Cirò- E’ atteso per
domenica 19 agosto alle ore 21.00 in Piazza della Repubblica l’originale
monologo
dal titolo “Il lunario di Aloisius Lilius”
dell’attore e regista teatrale(Teatro Le Onde), Domenico Madera, un cirotano impiantato da anni a Perugia dove vive e lavora.
L’artista si è ispirato al libro di
Alfredo Antonaros :” L'anno dei giorni rubati “, che narra le vicende dei
fratelli Lilio ubicati nel centro storico dell’allora Ypskron, mentre lavorano
alla riforma del calendario. Domenico Madera, di origine cirotana, vive e
lavora ormai da anni nel centro Italia, dapprima a Roma e, in seguito, a
Perugia, dove ha iniziato, dopo vari studi, stage di formazione con esperti di
fama internazionale ed esperienze sul campo, la sua carriera artistica come
attore e regista per varie compagnie teatrali; è nel 1999 che Madera decide di
fondare una propria compagnia teatrale, una compagnia riconosciuta dalla
Regione Umbria con finanziamento del
Piano regionale per lo spettacolo. Ma la
sua Cirò con il suo mare rimangono una parte importante dentro di lui ed emergono con forza nella scelta del
nome del gruppo teatrale appena formato: 'Teatro Le Onde' in ricordo proprio,
come ama lui stesso spiegare, delle onde del mare calabrese. Lo spettacolo che
propone domenica sera nel suo paese natio, prende spunto dalla riforma del
calendario voluta da Papa Gregorio XIII nel 1582 (riforma che cancellò dieci
giorni dalla storia del pianeta) operata sulla base degli studi dell’astronomo
di Cirò Luigi Lilio. È proprio per
ottenere queste importanti carte direttamente dal matematico cirotano e la sua
partecipazione alla commissione speciale che avrebbe dovuto dare soluzione al
problema dei ritardi sul corso solare del calendario giuliano, che vengono mandati nel paese calabrese dei
messi papali. Dopo aver vissuto varie vicende ed essersi scontrati con la
ritrosia degli abitanti di proferire parola (“…qui il silenzio è come ‘na
cilieggia e la parola come ‘na cipudda amara. Il problema è che solo per “vuntumara”
un nome, a Cirò, se po’ finiri al camposanto… “u paisi è fatto accussì”. Per “campari
deve cummattiri, pregare e, super omnia, tacere…”), i preti riescono ad
incontrare lo studioso. Quest’ultimo però, per paura di finire nelle mani della
Santa Inquisizione, dopo aver proferito alcune parole riprese dalla Genesi, dal
Libro della Sapienza e cercato di dimostrare il suo rispetto verso le Sacre
Scritture, finisce accoppato dall’emozione, ucciso da un colpo apoplettico. In
seguito a questo evento si reca alla corte del Papa bolognese il fratello
dell’astronomo Luigi, il cantore calabrese Antonio Lilio, che riesce a salvarsi
da una Roma di fango e marmo, sontuosa e corrotta, e da un mondo nel quale il
potere degli uomini può ribaltare le leggi dello spazio e del tempo, solo
grazie al timbro del suo canto, a quel dono armonioso che possiede,
inestimabile omaggio alla musica. La
performance teatrale vede coinvolto in un monologo brillante e dalle mille
sfaccettature l’attore e regista cirotano Domenico Madera, che mette in
scena con la verve che lo contraddistingue e attraverso trovate sceniche,
giochi di luce e una ricercata selezione musicale, la Cirò di quei tempi, patria di
quell’illustre Lilio che ha determinato il ‘furto’ di dieci giorni di vita a
tutta l’umanità a partire dal 1582. I testi sono in parte inediti e in parte
tratti dal testo L’anno dei giorni rubati di A. Antonaros. Lo spettacolo
sarà intervallato dalle note del pianoforte di Nicodemo Fuscaldo e dalla voce di Katia Arcuri. La serata sarà allietata dalla degustazione
dei vini dell’azienda vinicola Cav. antonio malena con il suo nobile “Re Sole”
delle nostre splendide e soleggiati
vitigni cirotani Doc.