Cirò- Con il
Sopranista Daniele Lequaglia, Cirò si riappropria della sua antica cultura musicale di quando, nei salotti dei nobili cirotani,
la musica di camera era di casa, quando
dalle finestre, tra le antiche viuzze strette,
la nobile musica faceva eco in tutta la “Vadda” anima del centro
storico, la stessa emozione che ha suscitato quando il sopranista , dal
terrazzo dei musei, dall’alto del centro storico a “Vadda”, ha cantato alcune
arie classiche da camera dei più grandi musicisti del romanticismo come il
grande Francesco Paolo Tosti, sua
musa ispiratrice, con i brani “Non t’amo più, ed “Ultima canzone”, con cui ha emozionato il nutrito pubblico
presente durante la notte culturale dedicata a Lilio, e dove la sua voce ha
serpeggiato in tutto il centro storico, proprio come una volta. Sotto un cielo stellato, la sua voce, calda e
vellutata, ha riempito gli spazi delle antiche viuzze del centro storico,
proprio come una volta, traspirando emozioni, dove la “Vadda”, illuminata
lievemente, dal calore della sera, si faceva cullare dalle arie tristi ma essenziali del sopranista, una musica che
da linfa vitale alle anime, dove ogni nota
invoca amore. E mentre i colori si arrendevano al cielo stellato, la
“Vadda” andava a dormire con le ultime note di Lequaglia; le luci per
gentilezza, si spegnevano ad una ad una in un abbraccio infinito, mentre si
sentiva l’ultimo battito del cuore del centro storico, ferito e abbandonato tra
un deserto di voci e di rumori di gente comune e di antichi mestieri ormai persi.
Ed ecco che alla fine dello spettacolo, osservando dall’alto la “Vadda”, è
stato possibile scorgere luci spente e degrado, mentre l’intero borgo è stato
avvolto dalle note melodiche e tristi
del sopranista, che hanno fatto eco
tra le ataviche mura che piangono di solitudine, rudere contro rudere in una morsa solitaria. Grazie sopranista solitario, che almeno per
una notte hai ridato vita a quel centro storico che ogni giorno muore sempre di
più in attesa di un dottore che ancora
tarda ad arrivare.