venerdì 3 agosto 2012

Con il Sopranista Daniele Lequaglia, Cirò si riappropria della sua antica cultura musicale


Cirò- Con il Sopranista Daniele Lequaglia, Cirò si riappropria della sua antica  cultura musicale   di quando, nei salotti dei nobili cirotani, la musica di camera era di casa, quando dalle finestre, tra le antiche viuzze strette,  la nobile musica faceva eco in tutta la “Vadda” anima del centro storico, la stessa emozione che ha suscitato quando il sopranista , dal terrazzo dei musei, dall’alto del centro storico a “Vadda”, ha cantato alcune arie classiche da camera dei più grandi musicisti del romanticismo come il grande Francesco Paolo Tosti, sua musa ispiratrice, con i brani “Non t’amo più, ed “Ultima canzone”, con cui ha emozionato il nutrito pubblico presente durante la notte culturale dedicata a Lilio, e dove la sua voce ha serpeggiato in tutto il centro storico, proprio come una volta.  Sotto un cielo stellato, la sua voce, calda e vellutata, ha riempito gli spazi delle antiche viuzze del centro storico, proprio come una volta, traspirando emozioni, dove la “Vadda”, illuminata lievemente, dal calore della sera, si faceva cullare dalle arie tristi  ma essenziali del sopranista, una musica che da linfa vitale alle anime, dove ogni nota  invoca amore. E mentre i colori si arrendevano al cielo stellato, la “Vadda” andava a dormire con le ultime note di Lequaglia; le luci per gentilezza, si spegnevano ad una ad una in un abbraccio infinito, mentre si sentiva l’ultimo battito del cuore del centro storico, ferito e abbandonato tra un deserto di voci e di rumori di gente comune e di antichi mestieri ormai persi. Ed ecco che alla fine dello spettacolo, osservando dall’alto la “Vadda”, è stato possibile scorgere luci spente e degrado, mentre l’intero borgo è stato avvolto dalle note melodiche e tristi  del sopranista, che hanno fatto eco  tra le ataviche mura che piangono di solitudine,  rudere contro rudere in una morsa solitaria. Grazie sopranista solitario, che almeno per una notte hai ridato vita a quel centro storico che ogni giorno muore sempre di più in attesa  di un dottore che ancora tarda ad arrivare.