Cirò- Si è concluso l’ incontro culturale sul terrazzo panoramico del palazzo dei musei, ex palazzo nobiliare Zitò, dove Sabato 30 Luglio sono intervenuti Eugenio De Rose Storico del Dipartimento di Storia Medievale UNICAL il quale ha discusso sulla figura di Luigi Lilio astronomo del XVI secolo; ed il ricercatore e biografo di Lilio, Francesco Vizza del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Firenze, che ha discusso invece del ruolo di Antonio Lilio nella riforma del calendario. “Vi parlerò in questa splendida sede di alcuni storici vissuti a cavallo tra il 1700 e i primi anni del 1900 occupatisi dei fratelli Lilio, tra cui Luigi Accattatis tratte da Biografie degli Uomini Illustri delle Calabrie; Carlo Antonio De Rosa, Marchese di Villarosa, D. Vincenzo Bonicelli, Principi di Astronomia, Carlo Botta -Storia d’Italia- continuata da quella del Guicciardini sino al 1789; ed infine prenderò in considerazione alcune parti della Divina Commedia di Dante ”- ha detto nel suo intervento lo storico De Rose. “Accattatis nelle Biografie degli Uomini Illustri delle Calabrie, ha detto lo storico De Rose- Questo felice ingegno nacque nella città di Cirò, detta anche Ypsicron, Ipsicrò, Psigrò, Zirò, Cerre e Cire, in Diocesi di Umbriatico, nella nostra Calabria. Si rese egli immortale col progetto della riforma del Calendario, eseguita nel 1582 sotto il Pontefice Gregorio XIII”. Per quanto riguarda invece il ruolo di Dante a tal proposito ha detto De Rose:” Adoperando oggi le indicazioni liliane, è possibile interpretare con bastante precisione i suggerimenti sui tempi, fornitici dallo stesso poeta del suo straordinario viaggio, dunque nella “selva oscura” Dante si ritrova, nel 1300, secondo i calcoli del nuovo calendario gregoriano, proprio l’8 aprile , corrispondente al venerdì santo”. “Antonio Lilio ebbe u ruolo importante nella riforma ha detto invece Francesco Vizza tanto che il grande Alessandro Piccolomini chiamato a dare un parere sul Compendio dal signore di Firenze Francesco I dei Medici disse che Antonio era persona assai dotta e che egli stesso aveva elaborato gli studi avviati dal fratello Luigi”. Dunque Antonio “coautore” di Luigi nello studio delle epatte? Per il biografo Vizza , stante alla fitta documentazione che lo stesso Vizza ha trovato, pare proprio di si. Comunque prosegue vizza:” di Antonio Lilio si perdono le tracce tra il 1592-93 quando fu incaricato di scrivere sulla spiegazione del calendario, libro forse passato di mano in mano rimasto forse all’ultimo sopravvissuto della commissione:il gesuita Clavio, il quale però non riferisce nel libro di 800 pagine del suo “Romani calendarij a Gregorio XIII P.M. restituiti explicatio”di aver elaborato i calcoli e relativi tavole basandosi sul “Liber novae rationis restituendi calendarii,scritto da Antonio, o prendendo spunto dal manoscritto di Lilio , cosa che sicuramente fece perché altrimenti non avrebbe potuto spiegare e difendere la riforma”. Da allora conclude Vizza: ” ne il manoscritto di Lilio, ne il libro di Antonio sono stati mai ritrovati ed il calendario Liliano divenne gregoriano”. A leggere alcuni passi dei documenti inediti ritrovati dallo storico Francesco Vizza è stata la superba voce della docente Dina De Marco. Sono intervenuti il sindaco Mario Caruso, il quale ha detto che solo attraverso la cultura la nostra terrà può prosperare in futuro; mentre l’assessore Lentini ha dichiarato invece:” questo territorio è stato faro della civiltà, orgoglio che ci deve far sentire grande nella storia”.