Cirò- Ancora uno sciame d’api che alloggia nei pressi del
museo, è diventata una consuetudine, come ogni anno , o in primavera o in
estate uno sciamo scieglie come dimora la casa della cultura:il museo archeologico.
Infatti anche quest’anno uno sciame d’api si è annidato davanti l’ingresso del museo
archeologico:”attirati dai reperti? dalla cultura? forse! Creando
scombussolamento tra i passanti e gli abitanti della zona Arenacchio e degli
stessi turisti in procinto di visitare il museo. Questa sciamatura estiva è
conseguenza delle prolungate alte temperature e della siccità che si è
registrata ultimamente, sono quattro mesi che non piove e fa caldo. Anche durante la scorsa primavera, infatti decine
di sciami hanno invaso Cirò,
specie il centro storico, zona Cannone, Sant’Elia, via Madonna delle Grazie,
Arenacchio, cercando riparo nei fori dei muri
e sugli alberi, e non solo, alcuni
sciami di api hanno invaso alcune abitazioni private, in zona Sant’Elia.
E’ stato un periodo
movimentato per gli apicoltori locali chiamati di continuo per prelevare gli
sciami “invadenti. Si tratta di catturare l’ape regina ci ha detto l’apicoltore
intervenuto, -solo così il resto dello sciame la seguirebbero nella nuova dimora-trappola.
Per la cattura degli sciami ha detto- occorre tempo e pazienza e buona
conoscenza delle abitudini delle api durante i loro periodi di sciamatura. In
questo periodo sono frequenti le sciamature, specie se associati ai venti di
scirocco di questi giorni per mezzo dei quali le api si lasciano trasportare da
sud-est verso nord in cerca di nuovi
alloggi che possono ospitarli. Intanto la presenza di nuovi sciami, anche se in
pieno centro abitato, è un buon segno, vuol dire che la loro diffusione è aumentata,
e quindi anche la loro feconda impollinazione, mentre fino a qualche anno fa,
gli incendi, le avversità atmosferiche e la Varroa, li
avevano decimati con gravi conseguenze anche sui frutteti e sull’ambiente. Lo
“sciame con sete di cultura” intanto è stato catturato da un apicoltore e
portato a riparo in alta campagna, lontano dal centro urbano, con la speranza
che riempirà la nuova dimora di buon miele di flora mediterranea.