Cirò- Un esemplare di
Biacco in livrea giovanile( Hierophis viridiflavus), se la spassava indisturbato lungo il corso principale di viale Pugliese,
in pieno centro urbano. Secondo gli
abitanti del posto il rettile proveniva da una stradina secondaria: via
Scezzare costeggiata da una piccola macchia verde. Purtroppo via Scezzare è
spesso infestata da topi, spesse volte si sono introdotti anche nelle
abitazioni, come riferiscono gli abitanti della zona. La presenza di topi richiamano i loro naturali predatori appunto i serpenti,
ecco il perché della presenza di rettili
che infestano tale area. Occorre maggiore derattizzazione e
disinfestazione di tutta l’area, per evitare questi incontri spiacevoli.
Naturalmente la gente del posto adesso
ha paura di lasciare le porte aperte perché non si sa mai o i topi o rettili
possono entrare in casa come è successo l’anno scorso sempre nella stessa zona,
quando una vipera era riuscita ad entrare addirittura in casa. Comunque quando
si incontra una vipera sono di più le cose da non fare. Il morso di vipera
è un evento raro, almeno in Calabria. La Vipera aspis, una specie ben diffusa su tutto il
territorio italiano, fatta eccezione per la Sardegna. Appartiene
alla famiglia dei Viperidi: testa appiattita, spigolosa, a forma di V, iride
ellittica (come i gatti) e corpo non tanto lungo, ma massiccio. Il suo cibo
preferito sono i topi. I suoi denti sono veleniferi, ma ne possiede anche di
riserva che vengono utilizzati nel caso in cui i primi si danneggino: una
vipera senza denti veleniferi morirebbe perchè non sarebbe più in grado di
procurarsi il cibo. In caso però di morso ecco le cose da non fare, almeno secondo gli esperti
in materia: non disinfettare con alcol
perchè è un vasodilatatore, ovvero dilata i vasi sanguigni in modo da
facilitare il passaggio del veleno nel circolo sanguigno;
non incidere la ferita perchè, così facendo, si permette al
veleno di avanzare;
non usare sieri antivipera. Mentre le cose da fare sono: se
si viene morsi ad un arto bisogna fasciarlo come se fosse fratturato in modo da
minimizzare i movimenti dell’arto stesso (limitando i movimenti si limita il
passaggio del veleno); la cosa più intelligente sarebbe di portarsi dietro un
“ecobyte system”, cioè uno strumento che rompe il campo elettrico che compone
la struttura della proteina presente nel veleno. Oppure più semplicemente non
fare troppi movimenti, non disturbarla e lasciare che vada via, dopo tutto è
l’uomo che invade il suo territorio con la cementificazione. Per fortuna il
rettile incontrato era innocuo e comunque è specie protetta in base alla
convenzione di Berna del 19-9-1979 (Allegato III) e specie di interesse
comunitario che richiede una protezione rigorosa in base alla Direttiva
"Habitat" 92/43/CEE del 21-5-1992 (Allegato IV).