Cirò- Dopo la trasmissione Geo&Geo che ha visto la comunità cirotana presentarsi alla Nazione con i suoi prodotti enogastronomici, la filosofa Maria Francesca Carnea in una nota precisa:”Perché non esordire con il senso d’appartenenza? non ridurre sempre tutto a peperoni e patate, sardella e provole, vino e serenate, abbiamo e siamo molto di più“. E’ questo il contenuto della nota della filosofa la quale precisa: “La confusione dei “linguaggi” , a volte, genera inutili assiomi e, prosegue la Carnea- come nel senso dell’appartenenza territoriale non difendere, comunque non marcare ciò che ci appartiene? Chi è la voce che leva alto il gonfalone di Cirò?, la sua storia? Il dato d’appartenenza non inficia sul come sta cambiando la società, su come il federalismo vorrà migliorare le nostre comunità. Sarebbe importante però manifestare un po’ di amore più sincero per la propria appartenenza. Ogni piccola pietra, di ogni territorio, parla della Sua propria storia. Non si mescolano le carte, con buona pace del relativismo e del federalismo venente! Per essere chiari, un esempio giunge rapido ed è legato a quanto trasmesso e detto su Rai3 nel programma Geo&Geo lo scorso 23 settembre, in cui si è parlato del comune virtuoso di Cirò Marina. Non facendosi prendere da facili entusiasmi provinciali, la capacità critica non deve farci perdere di vista le cose essenziali, avendo amore d’appartenenza e di verità. La confusione che si genera nel linguaggio fa sì che Cirò e Cirò Marina siano una cosa sola. Così non è! Bisogna sapere che Cirò è Comune a sé, con la sua storia millenaria, il suo trascorso splendido così come auspico un futuro ancor più splendido. La Marina di Cirò, si staccò dal centro antico; separazione consensuale che si verificò con delibera del 31 dicembre 1951 da parte del Consiglio comunale di Cirò. Nasce il Comune di Cirò Marina nel 1952 e i suoi abitanti si chiamano marinoti. Quando si pubblicizza un territorio, è sempre vasto il suo raggio d’azione, ma se ci si presenta con il gonfalone, bisogna attenersi ai fatti. I marinoti hanno incrementato grazie al cielo, e alla loro buona operosità, il loro sviluppo e ancor più si estende la crescita, ma è anche vero che gli abitanti di Cirò Marina si chiamano marinoti. Gli abitanti di Cirò si chiamano cirotani. Cirò Marina nasce quindi nel 1952 agli atti, la sua storia antica è molto giovane, molto moderna, senza nulla togliere ai suoi albori, ma per criterio di pertinenza bisogna manifestare l’appartenenza. Sarebbe bene, inoltre, quando si parla del territorio, così bello e ricco di tanta cultura, non ridurre sempre tutto a peperoni e patate, sardella e provole, vino e serenate, abbiamo e siamo molto di più. Trovare modi, competenze per meglio presentare, valorizzare un luogo, con la capacità di suscitare sì desiderio di conoscenza per un’economia del gusto, ma anche della bellezza paesaggistica, dell’offerta logistica che si fa, supportata da ...altro: iniziative culturali, convegni, manifestazioni che coinvolgano lo spirito oltre che il gusto, soprattutto la gioventù, speranza del domani”. “Ergo: vado a Rimini per le “discoteche”; vado a Cirò Marina per “mangiare”. Il primo caso attrae giovani; il secondo attrae -forse- famiglie, ma non briosità, energia, economia fluida, prosegue la nota della docente Carnea- Vado in vacanza a Cirò, ... prospetterei ... per l’incanto greco dei suoi territori, dei suoi vigneti, la verginità dei suoi uliveti che parlano di metafisica, per l’enogastronomia, perché rinascono il suo borgo antico e le mura del suo castello che trasudano di leggende aperte alla conoscenza, per le numerose Chiese, per l’organizzazione esemplare delle associazioni locali, per ...qualcosa s’inventa, un evento, etc... . Si crea lo sviluppo e già, in dono dal Cielo, è tutto pronto sul tavolo, e il mare, finestra splendida su cui ci si sporge, è risorsa prima ma non unica”. Cari amici amministratori, conclude la nota della filosofa Carnea-“ chiamati a operare per il bene dei nostri territori, lasciate che le “Città”, che non possedete, vi parlino rispettose: professionalità, competenza, capacità, siano le parole d’ordine per una buona produttività di chiunque voglia agire per il bene comune. E chi più può faccia, la conquista è propria di chi riesce a fare qualcosa, non nella relatività concettuale. Esordire con il senso d’appartenenza non sarebbe male. M’importa!”.