domenica 17 maggio 2015

Cirò- Al CNR di Firenze presentati Luigi Lilio e Giano Lacinio di Cirò;



Cirò- Al CNR di Firenze presentati Luigi Lilio e Giano Lacinio di Cirò; Presenti i ricercatori ed il Cardinale Giuseppe Betori Arcivescovo di Firenze,  grazie allo studioso Francesco Vizza di Cirò, il quale è stato invitato dal presidente dell’area CNR Antonio Raschi, a relazionare sulla vita e l’opera dell’alchimista francescano Giano Lacinio e di Luigi Lilio astronomo e matematico, entrambi di Cirò ed entrambi del XVI secolo. Presenti numerosi ricercatori, due docenti dell’Accademia Pontificia e il Cardinale Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze. Gli argomenti presentati sono stati di interesse per la comunità scientifica e per i religiosi presenti poiché l’indagine “scientifica” dei due studiosi cirotani del ‘500 si intreccia con le problematiche della Chiesa e della società civile di quel particolare periodo storico. Nel descrivere l’opera dell’alchimista francescano Giano Lacinio di Cirò, professore di Sacra Teologia e Reggente del Collegio teologico di Padova, Vizza ha sottolineato, da non credente,come lo sviluppo della moderna scienza sperimentale sia stata senza dubbio la risultante di una complessa dinamica multi fattoriale, ma non si può negare il contributo di una forte spinta propulsiva data dall’ideale francescano, fin dalle origini, in favore dello sviluppo della scienza e si deve anche riconoscere come il pensiero degli alchimisti francescani acconsentisse una straordinaria apertura verso quelli che potevano essere i risvolti pratici ed i vantaggi reali derivati dall’alchimia.
 La ricerca della pietra filosofale capace di trasmutare i metalli vili in oro, si accompagnò alla ricerca dell’Elisir di lunga vita: il farmaco universale. A Giano Lacinio apparve subito chiaro quale importanza potesse avere la conoscenza dei segreti della natura per alleviare le sofferenze di coloro che venivano afflitti dai mali del corpo. Nonostante i numerosi divieti ecclesiastici e relative persecuzioni, molti frati studiarono e praticarono con profitto la medicina e le discipline considerate un tempo ad essa affini come l’astronomia e l’alchimia. Le famiglie francescane ebbero spesso la direzione di ospedali e dettero vita a grandi farmacie ed infermerie conventuali che, non di rado, diventavano veri e propri centri di sperimentazione clinica e offrivano i loro servigi ben al di là delle mura del convento. Nello specifico, l’insegnamento dell’alchimista Lacinio è di grande attualità e rappresenta la missione di ogni ricercatore moderno: “il sapere ed il fare al servizio dell’uomo”. 
Al servizio dell’uomo è stata l’opera di Luigi Lilio, nata per risolvere un problema della Chiesa cattolica, quale quello della esatta determinazione della data della Pasqua, di conseguenza apportò profonde correzioni al calendario civile,indispensabile a tutti gli abitanti del pianeta terra.I due libri di Vizza, “Giano Lacinio Alchimista Francescano del Cinquecento” e “Luigi Lilio Medico, Astronomo e Matematico di Cirò”, quest’ultimo scritto in collaborazione con Egidio Mezzi, sono stati consegnati al Cardinale Giuseppe Betori. L’arcivescovo di Firenze con una battuta sagace ha ringraziato l’autore dei testi comunicando che il prossimo 4 settembre incontrerà il Patriarca di Gerusalemme ed in quell’occasione, con in mano il libro di Lilio, cercherà di convincerlo ad adottare il calendario Gregoriano, frutto di una incontrovertibile correttezza scientifica. Le Chiese ortodosse celebrano tuttora la Pasqua con il vecchio calendario giuliano. Nel dibattito seguente alla presentazione dei due illustri personaggi cirotani, scrive Vizza:”è stato ribadito come la scienza moderna non sia nata in contrapposizione al cristianesimo. E’ stata la Chiesa a non comprendere appieno le novità e verità apportate dal metodo scientifico, facendo, per esempio, del caso Copernico e Galilei il simbolo dell’irriducibile scontro tra scienza e religione. Solo nel 2010 Copernico ha avuto la sua solenne riabilitazione con sepoltura ufficiale e religiosa. Con secoli di ritardo, quasi come con Galileo Galilei riabilitato il31 ottobre 1992, la Chiesa ha pronunciato il suo “mea culpa” verso uno scienziato che aveva messo in discussione i dogmi in nome del sapere. Nel XXI secolo, temi quali l’eutanasia e la bioetica rischiano di acuire una contrapposizione mai superata tra scienza e cristianesimo”.