venerdì 17 agosto 2012

E’ atteso per domenica 19 agosto alle ore 21.00 in Piazza della Repubblica l’originale monologo dal titolo “Il lunario di Aloisius Lilius” dell’attore e regista teatrale(Teatro Le Onde), Domenico Madera, un cirotano impiantato da anni a Perugia dove vive e lavora


Cirò- E’ atteso per domenica 19 agosto alle  ore 21.00 in  Piazza della  Repubblica l’originale
monologo dal titolo “Il lunario di Aloisius Lilius”  dell’attore e regista teatrale(Teatro Le Onde), Domenico Madera, un cirotano impiantato da anni a Perugia dove vive e lavora. L’artista  si è ispirato al libro di Alfredo Antonaros :” L'anno dei giorni rubati “, che narra le vicende dei fratelli Lilio ubicati nel centro storico dell’allora Ypskron, mentre lavorano alla riforma del calendario. Domenico Madera, di origine cirotana, vive e lavora ormai da anni nel centro Italia, dapprima a Roma e, in seguito, a Perugia, dove ha iniziato, dopo vari studi, stage di formazione con esperti di fama internazionale ed esperienze sul campo, la sua carriera artistica come attore e regista per varie compagnie teatrali; è nel 1999 che Madera decide di fondare una propria compagnia teatrale, una compagnia riconosciuta dalla Regione Umbria  con finanziamento del Piano regionale per lo spettacolo.  Ma la sua Cirò con il suo mare rimangono una parte importante dentro di  lui ed emergono con forza nella scelta del nome del gruppo teatrale appena formato: 'Teatro Le Onde' in ricordo proprio, come ama lui stesso spiegare, delle onde del mare calabrese. Lo spettacolo che propone domenica sera nel suo paese natio, prende spunto dalla riforma del calendario voluta da Papa Gregorio XIII nel 1582 (riforma che cancellò dieci giorni dalla storia del pianeta) operata sulla base degli studi dell’astronomo di Cirò Luigi Lilio.  È proprio per ottenere queste importanti carte direttamente dal matematico cirotano e la sua partecipazione alla commissione speciale che avrebbe dovuto dare soluzione al problema dei ritardi sul corso solare del calendario giuliano,  che vengono mandati nel paese calabrese dei messi papali. Dopo aver vissuto varie vicende ed essersi scontrati con la ritrosia degli abitanti di proferire parola (“…qui il silenzio è come ‘na cilieggia e la parola come ‘na cipudda amara. Il problema è che solo per “vuntumara” un nome, a Cirò, se po’ finiri al camposanto… “u paisi è fatto accussì”. Per “campari deve cummattiri, pregare e, super omnia, tacere…”), i preti riescono ad incontrare lo studioso. Quest’ultimo però, per paura di finire nelle mani della Santa Inquisizione, dopo aver proferito alcune parole riprese dalla Genesi, dal Libro della Sapienza e cercato di dimostrare il suo rispetto verso le Sacre Scritture, finisce accoppato dall’emozione, ucciso da un colpo apoplettico. In seguito a questo evento si reca alla corte del Papa bolognese il fratello dell’astronomo Luigi, il cantore calabrese Antonio Lilio, che riesce a salvarsi da una Roma di fango e marmo, sontuosa e corrotta, e da un mondo nel quale il potere degli uomini può ribaltare le leggi dello spazio e del tempo, solo grazie al timbro del suo canto, a quel dono armonioso che possiede, inestimabile omaggio alla musica. La performance teatrale vede coinvolto in un monologo brillante e dalle mille sfaccettature l’attore e regista cirotano Domenico Madera, che mette in scena con la verve che lo contraddistingue e attraverso trovate sceniche, giochi di luce e una ricercata selezione musicale, la Cirò di quei tempi, patria di quell’illustre Lilio che ha determinato il ‘furto’ di dieci giorni di vita a tutta l’umanità a partire dal 1582.  I testi sono in parte inediti e in parte tratti dal testo L’anno dei giorni rubati di A. Antonaros. Lo spettacolo sarà intervallato dalle note del pianoforte  di Nicodemo Fuscaldo  e dalla voce di Katia  Arcuri. La serata sarà allietata dalla degustazione dei vini dell’azienda vinicola Cav. antonio malena con il suo nobile “Re Sole” delle nostre splendide e  soleggiati vitigni cirotani Doc.