Cirò- Non poteva che
essere assegnato a lui, all’artista Turuzzu Cariati il premio “Tradizioni Popolari” definito
dalla critica “L’uomo Museo” per il
tesoro delle antiche tradizioni popolare che solo lui detiene. E’ stata l’associazione
culturale “Le quattro porte” che ha voluto fortemente questo grande
riconoscimento per un uomo tanto unico come Salvatore Cariati. L’artista cirotano, era stato di
recente anche immortalato in un cd, dove faceva rivivere gli antichi albori
cirotani attraverso le antiche nenie e proverbi, molti dei quali ancora oggi i
nostri nonni raccontano. Non solo “Cantaturu”è Cariati, ma anche poeta, contadino, come ama definirsi. Raccoglitore di tutto ciò che è
stato, oggetti, usanze, proverbi, ha destinato un’ala della sua abitazione a
museo contadino, privato naturalmente,
per la gioia di pochi fortunati, amici parenti, studenti e recentemente anche
da parte del mondo accademico, visto che attualmente è oggetto di studio in una
tesi di laurea sulle antiche usanze, sugli oggetti usati una volta, e sullo
stesso personaggio, uno dei pochi che canta ancora serenate accompagnato dalla
chitarra battente. Personaggio molto vicino allo studioso di musica etnica
Antonello Ricci, più volte menzionato nelle sue opere, un artista poliedrico
che riesce ancora a tramandare antiche
usanze, che purtroppo i giovani non conoscono più. E’ lui il custode della Cirò antica, delle famiglie, della storia locale, della politica, dei
mestieri antichi, delle tradizioni, dell’arte culinaria, dei liquori a base d’erba che prepara
personalmente, ultimo maestro cestaio, più volte premiato per la sua
originalità. Attualmente il suo ricco
museo contadino, con i numerosi e introvabili pezzi, rappresentano una grande
testimonianza di un popolo creativo. La ricerca
etno-antropologica, specialmente quella declinata sul versante più
propriamente musicologico, in questo senso, ha fatto passi da giganti, negli
ultimi anni, con un gruppo di validi studiosi attentissimi a cogliere il dato
dialetto, mobile, di incessante mutazione e trasformazione che è sotteso a ogni
fatto di tradizione, e lo è ancor di più se a cogliere i germi del
mutamento sono gli stessi protagonisti
dell’indagine, Salvatore Cariati detto Turuzzu di Cirò, dialoga con l’antropologo
e musicista Antonello Ricci da oltre un trentennio. L’ultimo suo lavoro scritto
in collaborazione di Antonello Ricci: ”Uomo museo”, Turuzzo è una figura
straordinaria di musicista, artigiano, contadino, ricercatore, passato
attraverso mille lavori, mille vicissitudini, per nulla nostalgico di
supposte”età dell’oro”: prontissimo a sbeffeggiare, anzi, chi cerca reazionari
conforti in un’armonia del bel tempo antico che non è mai esistita. Turuzzu
Cariati è un testimone consapevole del dipanarsi della storia quotidiana, e, da
decenni, ha saputo scegliere, raccogliere, salvare centinaia di oggetti
materiali legati a una pratica del “saper fare” e del “saper ricordare” che va
scomparendo. Tant’è che chi vuole ricercare tracce fisiche di un mondo in via di
scomparsa, da casa sua deve passare. Per questo il premio “Tradizioni Popolari” non poteva non essere che assegnato a lui
all’”uomo museo”.