera dell’alchimista francescano Giano Lacinio e di
Luigi Lilio astronomo e matematico, entrambi di Cirò ed entrambi del XVI
secolo. Presenti numerosi ricercatori, due docenti dell’Accademia Pontificia e
il Cardinale Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze. Gli argomenti presentati
sono stati di interesse per la comunità scientifica e per i religiosi presenti
poiché l’indagine “scientifica” dei due studiosi cirotani del ‘500 si intreccia
con le problematiche della Chiesa e della società civile di quel particolare
periodo storico. Nel descrivere l’opera dell’alchimista francescano Giano
Lacinio di Cirò, professore di Sacra Teologia e Reggente del Collegio teologico
di Padova, Vizza ha sottolineato, da non credente,come lo sviluppo della
moderna scienza sperimentale sia stata senza dubbio la risultante di una
complessa dinamica multi fattoriale, ma non si può negare il contributo di una
forte spinta propulsiva data dall’ideale francescano, fin dalle origini, in
favore dello sviluppo della scienza e si deve anche riconoscere come il
pensiero degli alchimisti francescani acconsentisse una straordinaria apertura
verso quelli che potevano essere i risvolti pratici ed i vantaggi reali derivati
dall’alchimia.
La ricerca della pietra filosofale capace di trasmutare i
metalli vili in oro, si accompagnò alla ricerca dell’Elisir di lunga vita: il
farmaco universale. A Giano Lacinio apparve subito chiaro quale importanza
potesse avere la conoscenza dei segreti della natura per alleviare le
sofferenze di coloro che venivano afflitti dai mali del corpo. Nonostante i
numerosi divieti ecclesiastici e relative persecuzioni, molti frati studiarono
e praticarono con profitto la medicina e le discipline considerate un tempo ad
essa affini come l’astronomia e l’alchimia. Le famiglie francescane ebbero
spesso la direzione di ospedali e dettero vita a grandi farmacie ed infermerie
conventuali che, non di rado, diventavano veri e propri centri di
sperimentazione clinica e offrivano i loro servigi ben al di là delle mura del
convento. Nello specifico, l’insegnamento dell’alchimista Lacinio è di grande
attualità e rappresenta la missione di ogni ricercatore moderno: “il sapere ed
il fare al servizio dell’uomo”.
Al servizio dell’uomo è stata l’opera di Luigi
Lilio, nata per risolvere un problema della Chiesa cattolica, quale quello
della esatta determinazione della data della Pasqua, di conseguenza apportò
profonde correzioni al calendario civile,indispensabile a tutti gli abitanti
del pianeta terra.I due libri di Vizza, “Giano Lacinio Alchimista Francescano
del Cinquecento” e “Luigi Lilio Medico, Astronomo e Matematico di Cirò”,
quest’ultimo scritto in collaborazione con Egidio Mezzi, sono stati consegnati
al Cardinale Giuseppe Betori. L’arcivescovo di Firenze con una battuta sagace
ha ringraziato l’autore dei testi comunicando che il prossimo 4 settembre
incontrerà il Patriarca di Gerusalemme ed in quell’occasione, con in mano il
libro di Lilio, cercherà di convincerlo ad adottare il calendario Gregoriano,
frutto di una incontrovertibile correttezza scientifica. Le Chiese ortodosse
celebrano tuttora la Pasqua
con il vecchio calendario giuliano. Nel
dibattito seguente alla presentazione dei due illustri personaggi cirotani,
scrive Vizza:ӏ stato ribadito come la scienza moderna non sia nata in
contrapposizione al cristianesimo. E’ stata la Chiesa a non comprendere
appieno le novità e verità apportate dal metodo scientifico, facendo, per
esempio, del caso Copernico e Galilei il simbolo dell’irriducibile scontro tra
scienza e religione. Solo nel 2010 Copernico ha avuto la sua solenne
riabilitazione con sepoltura ufficiale e religiosa. Con secoli di ritardo,
quasi come con Galileo Galilei riabilitato il31 ottobre
1992, la Chiesa
ha pronunciato il suo “mea culpa” verso uno scienziato che aveva messo in
discussione i dogmi in nome del sapere. Nel XXI secolo, temi quali l’eutanasia
e la bioetica rischiano di acuire una contrapposizione mai superata tra scienza
e cristianesimo”.